SUD PONTINO – A distanza di poco più di un mese dagli arresti operati dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione anti droga “Anargiri 2”, hanno lasciato il carcere martedì due delle quattro persone ritenute alla testa dell’organizzazione considerata specializzata e collaudata nell’acquisto e commercializzazione di dosi di sostanze stupefacenti , soprattutto di cocaina e hashish, nel “triangolo” Castelforte-Santi Cosma e Damiano e Minturno dal novembre 2019 al gennaio 2021.
Il Gip del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, ha revocato la custodia cautelare e ha concesso gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a favore di Angelo Tancredi, 41 anni di Napoli e a Adolfo Pandolfo, di 30 anni di Santi Cosma e Damiano. Tancredi e Pandolfo hanno lasciato le strutture penitenziarie di Napoli Poggioreale e di Civitavecchia sulla scorta di due distinte istanze dei rispettivi legali, Massimo Signore ed Enrico Mastantuono, in base alle quali si è, a distanza di un mese, affievolita l’esigenza cautelare in carcere.
Il parere emesso dalla Procura per l’accoglimento delle due richieste è stato negativo ma il Gip Di Croce ha disposto il ritorno a casa di Tancredi e di Pandolfo essenzialmente per due motivi. Prima dell’arrivo dei Carabinieri per notificargli l’ordinanza di arresto i due già si trovavano agli arresti domiciliari e poi perché è notizia di questi giorni della conclusione delle indagini preliminari sottoscritta dal procuratore capo della Repubblica Luciano D’Emmanuele.
I nomi di Tancredi e di Pandolfo sono stati nell’elenco delle 21 persone che rischiano il processo. Se quattro di loro – L.D.T., di 44 anni di Minturno, della fidanzata e coetanea C. M; anche lei di Minturno; di R.D., di 43 anni di Minturno e di B.Y., di 22 anni di Formia – prima di ferragosto furono destinatari di altrettanti informazioni di garanzia ma non furono colpite da alcuna misura cautelare o restrizione della libertà personale, le posizioni di Tancredi e di Pandolfo sono considerate apicali dell’intera organizzazione insieme ad Italo Laracca e Mario Vozzolo.
Questi ultimi due – arrestati anche loro prima di ferragosto – restano attualmente in carcere non essendo stata sinora formalizzata dai rispettivi legali – gli avvocati Gianni Bove, Enrico Mastantuono e Antonio Miraglia – alcuna istanza di revoca della misura restrittiva. Ma, alla luce della concessioni dei domiciliari a Tancredi e a Pandolfo, non si esclude che analoghe richieste di attenuazione del provvedimento cautelare, possano essere trasmesse al Gip Di Croce.
Intanto, con provvedimento odierno – secondo quanto fa sapere l’avvocato Gianfranco Testa – il GIP ha revocato la misura a Lucio Pandolfo, sostituendola con l’obbligo di firma.