FORMIA – Il Covid 19 fortunatamente non c’entra nulla. E’ comparsa in questi giorni nella zona attigua al pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia la tensostruttura che ha rievocato la fase più critica dell’emergenza pandemica. La tenda di fatto sostituirà sino al prossimo giugno il pronto soccorso del secondo nosocomio della provincia di Latina che ha chiuso i battenti per la realizzazione di programmati ed attesi interventi di riqualificazione e di messa in sicurezza del punto di primo soccorso dell’ospedale formiano. Il cantiere – secondo le previsioni dell’Asl – resterà aperto sino alla vigilia dell’inizio della stagione turistica 2024 e, attraverso due imprese del settore, saranno investiti parte dei 15 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Lazio per garantire un nuovo look ai 616 metri quadrati del pronto soccorso di Formia e a quello del Santa Maria Goretti di Latina.
Nella tensostruttura formiana si svolgerà una normale attività di pronto soccorso con una disponibilità di 10 posti letto. I tecnici dell’Asl e delle due ditte appaltatrici hanno previsto il “fast track” attraverso il quale i bambini e i pazienti psichiatrici approderanno direttamente in pediatria e nel servizio di diagnosi e cura a meno che non si tratti di codice rosso. E’ stato deciso, inoltre, che il primo servizio che tornerà al suo posto sarà quello della medicina d’urgenza.
E mentre il direttore sanitario del Dono Svizzero Pino Ciarlo ed il dirigente medico del pronto soccorso Paolo Nucera chiedono alla vastissima utenza di Formia e dell’intero sud pontino senso di responsabilità a gestire questa nuova emergenza in attesa di beneficiare di spazi e servizi più innovativi ad essere preoccupato è l’ex sindaco di Gaeta e consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano. “È importante che la soluzione sia in grado di garantire un servizio di pronto soccorso efficiente e sicuro per tutti i cittadini di Formia e del comprensorio – ha detto l’esponente azzurro – La direzione sanitaria è sicuramente sensibile alla tutela del personale sanitario e dei cittadini, e sono certo che si impegnerà a fondo per trovare soluzioni alternative alla tensostruttura”.
Che i lavori riguardanti il Pronto soccorso del “Dono Svizzero” possano essere gli ultimi prima della realizzazione in località ex Enaoli del famigerato Policlinico del Golfo lo cominciano (ottimisticamente) a sperare in molti. Le avvisaglie per essere speranzosi ci sono dall’iter avviato dal comune di Formia nelle ultime settimane per l’acquisizione al proprio patrimonio immobiliare delle superfici e delle cubature – oltre 15mila metri cubi – utilizzate nell’area ex Enaoli dall’Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. Si sta concretizzando di fatto un progetto della quarta amministrazione di centro sinistra dell’ex sindaco Sandro Bartolomeo che, tra le immancabili resistenze iniziali, aveva proposto alla Regione di mettere a disposizione dell’Inail (l’ente che finanzierà la costruzione del nuovo ospedale di Formia) le superfici e i vecchi manufatti gestiti dall’Arsial. Era stato deciso di utilizzare la legge regionale 70/1989 per consegnare ai comuni competenti per territorio immobili appartenuti ad enti ormai soppressi come l’Onpi, l’Enlrp, l’Anmil, l’ Enal ed infine, come nel caso di Formia, dell’Enaoli (Ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani).
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.