APRILIA – Una base imponibile di oltre sei milioni sottratti, dopo una verifica fiscale eseguita dall’Agenzia delle Entrate, all’erario. E’ quella smascherata dal comando provinciale di Latina della Guardia di Finanza che ha eseguito un’ordinanza di sequestro nei confronti di F.G., di 55 anni, amministratore di una società di capitali di Latina operante nel settore del commercio all’ingrosso di parti e accessori di autoveicoli. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano e scaturisce, oltre che da riscontri contabili di natura tributaria, anche da indagini di polizia giudiziaria e investigazioni economico-finanziarie, che hanno consentito di ipotizzare la commissione di una frode fiscale perpetrata dalla società di Aprilia.
Secondo le risultanze investigative delle Fiamme Gialle questa realtà imprenditoriale avrebbe sottratto – come detto – al Fisco oltre 6 milioni di euro e accumulando negli anni un consistente indebito vantaggio tributario. Il suo legale rappresentate è accusato – da qui il sequestro finalizzato alla confisca ma anche la denuncia di dichiarazione infedele, occultamento o distruzione della documentazione contabile obbligatoria, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita – di aver occultato e distrutto le scritture contabili ed i documenti (di cui è obbligatoria la conservazione, nel tentativo di impedire agli organi di controllo la ricostruzione effettiva del reale volume d’affari conseguito dall’impresa e la correlata quantificazione delle somme da versare allo Stato, sia ai fini delle imposte sui redditi che dell’Iva).
Ma anche di aver presentato dichiarazioni infedeli, sia ai fini dell’Ires oltre che dell’Iva evadendo imposte per oltre 1,7 milioni di euro; di aver effettuato una serie di operazioni economiche a danno della stessa società al fine non solo di sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte, ma anche di portare la stessa società in una situazione di dissesto finanziario, con conseguente svantaggio sia dei creditori che dell’Erario. In più la Procura ci Cassino accusa l’imprenditore apriliano di aver reimpiegato in una distinta società, riconducibile alla stessa persona, somme illecite per l’acquisto di una Porsche 911 GT3 e quale caparra per l’acquisto di un capannone industriale.