GAETA – Il comune ci riprova. Il finanziamento – tanto atteso e reclamizzato – non è mai arrivato dalla Regione, i lavori sono da mesi desolatamente fermi, la porta naturale del quartiere medioevale di Gaeta S.Erasmo è sempre più simile ad un tratto della savana africana ed il Comune è stato obbligato a firmare una transazione con l’impresa che, frettolosamente incaricata, ha sospeso i lavori perché quelli eseguiti non sono stati completamente liquidati. E’ la situazione dai tratti decisamente pirandelliani cui sta facendo ancora fronte l’amministrazione Leccese in ordine ai tribolati interventi di sistemazione e di valorizzazione di quello che avrebbe dovuto rappresentare il “must” per il rilancio del quartiere medioevale della città, il Molo Santa Maria.
Il dirigente del dipartimento “Infrastrutture, Opere, Sostenibilità ambientale e territorio” del comune, l’ingegnere Antonio Di Tucci, fu costretto lo scorso settembre ad adottare la determina, la numero 761, con il comune di Gaeta stipulò un atto di transazione nei confronti della ditta, la “Ici – Impresa di costruzione spa”, che chiese legittimamente di essere risarcita per le spese sostenute, per i lavori realizzati e non riscossi e per il mancato guadagno per quelli non eseguiti”.
Il comune di Gaeta negli ultimi giorni, seppur con una fatica titanica, sta cercando di riannodare il bandolo della matassa per tentare di acciuffare veramente ( e non millantando una promessa) il finanziamento regionale necessario per riqualificare, sistemare e valorizzare Molo Santa Maria. Il dirigente Di Tucci qualche calcolo l’ha fatto e ha previsto che per ridare un “look” a questo scorcio del waterfront del quartiere di Gaeta S.Eramo servono un milione e 357 mila euro: un milione e 282 mila euro e quasi 76mila di costi per la sicurezza. La somma totale per realizzare l’opera arriva a sfiorare un milione e 800 mila, comprensivi di spese collaudi, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza e dell’immancabile Iva.
Il comune di Gaeta, dopo essere stato costretto a raggiungere un accordo economico con l’”Ici” per evitare il peggio ed essere inseguito da azioni risarcitorie dalla ditta appaltatrice (al suo posto ci sarebbe la Procura regionale della Corte dei Conti) ha fretta ora di riaprire il cantiere a Molo Santa Maria. In quest’ottica il dirigente Di Tucci ha firmato la determina numero 90 per sottoscrivere una polizza fidejussoria con un’agenzia assicurativa di Gaeta per coprire il 30% del contributo regionale richiesto ed ottenuto. Il comune ha previsto un investimento di quasi 2 milioni e duecento mila ma la Regione Lazio con una determina del 17 novembre scorso ha concesso soltanto il 45% della spesa prevista, 980mila euro. Per il resto dovranno pensarci pari al 5% (130mila euro) il Ministero degli Interni e per un importo pari al 48,02& (un milione e 63mila euro) lo stesso comune di Gaeta essendo lo stesso progetto ricompreso nell’ambito del “Piano degli Interventi straordinari per lo sviluppo economico del litorale laziale” secondo quanto prevede l’articolo 41 della legge regionale 26 del 28 dicembre 2007.
La sottoscrizione della polizia fidejussoria da parte della Giunta è la conferma di quanto la stessa “a causa delle sue indiscutibili responsabilità amministrativa sia costretta a partire da zero come nel miglior gioco dell’oca”. A dichiararlo è il capogruppo del Partito Democratico al comune di Gaeta Emiliano Scinicariello che chiama in causa l’assessore ai Lavori Pubblici Simone Petruccelli: “Lo scorso aprile aveva annunciava entusiasticamente abbiamo risolto. Si è dovuto ricredere ultimamente, sa di dover ricompiere un iter che è il seguente: fideiussione, erogazione (fisica, tintinnante, nelle casse comunali) del finanziamento pubblico, procedura di gara, valutazione offerte, affidamento dell’opera. Se l’amministrazione comunale sarà brava e capace (e non lo è, è conclamato ormai…) l’opera partirà dopo l’estate e dobbiamo sperare che per la primavera 2025 si inizi a vedere la luce….”
Il capogruppo Dem ha voluto riaccendere la polemica dopo la decisione della scorsa estate dell’”Ici-Impresa di costruzione spa” di non voler più ad avere a che fare con il comune di Gaeta che, oltre al danno, ha subito anche una beffa: è stato costretto a firmare un accordo di transazione con la ditta romana riconoscendole 144mila euro ottenendo una ‘scontistica’ di 55mila euro dopo aver quantificato i danni subiti in poco più 200mila euro e, più precisamente, 200.814,30 euro.
L’intesa tra comune ed impresa appaltatrice aveva fatto seguito ad una lunga e delicata trattativa cui hanno partecipato altre articolazioni dell’ente: in primis l’avvocatura interna (la cui relazione stranamente non era stata allegata alla determina relativa all’accordo dell’ingegner Di Tucci) ed il collegio revisori dei conti che, emettendo un forzato parere positivo, è stato chiaro nei confronti della segretaria comunale e responsabile dell’anti corruzione del comune di Gaeta Patrizia Cinquanta invitata (anche lei) ad esprimere il suo parere sulla vicenda e ad inviare la determina con il relativo accordo con il privato alla Procura regionale della Corte dei Conti. Se questa transazione approderà quanto prima in consiglio comunale, sicuramente non è considerato un debito fuori bilancio ( i 144mila euro sono stati ricavati in due capitoli dell’esercizio finanziario 2021) ma continua ad essere oggetto di una valutazione politico amministrativa in quanto l’intera controversia è costellata da non poche incognite. Il progetto di sistemazione e valorizzazione di Molo Santa Maria venne approvato dalla Giunta con la delibera numero 124 del 7 luglio 2020 e venne suddiviso in tre lotti funzionali “in ragione delle disponibilità finanziarie del bilancio” .
L’opera venne correttamente aggiudicata relativamente al secondo ed al terzo lotto mentre il primo – costituente la realizzazione di una pista ciclabile – venne affidata ad un’altra impresa. In questo momento storico il comune di Gaeta avrebbe commesso una grave irregolarità come evidenziato il 1 maggio scorso dallo stesso capogruppo Scinicariello in un’interrogazione all’assessore Petruccelli. Il comune tra il giugno e l’agosto 2021 esperì le gare per l’esecuzione del secondo e terzo lotto (all’Ici Impresa di costruzione spa”) rispettivamente per 398 e 630 mila euro confidando nell’apporto di un finanziamento di 980mila euro della Regione che – come detto – non è mai arrivato.
Perché? Semplicemente quella della Regione non fu un’erogazione di un contributo ma soltanto di “manifestazione di interesse” che si sarebbe concretizzata solo se il comune – cosa che non sarebbe stata mai ottemperato completamente – avesse prodotto i necessari pareri di legge, quelli della Soprintendenza ai beni architettonici e del Genio Civile. I 980 milioni della Regione alla fine non sono mai arrivati ed il comune è stato costretto a fare necessità virtù mettendo a disposizione fondi del proprio bilancio che naturalmente non sarebbe mai bastati per ridare un “look” al Molo Santa Maria. Non sono bastati perché la ditta appaltatrice ha giustamente preteso l’anticipo, pari al 10%, dei lavori realizzati dopodichè il comune ha deciso di fermarsi pare su input della sua avvocatura interna che ha temuto un peggioramento dell’intera controversia dopo che la ditta incaricata due anni ha rivendicato un credito di 131miola euro. Nella determina che certificò la transazione con l’ICI-Impresa di costruzione spa” il dirigente Di Tucci provò a giustificare il blocco del cantiere di Gaeta vecchia (“non è possibile prevedere la sua ripresa alle stesse condizioni esistenti al momento della stipula del contratto) “in attesa dell’esecuzione dei lavori relativi allo spostamento dei sottoservizi presenti nel sito”.
Un fatto è certo: la vicenda, molto grave, è da tempo sotto la lente di ingrandimento del Gruppo di Formia della stessa Guardia di Finanza.