SUD PONTINO – Le istituzioni pubbliche mostrino più coraggio e senso di responsabilità per realizzare finalmente una rete attraverso la quale offrire le dovute risposte alle tante, troppe, povertà, esistenti sul territorio del sud pontino. Soprattutto il distretto socio sanitario del sud pontino abiuri la logica dell’uomo solo al comando e condivida con i comuni che fanno parte le iniziative da adottare per il territorio all’insegna di una doverosa compartecipazione e confronto. Se c’è stato negli ultimi anni, la risposta è senz’altro negativa. Con questo monito il direttore della Caritas Diocesana di Gaeta, don Alfredo Micalusi, ha avviato un giro d’orizzonte, “improntato alla collaborazione che sembra esserci almeno in questa prima fase della concertazione avviata”, con i sindaci sede delle quattro foranie della Chiesa del Golfo: Fondi, Formia, Minturno e Gaeta. Nei primi tre centri si sono già svolti questi incontri alla presenza dei rispettivi sindaci, dei sacerdoti e dei rappresentanti delle sempre più numerose Caritas parrocchiali operative sui territori di competenza.
“I comuni sono stati invitati a fare di più per prevenire e fronteggiare le nuove emergenze sociali legate alle povertà e alla crisi economica perché – ha detto don Micalusi – le Caritas, parrocchiali e quella Diocesana, non possono sostituirsi alle istituzioni pubbliche e tantomeno non possono essere considerate un’ancora di salvataggio quando si tratta di agire, intervenire rispetto alle prerogative e alle istanze che arrivano da chi non ce la fa… Questo monito il direttore della Caritas Diocesana l’ha rilanciato nell’incontro al comune di Formia dove moltissimi sacerdoti della città, guidati dal Vicario foraniale don Carlo Lembo, hanno incontrato il sindaco Gialuca Taddeo e l’assessore alle politiche sociale Rosita Nervino. Le varie Caritas parrocchiali di Formia, per esempio, hanno al momento la gestione di ben 800 famiglie in difficoltà ma – ha auspicato il direttore della Caritas Diocesana – va superata la logica degli interventi emergenziali e stagionali. Le nuove povertà richiedono una gestione di questo segmento del welfare in maniera “più coordinata e continuativa” che necessita di un intervento più solido ed incisivo da parte delle istituzioni”.
“Non si racconti che mancano le risorse economiche – ha commentato don Micalusi – perché non è vero. L’avviso pubblico 1/2021, denominato ‘PrIns’, ha assegnato fondi europei importanti (del Pon Inclusione ‘React eu’) per finanziare progetti di intervento sociale per la realizzazione di iniziative sociali a favore delle persone che si trovano in condizioni di povertà estrema e marginalità”. Gli incontri in corso di svolgimento stanno rilanciando la necessità di mettere in cantiere i progetti che il fondo siociale europea ha già finanziato con il Pon Inclusione o potrebbero esserlo con il Pnrr. Da qui l’appello ai comuni interpellati di mettere in cantiere gli interventi per i quali i distretti socio sanitari Latina 5 (Formia-Gaeta) e Latina 4 (Fondi-Terracina) hanno giù le risorse economiche disponibili: 197mila a testa”.
“Bisogna fare presto – ha concluso Don Micalusi – perché si potrebbero garantire le risposte dovute alle persone in difficoltà, rilanciare il terzo settore e, perché no, creare nuove forme occupazionali coinvolgendo gli stessi giovani”.
L’Arcidiocesi di Gaeta intanto ha reso noto che, grazie ai contributi dell’8XMille relativi al 2021, ha concesso complessivamente 526.438,36 euro per finanziare gli interventi caritativi sul territorio dei 17 comuni di competenza: “Rappresentano la sintesi di un’attenta lettura dei bisogni dei territori in relazione agli aiuti diretti ed indiretti a faviore delle persone bisognose, ai servizi e alle attività delle opere caritative diocesane, parrocchiali e degli altri enti di ispirazione diocesana”. Il fondo è stato diviso in quattro macro categorie: il 9% (pari a 50mila euro) ha costituito la distribuzione di aiuti non immediati a persone bisognose; l’83% (434.358mila euro (ad opere caritative Diocesane), il 6% (32.080 euro) ad opere Caritative parrocchiali ed il 2% (10mila euro) alla fondazione anti usura “Magnificat”.