FORMIA – Continuano ad aleggiare i corvi nel comune di Formia come nei tempi più bui. Nella prossima conferenza dei capigruppo sarà affrontata la presunta incompatibilità dell’ex sindaco Paola Villa nell’attuale ruolo di consigliere comunale di opposizione. Questa questione sarà dibattuta alla luce di una misteriosa Pec arrivata il 2 febbraio scorso, alle ore 12.29, con destinatari il sindaco Gianluca Taddeo, il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo, la Procura e la Prefettura di Latina e la Guardia di Finanza. L’email certificata è stata firmata da un sedicente “Carmelo Pappagallo” che, definendosi “cittadino formiano”, dichiara di abitare a Roma in una strada realmente esistente, via dei Serpenti, nel rione Monti, ma senza specificare il numero civico. Si tratta di una via che non è nuova, al centro di altre “polpette avvelenate” costruite ad arte nel corso degli anni novanta quando nacque la Formia servizi spa, la società mista pubblico privata (poi fallita) costituita la gestione delle strisce blù e di strategici servizi portuali.
Il sedicente “Carmelo Pappagallo” chiama in causa la battagliera consigliera comunale Paola Villa nei confronti della quale chiede all’amministrazione comunale di verificare la sua presunta incompatibilità a stare in consiglio perché condannata da una sentenza della Corte dei conti, la numero 84/2023, acquisita il 24 febbraio e trasmessa all’avvocatura comunale il 28 febbraio 2023. In sintesi la professoressa Villa dovrebbe essere “espulsa” dal consiglio comunale perché non avrebbe formalizzato il pagamento di poco meno di 4000 euro derivante dal danno erariale provocato dall’assunzione dell’ex candidato a sindaco Mario Taglialatela – il processo penale si è concluso con un’assoluzione per l’esponente della lista “Un’altra città-Movimento Cinque Stelle” – nel ruolo di capo gabinetto nei mesi conclusivi, nel 2021, della sua tribolata consiliatura.
Il signor Carmelo Pappagallo scrive sempre in maiuscolo e chiede l’intervento del comune – se è vero che l’ente ha ricevuto la sentenza della Corte di Conti un anno fa perché non l’ha mai resa nota e soprattutto resa esecutiva ? – affermando che la “professoressa Villa è debitrice verso le casse comunali di una somma certa, liquida ed esigibile”.
Che nel comune di Formia i corvi sono tornati a svolazzare lo si evince dalla seconda parte della lettera del fantomatico “Carmelo Pappagallo” che ha un carattere decisamente intimidatorio e aggressivo nei confronti del capogruppo della lista “Guardare oltre” Imma Arnone. E’ la rappresentante delle minoranze che, più di tutte, sta mettendo in difficoltà l’amministrazione comunale, dalla querelle urbanistica della Multisala del Mare all’operato della segretaria comunale Marina Saccoccio. Dai via dei Serpenti il signor “Carmelo Pappagallo” fa rilevare la posizione di conflitto di interessi e dei rei reati” – così testualmente scrive – già commessi dalla dottoressa Imma Arnone per la quale procederà nei prossimi giorni a notiziare il comune, la Regione, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica, la Dia del lazio”. Mancano all’appello soltanto i Caschi blù dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Questo clima intorbito arriva a pochi giorni dalla presentazione di un esposto in cui alcuni consiglieri comunali di minoranza – tra questi Paola Villa e Imma Arnone – avevano chiesto alla segretaria comunale Saccoccia di verificare la posizione di incompatibilità o meno della potente consigliera comunale di Formia (e presidente della commissione urbanistica del comune) Tania Forte relativamente al suo incarico di dirigente presso il Consorzio industriale del Lazio di cui il comune di Formia è socio di minoranza con il 3% delle quote. Convocata in commissione Trasparenza, la dottoressa Saccoccia diede forfait perché impegnata a studiare il caso. Ora in una lettera al presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo rende nota di aver ultimato la sua laboriosa verifica. Con quale risultato? Con quello salomonico che tutti immaginavano: la compatibilità o meno dell’architetto Forte non deve stabilirla l’alta dirigente ciociara in qualità di responsabile dell’anticorruzione dell’ente ma il consiglio comunale in base all’articolo 69 del decreto legislativo 267/2000 sulla contestazione delle cause di ineleggibilità ed incompatibilità dei consiglieri comunali eletti.
Chiaro il proposito politico della maggioranza: le posizioni delle consiglieri Villa e Forte arrivano presto in consiglio dove i numeri, quella maggioranza di centro destra, faranno la differenza. Nel primo e nel secondo caso.