FORMIA – Confessa di sapere ancora a memoria il mitologico e chilometrico vocabolario di greco antico del professor Lorenzo Rocci sul quale anche intere generazioni di studenti di Formia hanno trascorso notte insonni temendo di subire all’indomani le sue “costruttive punizioni corporali” (penna appuntita sul palmo di una mano o pugni su un fianco). Il professor Fernando Sparagna è stato davvero un intramontabile ed insostuitibile punto di riferimento per chi ha deciso, all’età di 13 anni, di trascorrere cinque della sua vita all’interno del liceo classico “Vitruvio Pollione” di Formia. Da decenni è un interpete del mondo culturale di Formia e, nonostante ciò, rifarebbe integralmente quello che ha fatto per il bene e per la formazione dei suoi studenti: insegnare e interrogare latino e greco non sul piedistallo di una cattedra ma sullo stesso livello dei suoi alunni.
La meritata pensione gli ha permesso di dare impulso ad una sua antichissima passione, la poesia, che aveva cominciato a coltivare nel luglio 1958 dove tutto cominciò: un collegio ad Andora (Savona) in cui aveva frequentato il ginnasio. Quelle poesie che “avevo gelosamente conservato nel cassetto per tanti anni” ora, su decisione del suo sensibile autore, hanno cominciato a prendere “un po’ d’aria…. e a spiccare il volo”. L’occasione, ghiotta per gli appassionati e non, è ora “Chiaroscuro”, una raccolta molto apprezzata che il professor Sparagna ha pubblicato per conto di “Pasquale D’Arco editore”.
“Ero infatuato di Carducci, Pascoli e soprattutto di Leopardi, sotto l’influsso di don Attilio Caldani, il mio professore al ginnasio, il mitico sacerdote che conosceva a memoria il dizionario italiano Palazzi – confessa Sparagna nell’intervista video allegata – Devo molto a quel bravo sacerdote, che amava il mondo classico e ci portò a tal punto di preparazione da tradurre dal latino in greco e dal greco in latino. Le prime esperienze poetiche mi fecero subito capire che, non avendo l’attitudine, la composizione in rime non mi avrebbe offerto quello di cui avevo bisogno in quel momento”.
Lo studente originario di Maranola, figlio di Saverio “il falegname” e di “Angela” che aiutava a far crescere altri fratelli vendendo le bombole del gas da cucina e ad iniettare le punture ai paesani che non stavano bene, aveva 16 anni quando, vivendo una difficile situazione psicologica, sentì – rivela nell’intervista – la necesssità di confidare a qualcuno il suo disagio per trovarne una risoluzione, “dovendo prendere una decisione molto importante per il mio avvenire. Allora pensai che mettere per iscritto le mie problematiche mi avrebbe aiutato a chiarirle e a dipanarle attraverso la successiva riflessione e analisi del testo”.
Da quell’estate di 66 anni fa il futuro professore di latino e greco al classico di Formia decise di dare sfogo “alle mie emozioni, sollecitato anche da una sorta di ìlusus et gaudium in versibus componendisì, attraverso poesie in versi sciolti talora più lunghe talora più brevi. Le raccolsiin un quaderno, conservato attentamente, temendo che i compagni lo scoprissero”. Quella raccolta aveva, ora come oggi, già un nome: “Chiaroscuro”.
“Chiaroscuro – spiega il professor Sparagna – perché tutto il mio tempo trascorreva, (e sarebbe trascorso) all’insegna di due contrastanti sentimenti, ottimismo e pessimismo, serenità e tristezza, scuro e chiaro, appunto, per altro come accade in tanti giovani. La nostra vita non è facile. Dobbiamo affrontare tante situazionii difficili e richiede soprattutto piena fiducia nelle nostre capacità e profonda fede. Ma l’atto di fede in questa epoca, segnata da incredibili progressi scientifici e tecnologici, è messo alle strette dal razionalismo e siamo portati a sopravvalutarci e a considerarci ciascuno un alter deus. Questo progresso ci ha resi orgogliosi al punto di credere addirittura di non aver bisogno di nessuno, tanto meno di Dio. Il materialismo sfrenato ha pervaso tutti i settori della nostra società. Eppure siamo prevalentemente infelici e viviamo momenti di tristezza alternati con fugaci gioie”.
Per il professor Sparagna “la felicità proviene dall’impegno, dal senso di responsabilità, dal lavoro affrontato con amore, dalla ferma volontà di realizzarci, contando sulle nostre forze; gli esiti dei nostri sacrifici ( I diplomi, la laurea) ci rendono orgogliosi e disposti ad affrontare qualsiasi difficoltà”. L’autore, poi, ammette come dalle sue composizioni poetioche emerga tantissimo “il profondo attaccamento alla santità della famiglia, cui ho dedicato tutto me stesso(all’adorata moglie Livia, agli splendidi figli Daniela e Armandoe e ai nipoti) e la necessità della fede. Sono convinto, che solo la fede ci possa sostenere nelle circostanze difficili che caratterizzano la nostra esistenza”.
Molte poesie hanno accompagnato le tappe della vita di Sparagna e fanno riferimento anche ai luoghi in cui ha vissuto, da Maranola a Gerusalmme passando per Andora, Gubbio, Napoli, Assisi, Chianciano e Ancona. “ Nel corso degli anni ho capito – ha scritto il professor Spartagna nella toccante prefazione del suo saggioi – che dopo la notte piu buia viene sempre il sereno; che, comunque sia questa nostra vita, essa è uno straordinario dono di Dio, è bella ed irrepetibile. Amiamola! Essa, se viene vissuta bene, non è breve, ma lunga, come dice Seneca, “Vita longa est si bene uti scias”.
Il professor Sparagna ha pubblicato nel recente passato “Lo Statuto di Maranola ( Statuta sive capitula universitatis Maranulae)” (traducendo dal latino in italiano le interessanti leggi che regolavano la vita nel castrum del Ducato di Fondi), la “Storia della Congregazione Santissima Vergine del Carmine- Maranola” (si tratta di un’antichissima Confraternita, la cui fondazione non è ben individuabile nel tempo, ma certamente risalente alla metà del XVI secolo, di fondamentale rilevanza nella vita civile e religiosa non solo del popolo maranolese, ma anche di tutto il nostro territorio), due libri per diffondere la conoscenza della vita della zia, la sorella di sua madre, Suor Ambrogina di san Carlo, nata l’1 gennaio 1909 (al secolo Filomena D’Urso), dichiarata Venerabile nel dicembre 2018 da Papa Francesco. Il primo è intitolato; “Una vita per l’Eucaristia. Suor Ambrogina di san Carlo”, il secondo “Pregando con Suor Ambrogina”. Il professor Sparagna, pubblicando “Chiaroschro”, si è distinto per un’altra e parallela iniziativa benefica: il ricavato della vendita del libro sarà devoluto alle Suore Missionarie di Madre Teresa di Calcutta per finanziare opere di beneficenza.
Intanto il saggio è stato presentato presso gli spazi del Punto Iat del Comune di Formia alla presenza, oltre che di alcuni suoi familiari, tra questi la moglie Livia e del fratello etnomusicologo Ambrogio Sparagna e della cognata Anna Rita Colajanni, dell’assessora alla cultura del comune Luigia Bonelli. Ma simbolicamente vicino al professor Sparagna c’erano due suoi ex apprezzati studenti, l’attore Pompeo Perrone ed il musicista Maurizio Stammati. Anche loro, a distanza di 40 anni, hanno ancora il palmo della mano punteggiato dalla penna killer del professor Sparagna ma, in cambio, rappresentano da anni l’immagine culturale di Formia in tutto il mondo.
INTERVISTA Fernando Sparagna, docente e scrittore