TERRACINA – E’ simile ad una tappa pirenaica del Tour De France – ma c’era da aspettarselo – l’avvio della consiliatura al comune di Terracina. A venti giorni dalla plebiscitaria elezione del neo sindaco Francesco Giannetti il varo della Giunta è sempre più un percorso in salita e irto d’insidie. Lo è ancora di più in considerazione della seduta inaugurale del consiglio comunale convocato venerdì mattina, alle 10, con otto punti all’ordine del giorno, tra cui il giuramento del primo cittadino, l’elezione del presidente e del vice presidente del consiglio comunale, la formazione dei gruppi consiliari e soprattutto la comunicazione del primo cittadino riguardante il varo della sua Giunta d’esordio.
I problemi da affrontare e risolvere nelle prossime ore sono diversi e di delicata gestione politica all’interno della coalizione di centro destra che ha garantito all’architetto Giannetti 12988 voti pari al 64,29%. Innanzitutto non è dato sapere a quale forza politica spetta indicare il neo vice sindaco di Terracina. Per Fratelli d’Italia (e per il deputato europeo Nicola Procaccini) questa designazione deve essere rivendicata dal partito di Giorgia Meloni dal momento che il nome è stato “caricato” sulla Lega in fase di definizione delle candidature nei principali tre comuni pontini (Latina, Aprilia e, appunto, Terracina). La Lega la pensa diversamente e sostiene che la corsa di Giannetti è stata sostenuta dal partito ma non è espressione dello stesso Carroccio.
Fratelli d’Italia alle amministrative del 14 e 15 maggio ha ottenuto il 27,27% dei consensi (pari a 5316 voti) e ha rivendicato tre rappresentanze in Giunta. La più importante, quella appunto di vice sindaco e ai Lavori Pubblici, investe il nome del candidato consigliere più votato , Luca Caringi (798 preferenze), davanti ad Alessandra Feudi (786), Vincenzo Di Girolamo (623), Ilaria Marangoni (602), Maurizio Casabona (456), Emanuela Ciotoli (461) e Patrizio Avelli (383). Ma la candidatura di Caringi, vicinissimo all’ex sindaco e parlamentare europeo Procaccini, risente ancora delle conseguenze, residuali, dell’operazione della Procura della Repubblica “Free Beach”. Caringi è tuttora indagato anche se per un ruolo davvero marginale così come ipotizzato dall’ex Gip Giorgia Castriota per la realizzazione di un’opera pubblica. In attesa che la posizione di Caringi venga definita in sede processuale, c’è l’opzione più “morbida” di destinarlo alla presidenza del consiglio comunale incarico inizialmente proposto al più votato della lista civica del sindaco, Claudio De Felice (326 voti) davanti a Maria Pia Chionna (253), Gavino De Gregorio (226) e a Silveria Giuliani (210). Caringi e De Felice verso uno scambio dei propri incarichi in attesa che la nomina a vice sindaco del consigliere di Fdi non sia più osteggiata da ragioni di “opportunità politica”?
Un fatto è certo: se venisse nominato De Felice “vice” di Giannetti, andrebbe a ricoprire l’analogo ruolo rivestito oltre vent’anni fa quando il Comune di Terracina era sorretto dall’unica amministrazione di sinistra, quella guidata allora dal deputato ex Pci-Pds Vincenzo Recchia. A tentare di risolvere a questo interrogativo deve essere il neo sindaco Giannetti chiamato a risolvere, oltre alla definizione delle quote rosa, anche le rivendicazioni di Forza Italia. Gli azzurri, che hanno portato in dote l’11,31% dei voti, pretenderebbero due assessorati alla stessa stregua della Lega (13,83%) che avrebbe già fatto i nomi della rieletta Sara Norcia (574 voti alle spalle di Massimiliano Tocci con 641) e dell’esterno Gianluca Corradini. Forza Italia, semmai, rivedrebbe in ribasso le sue aspettative proponendo per la Giunta il capolista Augusto Basile, storicamente vicino al Senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Basile è risultato terzo più votato con 350 voti personali alle spalle degli sciscioniani Antonella Isolani (355) e Domenico Villani (353) ma la sua candidatura per entrare a fare della Giunta non è avallata completamente dal sindaco Giannetti secondo il quale deve prevalere la logica che a comporre il suo primo esecutivo devono essere i candidati consiglieri comunali più votati.. Forza Italia non avrebbe garantito questo sconfinamento in ordine ad una scelta che dovrebbe essere interna al suo organigramma fermo restando che spetta al sindaco – per il bilancio starebbe valutando l’ipotesi di fare ricorso ad un tecnico esterno – firmare i decreti di nomina degli assessori.
In questo quadro in evoluzione preannunciano bagarre venerdì mattina i consiglieri eletti per l’opposizione: Gabriele Subiaco (Europa Verde), il candidato sindaco uscente del Pd Fabrizio Di Sauro e i consiglieri Pierpaolo Chiumera (363) e Daniele Cervelloni (330) e la rappresentanza della lista civica “Alessandro Di Tommaso sindaco” formata appunto dall’aspirante primo cittadino, da Giuseppe Masci (382) e Barbara Cerilli (320).
“Penso che quanto sta avvenendo è la dimostrazione tangibile del fatto che a volte – osserva il consigliere d’opposizione Alessandro Di Tommaso – quelli che sono configurati come schemi di politica nazionale, trovano grandi difficoltà ad essere replicati a livello locale. Tanto è che il cosiddetto ‘centro-destra unito’ , unito non è mai stato. Durante la campagna elettorale già ci sono stati episodi che testimoniavano una netta divisone, basata probabilmente non su questioni politiche, ma di carattere nominale. La presentazione delle liste separate per fare solo un esempio, ne è stato un segno tangibile e questo si è ripercosso nella formazione della giunta . A quattro giorni dal consiglio comunale – conclude Di Tommaso – non avere ben chiaro ruoli e prospettive ed i nomi è emblematico delle difficoltà cui si appresta a dover far fronte il sindaco appena eletto. Siamo preoccupati che queste problematiche si declineranno sull’azione amministrativa e impatteranno sul benessere della comunità di Terracina”.