FORMIA – Non arriverà subito – qualcuno ipotizza che l’attesa potrebbe estendersi per l’intera estate (dunque sino a settembre) in virtù della pausa feriale al via dal 1 agosto prossimo – il pronunciamento nel merito del Tar del Lazio-sezione di Latina in ordine al ricorso presentato dall’ex comandante della Polizia Locale del Comune di Formia Rosanna Picano contro la decisione del sindaco Gianluca Taddeo di esiliarla alla testa del solo settore numero 1°,”Affari generali e anagrafe”, quello che raggruppa gli uffici “Assistenza organi istituzionali Affari generali, Area amministrativa, Urp, servizi demografici, Elettorale, Protezione civile, Sicurezza, Trasporto pubblici locale, Tsp, il Ced, la transizione digitale e – ciliegina sulla torta – l’immancabile Privacy.
La comandante Picano, attraverso il suo legale, l’avvocato Giuseppe Garofalo, dopo aver allegato alcuni elementi integrativi al ricorso, sa che la sentenza del Tar non sarà immediata. Mercoledì l’udienza è stata essenzialmente breve – poco meno di venti minuti – ma i giudici amministrativi hanno fatto sapere che il loro verdetto, unitamente anche al ricorso discusso sempre mercoledì contro l’esito del concorso bandito dal comune di Gaeta per l’aggiudicazione di un posto a tempo indeterminato di assistente sociale – non sarà reso noto subito. Almeno per quanto riguarda il ricorso presentato dalla comandante Picano il pronunciamento non arriverà a breve in considerazione della delicatezza della controversia.
La dottoressa Picano ha chiesto l’annullamento del decreto numero 27 (protocollo 62278) del 15 novembre scorso con cui il sindaco di Formia aveva affidato la responsabilità del Comando di Polizia Locale all’avvocato Domenico Di Russo che, sino in quel momento dirigente della sola avvocatura comunale, aveva assunto la guida – come detto – della Polizia Locale ma anche delle Attività produttive e, nello specifico, un’altra “pioggia” di uffici: Contratti, Centrale unica di committenza, Polizia amministrativa, polizia stradale, Suap, Attività produttive e commercio. Insomma un buon 30% dell’apparato amministrativo del comune di Formia.
Se lo stesso avvocato Di Russo aveva deciso di togliere il disturbo dimettendosi nelle scorse settimane da dipendente e dirigente del comune di Formia, l’attendismo del Tar potrebbe essere giustificato dalle due considerazioni contenute nelle due integrazioni presentate dall’avvocato Garofalo (il comune di Formia all’epoca aveva deciso, “vista la complessità della materia, di non affidarsi all’avvocatura interna ma chiamando un legale esterno, l’avvocato Maurizio Danza di Roma).
La prima è la seguente: il comando di Polizia Locale, in base ad una “chiara” normativa regionale, non può far parte di un altro settore con i quali è legato da non pochi motivi di incompatibilità. Insomma il corpo di Polizia Loicale deve godere di una propria autonomia gestionale. Semmai può essere legato allo staff del sindaco e a nessun’altro settore dell’ente comune. La dottoressa Picano ha chiesto mercoledì al Tar di pronunciarsi nel merito su un altro aspetto di professionale: si dichiara vincitrice di un concorso di comandante di Polizia locale e non per guidare…l’anagrafe. In effetti quello di mercoledì è stato il secondo round di un indefinibile braccio di ferro iniziato, di fatto, subito l’esito delle elezioni amministrative dell’autunno 2021. I rapporti tra il sindaco di Formia e l’ex comandante Picano non sono mai stati facili sia sul piano personale oltre che istituzionale.
Lo scorso 9 novembre ad imporsi ai punti al termine del primo round era stata la Giunta Taddeo. Il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva dell’alta dirigente (“Non sussiste il grave danno ed irreparabile”) relativamente all’efficacia di parte del contenuto della delibera numero 135 del 31 maggio 2022 che varava la coraggiosa riorganizzazione degli uffici e dei servizi dell’ente. Quella delibera, “resuscitata” dalla Giunta formiana dopo essere stata ibernata in attesa del primo pronunciamento del Tar di Latina, ridimensionava, di fatto, il comando di Polizia Municipale.
Il sindaco Taddeo per firmare il 15 novembre i sei decreti dirigenziali dovette attendere – come detto – il responso della richiesta (fallita) di sospensiva della dottoressa Picano alla delibera di Giunta sulla nuova riorganizzazione degli uffici e dei servizi e prese spunto dal suo piano triennale della corruzione che, licenziato dalla Giunta il 29 aprile 2022, prevedeva “la rotazione ordinaria del personale quale misura obbligatoria di prevenzione” ed evidenziava “l’obbligatorietà della rotazione dopo dieci dall’incarico e, comunque, ordinariamente con cadenza quinquennale”.
Lo stesso piano triennale di prevenzione della corruzione, tuttavia, aveva stabilito che la “rotazione ordinaria potrà tener conto delle peculiarità professionali ove possibile”. Insomma – aveva deliberato la Giunta Taddeo – “non faremo prigionieri”….
La richiesta della comandante Picano di impugnare nel merito al Tar la decisione della Giunta Forza Italia-Fratelli d’Italia di “esiliarla” dal Comando di Polizia Locale, di fatto, aveva creato qualche problema nel momento in cui gli altri dirigenti avevano lamentato la mancata pesatura da parte della Giunta Taddeo delle proprie posizioni organizzative per la definizione delle indennità di posizioni.
La Giunta avrebbe dovuto adottare una delibera ad hoc all’indomani del 15 novembre 2022, giorno in cui il sindaco Taddeo firmò i decreti 21-27 per il conferimento dei nuovi incarichi dirigenziali. Nel comune di Formia da tempo il fuoco sotto la cenere perché alcuni responsabili di settore pretendevano e pretendono che le rispettive indennità economiche di posizioni vengano riconosciute in base ai risultati conseguiti, ai capitoli di spesa in entrata ed in uscita, ai piani esecutivi di gestione e ai dipendenti in organico nei propri settori. In sintesi i dirigenti che hanno la guida di più uffici e servizi pretendono un diverso e maggiore riconoscimento economico rispetto ai colleghi che dirigono a malapena un solo settore.
Contro la decisione del sindaco Taddeo di privarle la guida della Polizia Locale, l’ex comandante Picano aveva davanti tre opzioni: ricorrere al giudice del lavoro del Tribunale, impugnare il solo decreto sollecitando al Tar una sua sospensiva oppure chiedere allo stesso primo grado della magistratura amministrativa di esaminare la sua legittimità in occasione del giudizio di merito sulla delibera della riorganizzazione degli uffici e dei servizi.
L’obiettivo della dottoressa Picano e della sua difesa mercoledì è stato uno soltanto….far affermare come sussista ora, come non mai, “il grave danno ed irreparabile”…