FORMIA – Notte di violenza, a Formia, ma questa volta non si è scatenata nell’ambito della movida: si tratta, purtroppo, di una triste vicenda fatta di maltrattamenti in famiglia, botte e vessazioni di natura psicologica. Con le accuse di “lesioni, maltrattamenti in famiglia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale” G. S., un uomo di 37 anni di Formia è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Formia al termine dell’ennesima lite di cui è stata vittima la moglie, anche lei 37enne. La vicenda è iniziata in piena notte in via Lavanga in cui la coppia e i loro due bambini – di 12 e 11 anni – vivevano fino all’altra e drammatica sera.
La donna, M.L.C. ha richiesto, poco dopo le mezzanotte, l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile, segnalando di essere stata aggredita di nuovo dal marito violento e decisamente ubriaco. I militari, impegnati nel turno di notte, sono prontamente intervenuti ed hanno trovato la vittima piangente in strada dietro un ‘auto in sosta con una mano sulla testa sanguinante.
“Mio marito mi vuole ammazzare, si è diretto verso un bar di Largo Paone. Lui sta là. Ma attenzione che può far del male anche a voi” – ha detto la donna all’appuntato e al vice-brigadiere appena giunti sul posto. E così è stato.
Il 37enne, in evidente stato di ubriachezza, ha inveito e aggredito con calci e pugni entrambi i Carabinieri, ad uno dei quali – dietro la minaccia verbale “Togliti, che non mi fai paura, se no ti uccido” – ha strappato in più punti anche la divisa d’ordinanza nel corso di una colluttazione. E non è finita. La donna, impaurita, è fuggita in direzione di via della Conca, inseguita da G.S. ormai in preda ad un raptus d’ira e di collera. Determinante l’operato del secondo Carabiniere che, a fronte “della pericolosità di G.S. non affrontabile”, dopo un primo avvertimento intimidatorio, ha estratto la pistola ad impulsi elettrici e ha esploso due colpi che si conficcavano nell’addome e nella gamba destra del 37enne che solo in quel momento è stato immobilizzato ed arrestato.
L’uomo, intanto, è comparso, difeso dall’avvocato Gianni Bove, davanti il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce che, convalidando il suo arresto, ha disposto, nonostante il parere contrario della Procura che sollecitava la conferma della detenzione in carcere, i domiciliari presso l’abitazione dei suoi genitori a Marina di Minturno. Agli atti finiti all’attenzione del Gip Di Croce è stata sintetizzato un menage coniugale decisamente contrassegnato dal comportamento violento e aggressivo del 37enne che non mancava occasione per rendere la vita di M.L.C. un vicolo senza uscita. Almeno sino all’intervento, provvidenziale, dei Carabinieri del Maggiore Michele Pascale.
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