FONDI – Una delle icone della cinematografia mondiale di tutti i tempi ha impreziosito mercoledì sera l’appuntamento principale della 23° edizione del “Fondi Film Festival- Riviera d’Ulisse XXIII”. Il premio Oscar della fotografia Vittorio Storaro è stato l’assoluto protagonista di un incontro che, organizzato dall’associazione culturale “Giuseppe De Santis”, per quasi due ore ha emozionato il folto pubblico presente presso la Sala Lizzani del Complesso di San Domenico. Storaro ha tenuto una seguitissima ed emozionante conversazione su arte figurativa e cinema. Da Mantegna a Bacon, passando per Caravaggio, Deineka e Magritte, Storaro ha commentato alcune delle loro opere che hanno ispirato la sua attività d’indagine e di studio nel rapporto tra la Cinematografia e le altre arti. E poi, con la proiezione di clip tratte dai film proposti in retrospettiva – da “Il conformista” di Bertolucci a “La ruota delle meraviglie” di Woody Allen – nel corso della conversazione con il direttore artistico del festival Marco Grossi è emerso il suo approccio filosofico all’immagine, che lo ha portato alla “costruzione di un piano espressivo attraverso cui la dinamicità dell’immagine ha giustamente rivendicato il suo ruolo rispetto alla temporalità narrativa, all’impianto diegetico dei film” come ha affermato Grossi.
Il tre volte premio Oscar – per “Apocalypse Now”, “Reds” e “L’ultimo imperatore” – non ha mai smesso di studiare per affinare al meglio la propria tecnica, sempre però al servizio del regista. “Il cinema non è mai verità, è sempre interpretazione”, sono state le parole del “cinematografo”, così come vorrebbe farsi chiamare, ossia “colui che scrive con la luce”, perché “direttore della fotografia” è una qualifica errata e Storaro lo ha ribadito spiegando l’etimologia della parola. La serata è stata impreziosita con il racconto di aneddoti appassionanti e divertenti che Storaro ha regalato al pubblico, dal rapporto con Marlon Brando sul set di “Apocalypse Now” alla realizzazione della scena del mito della caverna ne “Il conformista”. E venerdì 27 settembre sarà la giornata conclusiva della retrospettiva dedicata dal Fondifilmfestival al maestro Storaro. Sono previste alle ore 16 la proiezione di “Goya” (Carlos Saura, 1999) e, alle 18, di “La ruota delle meraviglie” (Woody Allen, 2017).
Al termine avranno inizio gli appuntamenti della sezione “Immagini dal lavoro”. Le proiezioni e gli incontri costituiscono anche un’occasione per riflettere sull’importanza del cinema che ha affrontato e affronta – con i toni della denuncia, della commedia o in chiave di reportage documentaristico – il tema del lavoro: dalla condizione operaia alla mobilitazione sindacale, dalla consapevolezza del ruolo dei lavoratori allo spirito politico, dai mutamenti del contesto sociale e culturale ai risvolti del disagio e della marginalità del nostro tempo. Alle ore 19.30 la regista Daniela Porto incontrerà i ragazzi dell’associazione “Al di là dell’autismo” per dialogare sul film “Il mio posto è qui” (2023) che ha co-diretto con Cristiano Bortone. Il film sarà presentato al pubblico alle ore 21 e proiettato dopo l’incontro con la Porto, anche autrice del romanzo omonimo edito da Sperling & Kupfer”. Ambientato nella Calabria rurale del dopoguerra dove il capofamiglia porta il pane, va accudito e benedetto tutti i giorni, e la donna sta a casa e non lavora, “Il mio posto è qui” narra una storia di emancipazione in una società ancorata alla cultura del passato. Una macchina da scrivere Olivetti, ovvero la speranza di un lavoro, e un amico – l’assistente del parroco, noto come l’uomo dei matrimoni, ma scansato da tutti per la sua omosessualità, che le mette tante “strane” idee in testa – saranno la fortuna di Marta, una giovane ragazza madre.