GAETA – Che il comune di Gaeta rievochi le gesta cinematografiche di una fortunata pellicola, “Prova d’Orchestra”, di Federico Fellini dovendo lamentare la mancanza di un direttore, di un spartito e soprattutto di un programma musicale da seguire la conferma, purtroppo, puntuale è arrivata nella tardata mattinata di venerdì. Dotandosi di grande coraggio – come l’interessato ci ha confermato – Angelo Magliozzi, il “Mr Preferenze” della politica da qualche anno, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di assessore che non aveva assunto in un’altra era glaciale ma soltanto due mesi orsono, quello di responsabile ai Grandi Eventi, al turismo e al commercio. Angelo Magliozzi – secondo i solitamente ben informati – non vedeva l’ora di abbandonare il palazzo municipale di Gaeta nel momento in cui ha consegnato una stringatissima lettera in cui, sfidando l’umana delusione del sindaco Cristian Leccese (le dimissioni le avrebbe considerate peggio di una coltellata alla schiena), ha ufficializzato la decisione di abbandonare la Giunta a soli due mesi dalla sua nomina assessorile.
Ma perché questa fretta (e furia) all’inizio di una stagione turistica a cui l’imprenditore balneare avrebbe voluto dare a mano dopo essere rimasto ai box in consiglio per due anni dopo la mancata nomina ad assessorile subito dopo il voto amministrativo del giugno 2022? Non è il mistero della fede oggetto delle sedute di catechismo settimanale ma l’amore tra Magliozzi e la prima amministrazione del dopo Cosimino Mitrano non è mai sbocciato. Magliozzi ha deciso di togliere il disturbo – l’aveva fatto due mesi dal consiglio comunale in cui era stato surrogato da una consigliera comunale-cugina come Michela Di Ciaccio – ufficialmente per motivi di lavoro.
“Tanto lo so che non sarò mai creduto ma devo rispondere in questo momento alla mia coscienza – ha esordito Magliozzi – Alcune nuove iniziative imprenditoriali a Roma e a Formia non sono decollate come avrei voluto e sperato e mi sono reso conto che continuare a rivestire l’incarico di assessore avrei fatto male le due cose. Ho restituito le deleghe a Cristian, di cui comprendo la sua amarezza, perché non mancheranno altre risorse umane all’interno di questa maggioranza a cui potrebbero essere attribuite le deleghe che correttamente ho restituito al sindaco. Ho detto a Cristian che non scappo e , se dovesse aver bisogno di qualche consiglio (“perché non sarò stato il migliore assessore della storia politico amministrativa del comune ma neanche l’ultimo per capacità ed esperienza”), sa dove trovarmi”.
Angelo Magliozzi ha definito invece fantascientifiche riportate da alcuni ricostruzioni sui social circa la vera ragione di questo abbandono clamoroso: il contenuto di una recente delibera di Giunta che fissava alcuni criteri per riattribuzione delle concessioni demaniali nel momento l’Autorità nazionale sul mercato e sulla concorrenza ha deciso di impugnare al Tar una delibera dello scorso dicembre della Giunta Leccese circa il rinnovo delle concessioni a tutto il 2024 quando le stesse – ha fatto rilevare l’Agcm – andavano esternalizzare con licitazioni pubbliche in base alla direttiva Bolkstein.
“Posso dire una cosa che qualcuno potrebbe definire ipocrita e falsa ma – ha fatto sapere subito Magliozzi – io la delibera con cui abbiamo definito i criteri per la riassegnazione delle concessioni la difendo a denti stretti. Potrebbero non essere d’accordo la mia famiglia e lo stesso mio padre ma a Gaeta, a differenza di quello che pensano tanti miei colleghi, bisogna avere più coraggio in tema nella futura gestione delle spiagge. La delibera si è ispirata al decreto legislativo 118/2022, quello sulle concorrrenza, ed il settore deve capire che deve essere arbitro del suo destino proponendo soluzioni migliorative da rivendicare anche in una gara d’appalto pubblica”.
Quelle di Magliozzi sono parole forti dirompenti, che probabilmente gli hanno creato attorno un terreno bruciato da parte di una categoria che forse dalla Giunta Leccese attendeva una delibera più protezionistica. E non è finita. Angelo Magliozzi ha deciso di togliere il disturbo per coltivare i suoi legittimi interessi imprenditoriali ma non potendo più gestire un isolamento che forse avvertiva all’interno della Giunta. E la più indiziata sembra essere l’attuale vice sindaco ed assessore alla scuola Gianna Conte, la stessa con quale Magliozzi avrebbe dovuto operare una staffetta nell’ultima parte della consiliatura in corso per assumere il ruolo di “vice” di Cristian Leccese.
La ragione? Basta rivolgere lo sguardo alla campagna elettorale delle europee di meno di un mese fa quando Magliozzi, appena nominato assessore, chiedeva chiarimenti al consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano e al sindaco Leccese circa il comportamento elettorale della professoressa Conte, assessora in una Giunta monocolore di Forza mentre il marito, l’imprenditore Marco Crocco, era protagonista di iniziative elettorali pubbliche a favore del candidato della Lega, l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio (di Forza Italia), il cassinate Mario Abbruzzese.
Un fatto è certo. Le dimissioni nel palazzo di piazza XIX Maggio le attendeva da giorni. Basta verificare il tempismo – degno del migliore tempo di reazione di Marcell Jacobs nella finale olimpica dei 100 metri – con cui il sindaco Leccese ha messo l’ennesima pezza. Le deleghe di Magliozzi sono state assunte ad interim dal primo cittadino che in una situazione eufemisticamente caotica ha attribuito quelle del dimissionanario assessore all’ambiente e all’igiene urbana Diego Santoro al neo consigliere provinciale di Forza Italia Luca Gallinaro (“Mitrano nel cuore”).
L’avvicendamento c’è stato nel pomeriggio quando il gastroenterologo dell’ospedale Dono Svizzero di Formia, fratello della plenipotenziaria dirigente del comune (in aspettariva Maria Veronica), è stato costretto anche a dimettersi da consigliere comunnale. Alla prima seduta utile sarà surrogato dall’ex raimondino Rosario Cienzo che con pochi voti raccolti alle amministrative del giugno 2022 potrà dire ai suoi nipotini di essere tornato in consiglio a distanza di anni. Capita. Non capita invece quanto avvenuto dal giugno 2022 in poi. Sono cambiati cinque assessori, a conferma che Cosimino Mitrano non è ancora fortunatamente la pecora Dolly: non è clonabile. Sono cambiati cinque assessori durante la prima Giunta Leccese e non tutti l’hanno fatto con serenità d’animo.
Da Lucia Maltempo a Linda Morini, da Simone Petruccelli a Gianna Conte, da Diego Santoro a Luigi Cascioni, da Angelo Magliozzi a Luca Gallinaro per non parlare del misterioso buco nero rappresentato dalla cacciata dell’avvocato di Fratelli d’Italia Mario Paone, rimpiazzato dal collega (ma non di Fdi ma di Forza Italia), Stefano Martone. Con Mitrano sindaco gli avvicendamenti in Giunta avvenivamo (e come no) ma a deciderli era il maestro d’orchestra ma con un’apprezzabile delicatezza. Quell’orchestra doveva suonare. Lo sarà pure questa in carica – ma fanno rilevare le minoranze – il Titanic sta affondando sempre di più…