ITRI – Quali sono i tempi per l’approvazione del bilancio di previsione del comune di Itri? La maggioranza “superstite” del sindaco convalescente Giovanni Agresti è in grado di rispettare il termine di legge del 15 marzo prossimo e, se lo dovesse essere, potrebbe fare affidamento sull’apporto numerico di Fratelli d’Italia? Questi interrogativi, intricanti e al limite della provocazione politica, li avanza e se li pone l’ex sindaco di Itri Antonio Fargiorgio ad un mese circa dal malore che ha colpito il primo cittadino in carica Giovanni Agresti mentre raggiungeva a bordo della sua auto il palazzo municipale all’indomani del suo rientro in Italia dopo un viaggio istituzionale negli Stati Uniti.
Da quel momento si sono verificate alcune circostanze che hanno acuito una già precaria situazione politico amministrativa. Se il suo ex partito, il Pd, ha tacciato di tradimento e di “camaleontico opportunismo” il neo vice sindaco Giuseppe De Santis e di assessore all’urbanistica – accusato di aver dimenticato il mandato (“di stare all’opposizione”) conferitogli dall’elettorato in occasione delle amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, il sindaco facente funzione nei giorni scorsi ha voluto e dovuto riunire sia la maggioranza che l’opposizione per relazionare sull’evoluzione del recupero clinico di Giovanni Agresti e per annunciare quanto tutti sanno: entro il 15 marzo va approvato il bilancio di previsione sul quale pende come un’affilata spada di Damocle l’attendismo della componente di Fratelli d’Italia che, dopo il fallito golpe” ai danni di Agresti lo scorso luglio nel consiglio d’approvazione del bilancio 2023, ha deciso di rimanere in maggioranza benchè sia stato “espulsa” dalla Giunta in concomitanza del ritorno come un novello figlio prodigo della componente di Forza Italia e – come detto – del “doppio salto mortale con avvitamento” dell’ex candidato a sindaco del Pd Agresti. Di fronte a questa palese di situazione di incertezza ha deciso di dire la sua l’ex sindaco Fargiorgio e l’ha fatto – volutamente o ironia della sorte – nel giorno in cui, sabato 24 febbraio, scadeva il termine per beneficiare della finestra elettorale del 9 giugno prossimo in caso di scioglimento anticipato (che non c’è stato) del consiglio comunale di Itri.
L’avvocato Fargiorgio ha deciso di interrompere il suo bearzottiano silenzio stampa perché, “dopo gli accadimenti che hanno riguardato la salute del Sindaco (cui formulo gli auguri di pronta guarigione, come privatamente già fatto con la famiglia)”, è diventato “necessario parlare e riportare l’attenzione su quelli che sono i temi veri della nostra realtà cittadina”. Il capogruppo della lista d’opposizione “Itri Facciamo futuro” rivela innanzitutto quanto ha detto al sindaco facente funzione De Santis nel corso del vertice con tutte le forze politiche e civiche presenti nel consiglio comunale: “Per onestà intellettuale, tutti noi consiglieri dovremmo dimetterci e restituire la parola agli elettori, ai cittadini che costituiscono quel popolo cui la nostra Costituzione attribuisce la sovranità. L’ho detto a chiare note alla presenza di (quasi) tutti i consiglieri, prima ancora che altre forze politiche affermassero lo stesso concetto. Anzi, lo sto dicendo dal 24 luglio 2023. Ed ho anche aggiunto, senza spirito di polemica personale nei confronti di chicchessia, che, in una situazione delicata come quella attuale, il fatto che a governare Itri ci sia il capolista della coalizione ultima arrivata nelle elezioni dell’ottobre 2021 ritengo sia un fatto anomalo e grave, visto anche come ci si è arrivati”.
L’ex sindaco nel vertice convocato da De Santis ha voluto invece parlare “di inadempienze, inefficienze, di assenze da parte di questa strana maggioranza (strana, per come si è composta negli ultimi mesi); le stesse di cui, sia chiaro, avrei parlato anche se il sindaco Agresti fosse stato nel pieno esercizio delle sue funzioni”. Fargiorgio “oltre 80 giorni fa” a nome del principale gruppo di opposizione aveva presentato di accesso agli atti: una riguardante la videosorveglianza, la seconda riguardante le sorti future dei locali del Bar Centrale “su cui nessuno ha ritenuto di darmi risposta ufficiale.
“Né mi sono state consegnate copie degli atti, che pure avevo richiesto- ha osservato – Non è mio costume minacciare esposti alla Procura della Repubblica perché penso che le questioni politiche ed amministrative vadano dibattute e decise nel loro ambito istituzionale e naturale. Ma, certo, fa specie che da parte di chi ci amministra non pervenga alcun riscontro. Eppure, quando si sedeva nei banchi dell’opposizione (chiaro il riferimento al vice sindaco De Santis, accerchiato da Fargiorgio, dal Pd e, in primis, da Fratelli d’Italia dell’assessora regionale Elena Palazzo) si brandivano le richieste di accesso, inevase, gridando all’inefficienza ed al pressapochismo della maggioranza. Oggi, invece, tutto tace”. Insomma, cambiando l’ordine dei fattori, la somma non cambia. Quando Itri “è in balìa di sé stesso: pulizia ai minimi termini, tratti di strada di sera al buio per diversi giorni, immobilismo nel settore dei lavori pubblici”.
La provocazione politica di Fargiorgio – come detto – riguarda la futura approvazione del bilancio di previsione 2024: “il documento contabile – rimarca l’ex sindaco di Itri – è stato approvato in Giunta lo scorso dicembre. Il sindaco Agresti, pubblicamente, aveva detto che sarebbe stato portato in Consiglio entro fine anno. Siamo a fine febbraio ed ancora non si parla di convocazione del Consiglio comunale destinato ad approvarlo. Eppure, il parere del Revisore c’è da tempo, le comunicazioni ai gruppi consiliari sono state fatte. Allora, cosa c’è dietro questo fermo? La paura di non avere i numeri necessari? Se così fosse, non sarebbe che l’ennesima dimostrazione che la maggioranza non esiste più da tempo, che è implosa e che, pur nella sua camaleontica nuova composizione, non riesce a dare ad Itri ciò di cui Itri ha bisogno: una guida stabile – ha concluso l’ex primo cittadino, ora capogruppo della lista di “Itri Facciamo futuro” – Nel frattempo, la macchina amministrativa è costretta ad agire come si suol dire in dodicesimi, il che rende impossibile avviare gare per affidamenti di servizi che, invece, sono assolutamente indispensabili per la vita cittadina. Fin quando dovremo aspettare? Coloro che nei mesi scorsi hanno invocato il senso di responsabilità, oggi dinanzi a questo stallo cosa fanno? Rimangono ancora aggrappati alle poltrone… Per me, per noi, penso per la stragrande maggioranza degli Itrani, ci sarebbe una sola, doverosa conclusione”.
Perché, cambiando l’ordine dei fattori…., la somma non cambia mai. O almeno.