FORMIA – Pasquale Petrone non aveva ‘anticipato’ sui social, attraverso alcuni post pubblicati nei giorni precedenti, la decisione di togliersi la vita nel pomeriggio del 29 ottobre scorso all’interno della sua abitazione in località Acquatraversa a Formia. Lo stesso stimato e apprezzato funzionario del comune di Gaeta non aveva problemi familiari tali da provocare l’insano gesto che ha creato un vuoto in due comunità: Gaeta, città in cui lavorava da quasi un trentennio, e Formia , località di cui era originario.
A spiegarlo è la dottoressa Ida Petrone, la sorella del funzionario del comune di Gaeta che si è tolto la vita lasciando nello sconforto quanti, tra familiari stretti, amici e colleghi di lavoro, gli volevano davvero bene e lo stimavano per la generosità, dedizione e professionalità palesate nel corso del tempo nei diversi e impegnativi ruoli lavorativi svolti all’interno dell’amministrazione comunale di Gaeta.
La dottoressa Petrone immaginava che la notizia della scomparsa del fratello avesse un’eco mediatica e giornalistica – “trattandosi di personaggio di spicco della societas gaetana, poiché funzionario della res publica da sempre oltre che persona da sempre stimata e rispettata in ogni ambiente, era inevitabile che la notizia venisse anche ripresa dai media locali” – ma chiede ora di rettificare “una serie di questioni non corrispondenti al vero, ma ancor prima pregiudizievoli per lo status psicofisico dei parenti” .
La dottoressa Petrone, attraverso l’avvocato Francesco Ferraro, contesta quanto riportato all’indomani della tragedia e, cioè, che il fratello avesse anticipato sul social “Facebook” la decisione di mettere in atto l’insano gesto e che lo stesso fosse molto provato da tempo per questioni personali”.
Ancora l’avvocato Ferraro: “La mia cliente viene continuamente fermata da amici e conoscenti che chiedono di quali problematiche familiari/personali si parli, così come avviene per altri discorsi lesivi della dignità e del decoro della famiglia. La stessa dottoressa Petrone ha dovuto assentarsi dalla vita sociale per evitare il proseguimento di tale siffatto disagio. Stante ciò, poiché Lei non è assolutamente a conoscenza di problematiche familiari che avrebbero causato l’insano gesto”.
Che sui social il compianto Pasquale Petrone non abbia anticipato la volontà di “commettere alcun atto”, lo ribadisce la stessa sorella quando rivela come Petrone in “un documento di ultime volontà a sua firma” scriveva testualmente: “Fate che non si dica come il padre…”.