Itri / Elezioni Europee, l’analisi del voto in vista delle prossime elezioni amministrative

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ITRI – Il voto europeo al comune di Itri ha restituito due messaggi politici contradditori l’uno con l’altro a pochi mesi dallo scioglimento del consiglio comunale decretato dalla mancata approvazione del bilancio di previsione da parte della componente di Fratelli d’Italia (guidata dall’assessora e consigliera regionale Elena Palazzo) presente nella maggioranza guidata dall’ormai ex sindaco Giovanni Agresti. Il centro destra se si dovesse presentare unito in una logica maggioritaria non avrebbe avversari da battere. Potrebbe essere così in un contesto elettorale amministrativo ma le scorie derivanti dalla sfiducia operata da Fdi nei confronti del quattro volte sindaco Agresti induce a pensare come siano ridotte al lumicino, se non vicine allo zero, le possibilità che Fratelli d’Italia e Forza Italia (che insieme hanno raccolto oltre il 70% dei voti validi) possano presentarsi nella stessa lista alle amministrative anticipate della primavera 2025.

In un contesto territoriale il cui la disaffezione alle urne sia stata poco meno del 50% – hanno votato 4253 degli 8960 aventi diritto – l’annunciata vittoria elettorale di Fdi (1235 voti di lista) c’è stata ma non è stata schiacciante come si paveItrintava contro i sempre più avversari politici di Forza Italia che, nonostante l’anticipata conclusione della quarta consiliatura del sindaco Agresti – ha cercato di tenere testa (con 787 preferenze) ad una forza politica, Fdi, guidata da Elena Palazzo nella duplice veste di consigliera e assessore regionale all’ambiente e al turismo. Se sul gradino più basso del podio è salito (nonostante le datata divisioni interne) il Partito Democratico con 563 voti, al di sotto dele aspettative è stato lo score elettorale del Movimnento Cinque Stelle (336) a differenza dell’ottimo rendimento elettorale ad Itri di Alleanza Verdi e Sinistra (512 voti) grazie all’apporto personale nel corso della campagna elettorale del migliore assessore in carica nella quarta Giunta Agresti, l’ex responsabile della cultura Salvatore Mazziotti.

La Lega ha provato a difendersi con 251 voti di lista ma è stata quasi agguantata dagli Stati uniti d’Europa (215) grazie alla riconosciuta impronta personale del sindaco di Minturno e presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli. Non hanno superato quota 100 Azione di Carlo Calenda (66 voti), Pace Terrà e Dignità (51) e Democrazia Sovrana popolare.

Con il bottino di 1235 preferenze di lista “gli itrani hanno dimostrato di saper distinguere. Fratelli d’Italia è sempre il primo partito”. A dichiararlo è stato un fedelissimo dell’assessore Palazzo, il capogruppo uscente e coordinatore comunale di Fdi Simone Di Mascolo: “L’affermazione decisa si è registrata per tutti e 3 i candidati sostenuti dal circolo locale, Meloni, Procaccini e Di Russo, terzina “territoriale” sostenuta con forza anche sul resto della provincia dall’Assessore regionale Elena Palazzo, sempre più punto di riferimento del nostro territorio”.

Forza Italia sottovoce ha fatto sapere, se fosse in Fdi, di non dare eccessiva enfasi ai risultati ottenuti singolarmente dai candidati su cui puntava l’assessore Palazzo. Tranne Giorgia Meloni, indiscutibilmente la più votata con 833 voti personali, Nicola Procaccini (con 669 voti) ha preso soltanto 14 preferenze in più (655) rispetto al candidato su cui puntava Forza Italia Salvatore De Meo. Anzi l’ex sindaco di Fondi ha fatto meglio della terza candidatura sostenuta a livello locale e provinciale dall’assessore Palazzo, l’avvocato formiana Civita Di Russo (con 642 voti).

Del resto i più votati nelle altre liste sono stati per Alleanza Verdi e Sinistara l’ex vice presidente della Regione Lazio Massimiliano Smerigio (225 voti) e l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino (182): per la Lega la deputata in carica di Latina Giovanna Miele (79) e l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio Mario Abriuzzese (65); per il Movimento Cinque Stelle Federica Lauretti (47) e l’ex calciatrice azzurra Carolina Morace (42), per il Partito Democratico l’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (con 132 voti) ha fatto meglio della segretaria nazionale Elly Schlein (117) mentre per gli Stati Uniti d’Europa il sindaco-presidente Stefanelli con 163 preferenze personali ha raccolto quasi il 70% dei voti complessivi della sua lista.