APRILIA – Ecco perché è stato arrestato ed è finito ai domiciliari il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi. Lo hanno detto nel corso di un’affollatissima conferenza stampa che hanno tenuto mercoledì negli uffici della Procura di Roma il procuratore capo Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Ilaria Calò. Sono stati in effetti i due magistrati che hanno chiesto le misure cautelare nei confronti di altre 24 persone provvedimenti che hanno terremotato il secondo comune più importante della provincia di Latina (e tra i più popolosi dell’intera Regione Lazio) e hanno messo una seria ipoteca sul futuro della consiliatura iniziata meno di un anno fa. I due magistrati hanno ripercorso l’entità della voluminosa ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di piazzale Clodio specificando come il sindaco Principi , indagato per associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso e turbativa, sia finito nei guai per fatti verificatisi sei anni fa, in occasione delle penultime elezioni amministrativa seguito delle quali divenne vice sindaco dell’allora primo cittadino Tonino Terra, anch’egli indagato (ma a piede libero) insieme all’ex assessora ai lavori Pubblici e ora consigliera comunale di opposizione (insieme a Terra) Luana Caporaso.
Citando l’ordinanza cautelare gli inquirenti hanno sottolineato che Principi, da candidato al consiglio comunale, avrebbe accettato la promessa di due imprenditori legati alla criminalità organizzata di procurare voti in cambio di utilità: almeno 200 voti sui 453 ottenuti da Principi in quella tornata elettorale – era stato candidato per la prima volta per il consiglio comunale nel 2005 sarebbero arrivati grazie a questo sistema in cambio di lavori a ditte riconducibili all’organizzazione e posti di lavoro. “Faremo il comune nel comune”. E’ quanto avrebbe poi affermato, in una intercettazione agli atti, uno degli indagati nell’inchiesta della Dda di Roma. Fu la frase di un imprenditore pronunciata in vista della stesura del “patto” per le elezioni comunali del 2018. E poi…“Un problema di un apriliano diventerà quello di tutti gli apriliani”, diceva in un’altra intercettazione.
Lo Voi e Calò hanno specificato come la Dia ed il comando provinciale dei Carabinieri di Latina, coordinati dalla Dda della capitale, hanno di fatto smantellato “un’’associazione mafiosa ( con rapporti con il clan dei Casalesi e con quello dei Polverino) che controllava completamente il Comune di Aprilia dal punto di vista economico-imprenditoriale e dal punto di vista amministrativo”. Come? Tra le attività svolte quello “lo spaccio di stupefacenti senza limiti, estorsioni, recupero crediti, acquisizioni di attività economiche, prestiti a usura”. E poi un episodio, inquietante, che chiama pesantemente in aula l’allora vice sindaco, poi diventato sindaco di Aprilia alla testa di un cartello di centro destra composto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e da alcune liste civiche.
Fu posto il problema in Giunta di costituirsi parte civile in un procedimento penale: “Scoppiò una querelle interna – è stato spiegato – Quello che era il vicesindaco, poi diventato sindaco, era intervenuto in maniera energica dicendo che erano affari privati e non riguardavano il Comune”.
Ecco tutti i nomi degli indagati: Patrizio Forniti; Luca De Luca; Marco Antolini; Ivan Casentini; MDC (deceduto nel 2021); Luigi Morra; Antonino Ziino; Nabil Salami; Monica Montenero; Yesenia Forniti; Riccardo (detto Roberto) Venditti; Lanfranco Principi; Sergio Gangemi; Simone Amarilli; Sergio Caddeo; Antonio Fusco; Antonio Morra; Massimo Picone; Matteo Aitoro; Jasmail Singh; Gianluca Vinci; Gianluca Mangiapelo; GM (deceduto nel 2024); Gianluca Micheli; Gianluca Ambrosini; Giulia De Rosa; Salvatore Smiraglia; Stefano Licari; Dimitri Montenero; Tiziano Paternoster; Daniele Ambrosini; Simone Tosi; Manuel Montenero; Antonio Terra; Luana Caporaso; Paolo Terribili; Umberto Martone; Urbano Tesei; Marco Laorente; Fabrizio Antolini.
Poche sono state sinora le dichiarazioni del mondo politico su questa bufera giudiziaria che ha investito il comune di Aprilia ed il suo sindaco che aveva creato non pochi motivi di interesse qualche mese con una sua clamorosa iniziativa politica. Aveva deciso di far scendere il comune dal suo Aventino diventando a far parte della presidenza dell’Egato 4 contribuendo a far eleggere il neo presidente di Acqualatina, la leghista Marzoli, contro le indicazioni di Forza Italia di cui si riteneva far parte.
E il primo in assoluto a commentare i 25 arresti di mercoledì dei Carabinieri è stato il coordinatore provinciale di Latina di Fratelli d’Italia, il Senatore Nicola Calandrini: “Quanto emerge dalla maxi operazione di Aprilia da una parte addolora ma dall’altra dimostra ancora una volta che lo Stato è presente e che non c’è spazio, nel nostro territorio, per la malavita. Un plauso alla Dda di Roma, alla Dia e all’Arma dei Carabinieri per il lavoro svolto che ci offre uno spaccato criminale preoccupante del territorio alle porte di Roma e in quello Pontino ma allo stesso tempo dimostra ancora una volta una capacità di resilienza senza pari di chi è chiamato a difendere la legalità. Bene anche la decisione della Commissione antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, di richiedere formalmente l’acquisizione degli atti dell’inchiesta. Per quanto riguarda il Sindaco Lanfranco Principi, premettendo che i fatti contestati risalgono al 2018 e non riguardano il suo attuale mandato, auspico che possa chiarie al più presto la sua posizione, fermo restando la massima fiducia nella giustizia”.
Durissimo anche il consigliere e commissario regionale di Azione, Alessio D’Amato: “Quello che sta emergendo nell’ambito della maxinchiesta dell’antimafia ad Aprilia desta forte inquietudine. La penetrazione mafiosa nella quinta città del Lazio è preoccupante, la mafia continua ad operare e si adegua come ha dichiarato il Procuratore Francesco Lo Voi. Alla Dda i Roma e ai carabinieri della DIA di Roma va piena fiducia con l’auspicio che si faccia presto piena luce, poiché ne va della tenuta democratica di una parte importante del nostro territorio”.
Il commento del Partito Democratico è stato quello di una consigliera regionale eletta in provincia di Roma, l’attuale vice presidente della commissione Antimafia alla Pisana Eleonora Mattina: “Uno scenario inquietante che ancora una volta accende un faro sulle infiltrazioni della mafia all’interno delle Istituzioni accanto al quale emergono due elementi fondamentali: la fiducia nelle Autorità competenti, alle quali va la mia gratitudine, e la società civile che lotta ogni giorno e si ribella contro questo sistema di potere malato. Due elementi di speranza per i nostri territori e la tutela della legalità: che siano da monito, e allo stesso tempo da incentivo, per la politica affinché quest’ultima possa affrancarsi dalla morsa delle mafie, che divorano beni comuni ed economie locali, e tornare a prestare la propria opera al servizio della collettività, senza più scoprire il fianco a zone grigie di potere”.
Così in una nota il capogruppo M5S Lazio, Adriano Zuccalà, e la coordinatrice M5S di Latina e provincia, Maria Grazia Ciolfi: “L’operazione antimafia che ha portato all’arresto del sindaco di Aprilia e di altre 25 persone desta grande preoccupazione: un’associazione mafiosa radicata in città e dedita a estorsioni, usura, traffico di sostanze stupefacenti, controllo di appalti, servizi pubblici ed esercizio del voto. Una situazione molto grave che è ora all’attenzione della Commissione antimafia e che va affrontata a partire dalle realtà sane del territorio: servono anticorpi forti per contrastare le infiltrazioni mafiose, ed è compito delle istituzioni fornire gli strumenti per rafforzare il tessuto sociale e sostenere la cittadinanza. Il Movimento 5 Stelle chiede innanzitutto al sindaco di rassegnare le dimissioni a tutela della comunità di Aprilia: la giustizia farà il suo corso, ma ora è il tempo della responsabilità. I cittadini di Aprilia meritano un’amministrazione pubblica trasparente che lavori nell’esclusivo interesse della collettività”.