PONZA – Arrestato venerdì ad ora di pranzo in flagranza di reato con l’accusa di tentata concussione mentre intascava da un imprenditore romano una bustarella contenente 5000 euro in contante, l’ex delegato ai Lavori Pubblici del comune di Ponza Danilo D’Amico non è più neanche consigliere comunale di maggioranza. Il 33enne ha deciso di rassegnare le sue dimissioni dall’incarico che l’aveva visto tra i più votati alle amministrative del giugno 2022. D’Amico, che si trova ai domiciliari presso la sua abitazione in località Pizzicato a Ponza, ha condiviso questa scelta con il suo legale difensore, l’avvocato Mauro Romanzi, alla vigilia dell’importante interrogatorio di convalida in programma lunedì mattina davanti il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce.
La decisione di D’Amico di abbandonare il consiglio comunale di Ponza e la lista di maggioranza “Cambiamo il vento” (sarà surrogato dal primo dei non eletti è finalizzata a chiedere, attraverso la sua difesa, la revoca della detenzione domiciliare sulla scorta del venir meno della reiterazione del reato che, secondo l’avvocato Romanzi, il suo assistito avrebbe potuto commettere se avesse continuato ad esercitare un ruolo istituzionale pubblico. I Carabinieri della Compagnia di Formia, da parte loro, continuano ad indagare su questa vicenda in stretto coordinamento con il sostituto Procuratore Flavio Ricci. Gli accertamenti sono finalizzati a verificare la durata ed il tipo di rapporto che D’Amico avrebbe eventualmente instaurato con la ditta romana “Garden Nomentano” ma anche eventuali complicità che lo stesso consigliere, auto-dichiaratosi coordinatore comunale e dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, avrebbe beneficiato all’interno dell’apparato tecnico burocratico del comune di Ponza per pilotare l’esito di alcune gare pubbliche.
Ancora incredulo ed amareggiato per quanto accaduto venerdì mattina all’interno dei bar dei Pesci, il sindaco di Ponza Franco Ambrosino ha ricordato il ruolo che ha svolto D’Amico nella sua amministrazione: “Non sono mai mancate le richieste per entrare in Giunta ma D’Amico svolgeva l’incarico di delegato ma senza alcun potere di firma perché non sarebbe stato possibile. Leggo che D’Amico avrebbe promesso l’aggiudicazione dell’appalto per la gestione del decoro urbano. Non so come ciò sarebbe stato possibile. La ‘Garden Nomentano’ non ha potuto neppure parteciparvi perché ha presentato in ritardo la sua richiesta attraverso la piattaforma digitale”.
E allora: perché quei 5000 euro in quella busta consegnata ala presenza di ben tre Carabinieri in borghese del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Formia? E’ un interrogativo cui devono dare risposta le indagini tuttora in corso di svolgimento.