VENTOTENE – Ad essere sorpreso – si racconta – fu l’allora Prefetto di Latina, Alfonso Pironti. Il massimo rappresentante del stato in provincia pensò ad uno scherzo quando ricevette una telefonata dal capo del cerimoniale del Quirinale: “Scusateci per la fretta ma il presidente vuole iniziare il settennato a Ventotene. Vedete quello che potete fare. Ci vediamo…”.
Era il 15 maggio 2006 quando il centralino della Prefettura di Latina fu invitato ad organizzare in fretta una visita che aveva un duplice obiettivo: iniziare un mandato presidenziale all’insegna dell’Europa (ma anche alla fedeltà al patto Atlantico) e omaggiare nel 20° anniversario della sua morte chi, come Altiero Spinelli, aveva profetizzato, insieme ad Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, negli bui della seconda guerra mondiale l’idea, possibile e purtroppo non ancora concretizzata, della nascita di un’Europa libera ed unita.
La morte, avvenuta venerdì sera, all’età di 98 anni, del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano ha provocato un senso di quasi commozione a Ventotene. Erano trascorsi 11 giorni dalla sua elezione – avvenuta il 10 maggio 2006 alla quarta votazione con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto – che Napolitano decise di giungere sulla seconda isola pontina per commemorare Altiero Spinelli. Il neo presidente della Repubblica compì questa visita con l’impegnativo ruolo di essere l’unico ex Comunista di cui si fidava il temuto segretario di Stato Henry Kissinger e di essere il primo dirigente del Partito Comunista Italiano a varcare il poltrone del palazzo del Quirinale.
La visita di Ventotene si inseriva nel messaggio dell’allievo di Giorgio Amendola che, per molti anni leader della componente “migliorista” del Pci, sosteneva appunto la necessità di realizzare una moderna socialdemocrazia di stampo europeo. Il neo presidente della Repubblica fu accolto a Ventotene da un emozionato sindaco Geppino Assenso, dal Prefetto Pironti e, tra gli altri, dall’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dalla commissaria Europea Emma Bonino e, ancora, da Giuliano Amato, Tommaso Padoa Schioppa e dal socialista Valdo Spini.
“Sino alla sua rielezione, la prima nella storia della Repubblica, del 2013 – ha commentato l’ex sindaco di Ventotene Geppino Assenso – il presidente Napolitano svolse il suo alto incarico con imparzialità in momenti assai cruciali per la vita democratica del nostro Paese. Ricordo che compi quella visita sapendo dell’importanza che stava lanciando sull’importanza di nuova e moderna Europa cui ispirarsi e, per certi versi, anche un pò emozionato di andare a commemorare Altiero Spinelli nel cimitero dell’isola. Era rimasto davvero colpito della decisione di uno dei tre autori del Manifesto di essere seppellito nel camposanto di Ventotene in cui era stato confinato per le sue idee che già 80 anni apparivano rivoluzionarie da una parte e purtroppo non ancora applicate completamente”.
Il neo presidente della Repubblica sul palco di piazza Castello disse come “sulle idee e sulle battaglie di Altiero Spinelli c’è da riflettere assai più di quanto si sia fatto finora in Italia. Si tratta forse del lascito più ricco su cui possano contare, per formarsi moralmente e per operare guardando al futuro, le nostre generazioni più giovani. La sua resta una grande lezione di metodo: non chiudere le proprie analisi in alcuno schema, confrontarsi creativamente con la realtà nella sua evoluzione, ispirarsi tenacemente a idealità non passeggere come quelle dell’unità e del comune destino dell’Europa, sapersi sollevarsi da ogni sconfitta. Si può imparare da Altiero ad essere uomini e donne di alti pensieri e di forte, indomabile volontà d’azione”.
Sono trascorsi 17 anni da quella visita e “Re Giorgio” lanciò alcuni appelli caduti nel vuoto:” studiamo ancora dunque, e adoperiamoci a diffondere gli scritti di Altiero Spinelli (…) L’appello che voglio oggi – dichiarò testualmente il 21 maggio 2006 – è rilanciare l’idea di Europa che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, concepirono non è affare solo delle forze politiche ma dovere non ineludibile di tutti e trovare impulso nei giovani, e nell’avanguardia della Gioventù Federalista Europea. Non c’è avvenire dell’Italia se non nel progetto europeo. (…) Io vorrei personalmente, cara Barbara e cara Renata – si rivolse alle figlie di Spinelli, sedute in prima fila – dire quanto è stato il suo ricordo e quanto grande è il debito che io ho contratto con lui”.
PHOTOGALLERY
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.