TERRACINA – Le attività del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina continuano con vigore per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori nel settore agricolo. Dopo le recenti operazioni che hanno interessato diverse aziende nelle aree di Latina, Sabaudia, Terracina e Fondi, è stato eseguito un ulteriore intervento su due aziende agricole a Terracina, scelte a seguito di approfondite indagini e analisi di rischio.
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Terracina, sotto la guida del capitano Gianmarco Sportiello, hanno effettuato un controllo mirato presso le sedi e le aree di coltivazione delle aziende, acquisendo documentazione contabile ed extracontabile per esaminare la gestione societaria e i rapporti lavorativi. I finanzieri hanno identificato i lavoratori presenti, raccogliendo informazioni sulla natura effettiva del loro rapporto di lavoro, le caratteristiche delle prestazioni svolte e le condizioni lavorative.
Durante l’ispezione, oltre alla verbalizzazione dei due titolari delle aziende agricole, sono stati identificati 20 lavoratori, tutti di nazionalità indiana. Di questi, 11 sono risultati completamente “in nero”, privi di qualsiasi contratto di lavoro. Per altri 4 lavoratori, pur formalmente assunti, sono emerse irregolarità come un numero di ore lavorate superiore a quello dichiarato e salari inferiori a quelli ufficialmente riportati.
Un caso particolare riguarda un lavoratore “in nero” privo di permesso di soggiorno o documentazione valida per la presenza sul territorio nazionale. Sono in corso ulteriori approfondimenti per ricostruire le singole posizioni e verificare eventuali condotte più gravi di sfruttamento e “caporalato”.
Questa operazione si aggiunge alle numerose attività in corso nel settore e rientra nella strategia di contrasto al “sommerso da lavoro” e allo sfruttamento della manodopera. Gli obiettivi della Guardia di Finanza includono il recupero di somme sottratte alle risorse pubbliche e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Il “lavoro nero” danneggia l’intero sistema economico nazionale, sottrae risorse all’Erario, compromette i diritti dei lavoratori e mina la concorrenza leale tra le imprese, imponendo spesso condizioni lavorative lesive della salute e della dignità umana.