SUD PONTINO – Violenza sessuale aggravata e continuata. Con questa pesante ipotesi accusatoria il Gup del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, ha rinviato a giudizio un noto imprenditore di Scauri di 51 anni al termine di una delicatissima udienza preliminare celebrata dopo che la vittima, ora 20enne, è stata sottoposta ad incidente probatorio che, richiesto dallo stesso Gip del Tribunale di piazza Labriola, ha accertato, attraverso un perito di fiducia, la capacità della giovane di ricostruire quanto le sarebbe avvenuto dall’estate 2005 (in poi) quando aveva soltanto 11 anni.
Ben quattro sostituti procuratori (Bulgarini Nomi, De Franco, Mattej e Corvino) si sono occupati, attraverso il commissariato di Polizia di Formia, di ricostruire sul piano investigativo gli atti sessuali subiti dalla ragazza da parte dell’uomo che si faceva chiamare ‘zio’ per via degli stretti legali parentali con i genitori – un avvocato ed un’assistente sociale della zona– della vittima.
A chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio dell’imprenditore scaurese, il cui processo inizierà il prossimo 23 aprile davanti il collegio B del Tribunale di Cassino, è stato alla fine il sostituto procuratore Andrea Corvino. Ha ricostruito tutti i momenti, sino al giorno della Befana del 2020, in cui la ragazzina è stata costretta a subire i comportamenti morbosi e gli atti sessuali dell’uomo, dal mare di Gianola a Formia a Pontecorvo passando per alcuni ristoranti di Spigno Saturnia dove abitualmente lo “zio”, difeso dagli avvocati Nicola Marino e Giuseppe Stellato, chiedeva di pranzare e cenare con i genitori della vittima.
Il motivo? La presenza della ragazzina che aveva fatto perdere la testa all’imprenditore scaurese titolare di alcuni punti vendita. Secondo la ricostruzione accusatoria della Procura ogni incontro era una buona occasione per il 51enne di costringere la sua vittima a subire atti e rapporti sessuali: due sarebbero stati addirittura completi nell’estate 2017 e nella primavera 2018 rispettivamente presso l’abitazione della suocera dell’indagato e addirittura a casa della vittima in occasione dei festeggiamenti promossi dai suoi genitori. L’imprenditore il 9 giugno 2019 aveva organizzato il pranzo per la prima comunione del figlio in un ristorante di Pontecorvo e anche in quella circostanza aveva palpeggiato il sedere alla ragazzina che all’epoca aveva compiuto 15 anni.
Questa triste vicenda ha registrato una svolta durante le prime fasi del Covid 19 quando la vittima, rinchiusa in casa a causa della limitazioni imposte dall’emergenza pandemica, confessò le angherie sessuali subite alla madre che, essendo un’assistente sociale, impiegò pochissimo a decifrare l’infermo cui era costretta a vivere la figlia da cinque anni. La presentazione dei genitori della vittima di una querela nel novembre 2020 è stata purtroppo rallentata dall’avvicendamento dei primi tre Pm titolari del fascicolo. Determinante per l’esito dell’udienza preliminare è stata l’assistenza legale che ha fornito come unica parte civile l’avvocato Massimo Signore alla ventenne, prima e dopo lo svolgimento dell’incidente probatorio davanti il Gip del Tribunale di Cassino dove lo “zio” imprenditore dovrà affrontare un processo che si preannuncia più duro di una tappa pirenaica al Tour De France.