FORMIA – “Formia è stata trasformata per 48 ore in un set teatrale”. E’ il commento a Freddo di Michele Forte sui postumi dell’omicidio di Mario Piccolino, l’avvocato blogger di Formia. In conferenza stampa assieme ai consiglieri comunali ed esponenti politici Maurizio Costa, Pasquale Cardillo Cupo, Nicola Limongi, Antonio Di Rocco, Amato La Mura, Vincenzo Forte, Giovanni Valerio, Nicola Riccardelli e Dario Colella (appartenenti ai gruppi politici di Udc, Generazione Formia e Idea Domani) ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno perché il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo chiarisca quanto accaduto nei giorni successivi al delitto e per la ricaduta negativa dal punto di vista dell’immagine per l’intera città. Alle tre forze politiche non è andato giù che l’omicidio piccolino sia stato fatto passare per un omicidio di camorra, mentre le indagini andavano in un’altra direzione. La pista “personale” è stata poi confermata dall’arresto di Michele Rossi, l’imprenditore residente a Santi Cosma e Damiano reo confesso.
Secondo quanto dichiarato dai capigruppo il documento avrebbe già raccolto la firma di 6 membri della massima assise di Formia. Il regolamento del comune di Formia prevede in questi casi tempi tecnici per la discussione di massimo 45 giorni dal deposito della richiesta al presidente del consiglio (Maurizio Tallerini). Michele Forte ha poi annunciato di aver intrapreso l’organizzazione di un convegno. Non è ancora stata fissata la data ma dovrebbe rappresentare un momento di riflessione sul reale stato di infiltrazione della camorra sul territorio. Attorno al tavolo dovrebbero sedere magistrati, parlamentari ed esperti.
Senza mezzi termini l’attacco portato dal senatore Michele Forte al sindaco Bartolomeo. L’ex sindaco ha bollato come bufala le dichiazioni dell’attuale primo cittadino sul piano regolatore. “Non c’era nessuna pallottola pronta per l’amministrazione – ha detto – si è infangato il nome della città anche sui giornali esteri con pesanti ricadute economiche per il turismo”. Da quanto è emerso in conferenza stampa operatori turistici, commercianti ed albergatori starebbero preparando una class action per danno d’immagine.
Bufale sono considerate la posizione dell’amministrazione comunale sul piano regolatore e sulla lotta alla camorra. “Per quanto riguarda il piano regolatore – ha spiegato Forte – avevo portato la cubatura realizzabile sull’area D’Agostino da oltre 60mila metri cubi a circa 25mila. Bartolomeo disse all’epoca di essere pronto a votare il piano di Purini, ma noi avremmmo dovuto stralciare il progetto di realizzare il nuovo cimitero in località “Gli Archi”. Quindi se il prg andava bene non capisco ora questa sceneggiata”. Nicola Riccardelli ha poi precisato che i due prg differiscono anche nella collocazione delle cubature aggiuntive. La vecchia proposta propendeva per maggiori cubature per le aree di completamento lungo la strada rotabile da Maranola a Castellonorato, l’attuale invece prevede cubature concentrate e consumo di suolo zero “concentrando di fatto la possibilità di costruire in poche mani”.
Per quanto riguarda invece la lotta contro l’infiltrazione della camorra, il consigliere Giovanni Valerio ha spiegato di aver scoperto insieme ai colleghi che il Seven Up non fu acquistato ad un’asta fallimentare (e dunque sottratto ai clan) ma privatamente, direttamente dal proprietario con regolare atto notarile. “Il sindaco – ha accusato – è entrato sulla scena del delitto pochi minuti dopo che era stato commesso, inquinando così le prove. Abbiamo chiesto di vedere le carte sulla nomina della criminologa Giuliani. Ma forti dubbi ci sono anche sulla costituzione di parte civile e la nomina di Mattia Aprea che per noi, a norma del testo unico degli enti locali, non si poteva fare”.
“Dopo tutto quello che è successo – ha detto Nicola Riccardelli – mi aspettavo che durante il bilancio si ponesse l’accento sui temi della sicurezza invece che su quelli della cultura. Ma gli emendamenti sulle telecamere e sui vigili urbani (la graduatoria è scaduta per cui l’amministrazione ha deciso di assumere da quella di altre città) non sono stati accolti”. I consiglieri hanno poi posto l’accento sulla partenza della segretaria comunale dopo solo un anno e mezzo, allontanatasi a loro avviso proprio perché non convinta della bontà degli atti amministrativi.
“E’ inutile continuare a gettare fango sulla città – ha concluso – Sandro Bartolomeo è al quarto mandato. Se qualcuno sa qualcosa parli. Se c’è davvero la camorra il sindaco si deve dimettere e deve subentrare subito il commissario prefettizio”.
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