GAETA – Era stato ingiustamente coinvolto in un giro di scommesse nel 2011 al punto da subire l’onta dell’arresto. Avrebbe potuto beneficiare della prescrizione ma declinò quella possibilità sapendo di essere innocente. Chiese per questo di essere processato e alla fine ebbe ragione ancora lui: prosciolto con sentenza definitiva e inappellabile. Ma il male, cinico e baro, lo mise ancora a dura prova nel 2020, benché questa volta a fare goal, il più importante della sua vita e dell’apprezzata e lunga carriera, sia stato lui. Si tratta di Giuseppe “Beppe” Signori. Se queste durissima esperienze avrebbero messo kappaò chiunque, al campione cresciuto nell’oratorio di Alzano Lombardo sono servite tantissimo per iniziare un’altra mission che lo sta portando in giro per l’Italia ad insegnare il calcio ai bambini. E Signori, vice campione del mondo con la maglia azzurra nel forno di Pasadena nel 1994 e tra i marcatori più prolifici nella storia del calcio italiano di sempre, ha fatto tappa martedì (è previsto il bis anche mercoledì mattina) per partecipare presso il riqualificato rettangolo di gioco del campo “San Carlo” nel quartiere de La Pjaia a Gaeta, ad un seguitissimo e riuscito stage organizzato dalla gloriosa Polisportiva a favore della sua promettente càntera, la scuola calcio intitolata, a sua volta, ad un monumento del calcio gaetano di sempre, in campo, sulla panchina e dietro una scrivania, qual è stato Franco Albano.
Tantissimi bambini, di età compresa tra gli 11 e i 7 anni, hanno deciso, in compagnia dei rispettivi genitori, si sfidare la canicola per far parte della “Beppe Signori Academy”. Il campione bergamasco è arrivato a Gaeta grazie alla storica e bella amicizia che lo lega ad Antonio Montella, il patron dell’agenzia turistica “I Viaggi di Kilroy” che ha generosamente voluto sostenere questa “due giorni” in stretta collaborazione con uno dei club della Lazio più attivi (in campo sociale e aggregativa) in campo regionale, quello di Gaeta intitolato ad uno sfortunato finanziere qual è stato il compianto Paolo Di Perna. E Signori ha confermato di essere un campione di umanità volendo incontrare, affiancato dalla sua famiglia e dai suoi figli, i familiari di Paolo che decise di costituire a Gaeta un club della “prima squadra della capitale” nel momento in cui all’ombra del Cupolone erano arrivati da Foggia un certo Zdenek Zeman ed il biondo attaccante cresciuto in una famiglia ipereligiosa e molto devoto a Padre Pio.
“Quando gli amici mi chiamano mi metto a disposizione nella misura in cui mi si chiede di dare una mano, anche per un paio di mattine, a favore dei bambini – ci ha detto Signori nell’intervista rilasciata nell’accogliente Lido “Lido” di Serapo – Li devo ringraziare, unitamente alle loro famiglie, perché l’accoglienza è stata davvero trionfale. Quando loro sono nati io avevo smesso di giocare da anni. Eppure tutti si ricordano dove ho cominciato nell’oratorio del mio paese, dove ho esordito nel professionismo (a Leffe), quanti goal ho realizzato a Foggia e, via dicendo, nella Lazio (essere sul podio degli attaccanti più prolifici di sempre insieme a Ciro Immobile ed ad un mito che si chiama Silvio Piola), nella Sampdoria, nel Bologna, nella nazionale azzurra e dove ha chiuso con il calcio giocato, nel Sopron, in Ungheria. Essere ricordato per quanto ho dato in campo è sempre un motivo di soddisfazione ma non dimentico che a Roma sono scesi in strada quando fu ceduto. Ti dico che è un ricordo che mi porto dentro. Certo, se avessi vinto tre anni dopo lo scudetto con la Lazio di mister Sven-Göran Eriksson sarebbe stato meglio ma non mi lamento….Non mi lamento nel momento in cui, davanti a tante ingiustizie (l’arresto e poi l’assoluzione) e alla malattia mi sono aiutato con gli sguardi dei mie bambini che mi hanno detto «Papà, su ce la puoi fare!». Ed eccomi qui a Gaeta con tanti amici, pronto ad insegnare, nonostante il poco tempo a disposizione, il calcio a tanti bambini di questa città. Fanno parte di una scuola calcio che porta il nome di un calciatore, di un tecnico ed un dirigente che a Gaeta merita soltanto una parola: rispetto”.
Nell’intervista video Signori naturalmente si sofferma sulle attuale disavventure del calcio italiano (“bisogna avere coraggio e capacità di investire e di attendere la crescita nei giovani dopo i recenti fallimenti ai campionato europei”), sul nuovo campionato italiano appena iniziato e sulla Lazio di mister Baroni (“Ha saputo ringiovanirsi dopo aver capito che ea finito un ciclo e sono convinto che potrà conquistare un posto nella prossima Champions League”) e sul campionato di serie B: “Il Frosinone di Vivarini meritava di stare in un’altra categoria ma un finale deludente l’ha condannato alla retrocessione. Con la Samp, con cui ha pareggiato domenica, e la Cremonese si giocherà i tre posti per tornare in serie A”.
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INTERVISTA Giuseppe Signori, ex calciatore e Antonio Montella, patron “I Viaggi di Kilroy”
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