Frosinone / Operazione “Full Cash Back”, Banca popolare del Frusinate: cambiano le misure cautelari

FROSINONE – La modifica o l’annullamento delle diverse misure cautelari. Sono le richieste sule quali il Tribunale del riesame sarà chiamato mercoledì 21 febbraio a pronunciarsi per alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta “Full Cash Back”. Si tratta degli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli – gli unici finiti in carcere su ordine del Gip del Tribunale di Frosinone Ida Logoluso – e del notaio Roberto Labate, ai domiciliari, il cui analogo provvedimento nel frattempo è stato revocato al figlio Federico e a Luca Lazzari, uno dei due ex funzionari della Bpf coinvolti nell’inchiesta promossa dal sostituto procuratore Adolfo Coletta.

De Santis e Bartoli, difesi dall’avvocato Angelo Testa, avevano deciso di rispondere alle domande del Gip Logoluso respingendo tutti gli addebiti della Procura di essere alla testa alla testa di uno dei tre sodalizi in grado di compiere reati come l’intestazione fittizia di beni e danaro, riciclaggio e autoriclaggio nell’ambito della partecipazione alle aste immobiliari grazie al sostegno finanziario fornito loro dalla Banca popolare del Frusinate. Pronti a contrastare davanti i giudici del Tribunale della Libertà il castello accusatorio gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola ipotizzato dal Gip Roberto Labate, tuttora ai domiciliari

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