Dopo il Tg 3 e “Geo” è la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai. Nel giorno in cui si ricorda il 22° annivrersario della sparizione e dell’omicidio di Serena Mollicone, la redazione de “Un Giorno in Pretura” ha ufficiliazzato che saranno ben tre le puntate dedicate al processo di primo grado su uno degli ultimi misteri d’Italia, la scomparsa prima ed il delitto della 18enne studentessa di Arce avvenuti esattamente 22 anni fa, venerdì (come oggi) 1 giugno 2001. “Un giorno in Pretura” dedicherà ben tre puntate al dibattimento conclusosi con cinque clamorose assoluzioni il 15 luglio scorsi: sabato 10, 17 e 24 giugno prossimi in terza serata, poco prima di mezzanotte, su Rai Tre.
Il programma, condotto da Roberta Petrelluzzi che è anche la regia, sintetizzerà in tre puntate quanto è avvenuto il 52 udienze celebrate davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino, le prime delle quali, nella primavera 2021, in piena emergenza Covid, ospitate presso il campus universitario de La Folcara a Cassino. La rubrica naturalmente proporrà le parti salienti dell’intero processo, dalle audizioni delle centinaia di testimoni citati dal magistrato (il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo) che nel 2016 che ha contribuito a riaprire il caso e dalle stesse difese e delle agguerrite parti civili. Secondo alcune anticipazioni il programma riserverà molto spazio alla parte finale quando la Procura di Cassino formalizzò una requisitoria pesante nei confronti degli imputati, le loro difese furono protagoniste di appassionate arringhe sino alla lettura della sentenza, nel tardo pomeriggio di venerdì 15 luglio 2022, del presidente (allora) del Tribunale di Cassino e della sua Corte d’Assise, Massimo Capurso.
Durò pochissimo la lettura del dispositivo della Corte formata dal giudice a latere Vittoria Sodani e da nove giudici popolari: per loro non furono Franco, Marco ed Annamaria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale ad essere coinvolti nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere della studentessa di Arce e nell’istigazione al suicidio del 9 aprile 2008 del brigadiere dei Carabinieri Santino Tuzi. La Corte d’assise del Tribunale di Cassino assolse gli allora cinque imputati per mancanze di prove e per non aver commesso il fatto. La sentenza di assoluzione, articolatasi in oltre 150 pagine, è stata – come da previsione – impugnata in Appello dalla Procura di Cassino ma anche dalle parti civili (gli zii di Serena, Armida e Antonio Mollicone), dalla figlia del compianto Santino Tuzi, Maria, dal comune di Arce e dal Comando generale dei Carabinieri.
Il processo davanti alla Corte d’Assise d’appello di Roma non inizierà non prima della fine del 2023. Intanto nel giorno del 22° anniversario dell’omicidio di Serena, sarà presentato il 1 giugno, alle ore 18.30, in diretta streaming un romanzo scritto a quattro mani dalla criminologa Roberta Bruzzone e dall’avvocato Federica Nardoni, legale di parte civile per Armida Mollicone, zia di Serena e sorella di Guglielmo.
‘La ragazza del bosco’ è il titolo dell’opera che, pubblicata da “Piemme Edizioni” e patrocinata dal comune di Arce, sarà presentata dalla collega Angela Nicoletti: “Ventidue anni fa veniva assassinata la giovane Serena Mollicone, un delitto che ha scosso l’Italia e ha rappresentato una pagina buia per il nostro Paese. La ragazza di Arce è due volte vittima, di omicidio e di giustizia negata, perché in oltre vent’anni ancora non è stata messa la parola fine a questo terribile delitto. Un omicidio senza colpevoli è una sconfitta per lo Stato: senza entrare nel merito del processo, mi auguro che forze dell’Ordine e autorità giudiziaria facciano tutto il possibile per arrivare all’individuazione dei responsabili”.
Parteciperà all’evento letterario anche il neo assessore al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali della Regione Lazio Luisa Regimenti: “Lo farò per raccontare la mia esperienza professionale sul caso e per rinnovare il sostegno alla famiglia nella ricerca della verità. È molto importante che non si spengano i riflettori su questa tragica vicenda ma che si continui a dar voce alla battaglia di chi chiede solo che sia fatta giustizia”.