FORMIA – “Dal nostro punto di vista, oggi più che mai è necessario, per questo territorio, pensare in un’ottica inter-comunale soprattutto su temi essenziali come lo sviluppo e l’ambiente marino del nostro Golfo partendo proprio dalla Carta Vocazionale dell’Acquacoltura della Regione Lazio approvata nel luglio 2022 dalla Giunta di Centro Sinistra, la quale ha delineato un quadro chiaro delle aree idonee e precluse all’acquacoltura sul territorio laziale: nell’area interna del Golfo di Gaeta non è possibile svolgere questo tipo di attività” – torna sull’argomento il Partito Democratico di Formia, con una nota a firma della segretaria Ottavia Raduazzo.
“Ricordiamo che la titolarità delle concessioni di acquacoltura è passata ai singoli Comuni che hanno la possibilità di concedere e autorizzare gli impianti esclusivamente nelle aree indicate dalla Carta Vocazionale regionale. A fronte di questa importante strategia, è fondamentale porre l’accento sul ruolo che i Comuni dovrebbero svolgere per garantire il rispetto delle indicazioni previste dalla Carta Vocazionale e per dare finalmente piena attuazione all’Area Sensibile del Golfo. Il Comune di Formia, lo scorso Ottobre, ha notificato ai concessionari attualmente presenti nell’area di competenza del Comune l’ordinanza di sgombero. Nell’ultimo Consiglio Comunale, dove insieme ad altre forze di opposizione abbiamo richiesto aggiornamenti sullo stato dell’arte delle concessioni e sulle eventuali procedure di delocalizzazione, è stato evidenziato che i concessionari destinatari della richiesta di sgombero hanno ricorso al Tar e lo stesso ha consentito loro la sospensiva fino al giudizio di merito nel 2024″ – si legge ancora.
“Nello stesso Consiglio è però emerso che nessuna azione formale è stata messa in campo da questa Amministrazione nei confronti di quella di Gaeta. Ad oggi non c’è stata nessuna iniziativa comprensoriale tra le due Amministrazioni: tutte le concessioni di competenza del Comune di Gaeta continuano ad operare senza titolo all’interno del Golfo e senza che sia stato preso nessun provvedimento concreto per favorirne la delocalizzazione. Alla luce di tutto ciò, ci saremmo aspettati un’azione molto più incisiva da parte dell’Amministrazione di Formia su un tema così strategico per lo sviluppo del nostro territorio” – scrive la Segretaria.
E prosegue: “Non ci si può accontentare dell’ordinanza di sgombero nei confronti delle poche concessioni di competenza di Formia, come non bastano le parole pronunciate dal Presidente, Pasquale Cardillo Cupo a conclusione del Consiglio Comunale: È un tema che ci vede tutti sensibili e nella stessa direzione. C’è bisogno di atti concreti e immediati che garantiscano l’applicazione della normativa in tutto il Golfo. Continuare a ritardare il collocamento al di fuori dell’area sensibile degli impianti di acquacoltura rischia solo di aggravare lo stato di salute ambientale del Golfo, mette in pericolo i posti di lavoro delle attività di acquacoltura che, invece, andrebbero supportate nelle nuove collocazioni e continua a mortificare le possibilità di sviluppo di tutta la Riviera di Levante, incidendo pesantemente sull’offerta turistica del Comune di Formia“.
E conclude: “A questo punto, quindi, ci aspettiamo che l’amministrazione comunale di Formia, di concerto con le altre amministrazioni del Golfo, riesca finalmente a prendere una posizione chiara e netta sull’argomento e che magari, con il supporto dei rappresentanti politici regionali di destra eletti lo scorso Febbraio come l’Assessora all’Ambiente in quota Fratelli D’Italia Elena Palazzo e in particolare il Consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano, si riesca ad operare finalmente non guardando solo a se stessi, ma per il bene del Golfo tutto”.