GAETA – “Uno ‘spottone’ elettorale, forse prenotato a qualcuno, che lascia il tempo che trova ad una settimana dal voto europeo. Il motivo? Questa presunta apertura alla città e alle sue legittime istanze dell’imprenditoria cittadina è stata promossa già nel 2021 ma gli allora promotori di quelle richieste attendono, dopo tre anni, ancora una risposta”. Ad innescare la polemica inizialmente sui canali social era stato il consigliere di minoranza della lista “Insieme con Silvio D’Amante sindaco” e presidente della commissione “Controllo e garanzia” del comune di Gaeta, Franco De Angelis. Aveva deciso di passare al contrattacco dopo aver letto attentamente il contenuto della delibera di Giunta numero 117 del 30 maggio che ha un argomento tanto nobile quanto criptico: “Aggiornamento degli scenari di riferimento e dei programmi di intervento a medio e lungo termine all’interno del territorio amministrato in base agli obiettivi strategici dell’Amministrazione Comunale. Avviso pubblico per operatori economici ed il mondo dell’economia in generale, finalizzato a presentare proposte e progettualità relative a interventi in variante al vigente Piano Regolatore Generale. Atto di indirizzo”
La proposta di delibera era arrivata in Giunta dall’assessore all’urbanistica della Giunta Leccese, Teodolinda Morini che poggia le sue fondamenta nel pliocenico piano regolatore generale approvato dalla Giunta regionale con la delibera numero 1498 del 10 ottobre 1973 (chissà quali sono stati i tentativi a revisionare l’importante strumento urbanistico vecchio di 51 anni fa, non ultimo, puntualmente retribuito, dall’amministrazione Mitrano al gruppo di lavoro dell’architetto Nigro?) e nel programma di mandato della Giunta del sindaco Leccese che si definisce “ente propulsore per le nuove iniziative imprenditoriali e socio economiche per lo sviluppo del territorio. Questo aspetto, legato ad una riorganizzazione amministrativa interna, deve dare modo al mondo dell’imprenditorialità e dell’economia, in generale, di poter avanzare e presentare all’Amministrazione progetti di sviluppo economico e sociale, ove non consentito dalle norme e dagli strumenti vigenti, anche in variante allo strumento di pianificazione urbanistica”.
Il consigliere De Angelis, sempre sui social, aveva esternato i suoi dubbi sulla “reale fattibilità” della delibera 117 allorquando la Giunta, su richiesta dell’assessore Morini, considera la panacea a tutti i mali favorendo il coinvolgimento dei privati nelle future scelte di pianificazione della città il Dpr 160/2010. L’articolo 8 recita che nei comuni in cui lo strumento urbanistico non individui aree destinare all’insediamento di impianti produttivi o individui aree insufficienti l’interessato possa richiedere al responsabile del Suap la conferenza di servizi. Qualora il suo esito comporti la variazione dello strumento urbanistico, ove sussista l’’assenso della Regione espresso in quella sede, il verbale è trasmesso al sindaco o al presidente del consiglio comunale che lo sottopone al votazione della prima seduta consiliare utile”.
Insomma il Dpr prevede il coinvolgimento dell’imprenditoria locale per la realizzazione di una serie di interventi in variante al Prg e il consigliere Franco De Angelis non ha mancato di chiedere di sapere quanti e quali sono stati realizzati nel 2021 sulla scorta delle previsioni del Dpr 160/2010 “ma dubito che qualcuno possa o sia in grado di rispondere”. La Giunta Leccese ora ci riprova inaugurando la procedura dell’avviso pubblico che, come detto, è rivolto agli operatori economici e al mondo dell’economia in generale per proporre progettualità finalizzare a realizzare interventi in variante al Prg. Si tratta di servizi e attività imprenditoriali, sociali e del tempo libero. I partecipanti nell’avviso pubblico in fase di elaborazione da parte del Suap dovranno indica le categorie cui indirizzare le rispettive proposte: quelle tese allo sviluppo dell’offerta turistica “in tutte le sue più ampie accezioni nonché alla valorizzazione culturale e territoriale del territorio, a tutta a filiera della cultura, dell’arte e dell’esperienziali”; alla creazione e sviluppo di servizi connessi al turismo, alla cultura, all’artigianato e alla piccola impresa; sullo sviluppo dell’economia del mare; per la valorizzazione e lo sviluppo della ruralità e nel settore dell’agricoltura; al mondo dello sport in generale, del tempo liberto, dell’infanzia, dell’istruzione, della formazione e dell’assistenza socio-sanitaria, dell’inclusione sociale e del mondo del sociale in generale; alla valorizzazione e riuso di immobili storici e di interesse culturale e finanche alla realizzazione dei servizi integrati per la sosta (parcheggi), il trasporto sostenibile e per la mobilità”.
La campagna elettorale è alle battute conclusive e alle inziali bordate del consigliere De Angelis si sono aggiunti i colleghi di opposizione Emiliano Scinicariello, capogruppo del Pd, e Sabina Mitrano della lista “Gaeta Comunità di Valore”. Hanno sottoscritto un documento congiunto che si interrogano su un quesito e, cioè, se la delibera numero 117 del 30 maggio sia “la più classica delle prese per i fondelli pre-elettorale” o “qualcosa di più serio e preoccupante”. A dire delle minoranze l’atto deliberativo adottato a meno di una settimana dal voto europeo contiene “una serie di aspetti che dovrebbero preoccupare tutti i cittadini che tengano un minimo a Gaeta, se non fossero così marchiani da lasciar intendere che si tratti di una presa in giro malcelata.” Anzitutto i destinatari dell’avviso, che devono essere soltanto “operatori economici ed il mondo dell’economia in generale” e non i “comuni cittadini”.
Per i consiglieri De Angelis, Scinicariello e Mitrano tutto ciò “appare ingiusto e inaccettabile. Altrettanto inaccettabile – aggiungono – è l’esclusione del consiglio Comunale da ogni forma di decisione a riguardo, sebbene ogni variante al Piano Regolatore Generale debba necessariamente passare dalla massima assise cittadina. A meno che non si tratti di varianti non sostanziali, ma di quelle talvolta l’amministrazione comunale di Gaeta ha abusato, e gli esiti li conosciamo tutti (leggasi il rinvio a giudizio per il caso “ex stazione”). In ogni caso, appare assurdo limitarsi a deliberare di “dare mandato ai dirigenti dei dipartimenti dell’Ente, ciascuno per le proprie competenze, in particolare al dirigente del dipartimento SEAP, di provvedere all’attivazione delle necessarie procedure per porre in essere le azioni e le misure descritte nel presente atto”.
I tre esponenti di minoranza chiamano in causa pesantemente la presidente della commissione consiliare Urbanistica Pina Rosato: “E’ assurdo che non ne abbia fatto cenno in occasione dell’ultima conferenza dei apigruppo del 29 maggio (la proposta di delibera è del 27 maggio) o, peggio, non ne sappia nulla. Nel primo caso – osservano Scinicariello, De Angelis e Mitrano – sarebbe un atto gravissimo di mancanza di rispetto verso i colleghi consiglieri e membri della Commissione. Nel secondo sarebbe un atto altrettanto grave nei suoi stessi confronti da parte della Giunta ed in particolare del Sindaco che la presiede e dell’assessore Morini che quella proposta l’ha portata in delibera”. ù
Il Comune di Gaeta – come già anticipato – ha liquidato centinaia di migliaia di euro per far realizzare le linee Guida al Piano Regolatore Generale, peraltro approvate nella scorsa consiliatura, per “poi continuare con interventi in variante ad un Piano Regolatore Generale del 1973, creato per una città che mirava ai 50mila residenti ed oggi si ritrova con meno di 20mila. Se non è danno erariale questo…”.
Le minoranze di centro sinistra sono convinte di un pensiero: per presentare proposte e progettualità da parte di attività produttive (che non sono solo quelle commerciali) “non basta presentare un’idea, ma occorre un vero e proprio progetto fatto di stime economiche e previsioni occupazionali, deve passare per una valutazione ambientale. Insomma, non può trattarsi di proposte estemporanee e strampalate, ma devono avere un business plan decoroso, e soprattutto dovrebbero seguire un iter di legge che prescinda da questa delibera elettorale”. In altri termini “slegare questa proposta dall’iter in corso per il nuovo Piano Regolatore Generale significa che di quel piano non interessa proprio a nessuno… insomma, denari pubblici buttati e una Città che non evolverà mai. Dunque, in assenza di una considerazione più generale del contesto urbano e di una logica di sistema territoriale, pensare semplicemente di mettere un’attività produttiva dove ‘fa comodo a qualcuno’ è una logica miope tipica degli anni ‘50. Eh sì, Anni ’50… ” – concludono De Angelis, Scinicariello e Mitrano… alla faccia degli Avanti tutta!