ITRI – Giù le mani della Pro Loco di Itri. Sotto ogni profilo. La campagna elettorale al comune di Itri, dopo l’anticipata conclusione della quarta amministrazione del sindaco Giovanni Agresti, non è ancora iniziata ma ad avere sui blocchi di partenza il miglior tempo è reazione è senz’altro l’ex sindaco ed ex-capogruppo della lista di minoranza “Itri facciamo futuro” Antonio Fargiorgio. Papabile aspirante a guidare di nuovo il comune in occasione delle elezioni amministrative in programma nella tarda primavera 2025, l’avvocato Fargiorgio che censura apertamente la decisione del commissario prefettizio del comune aurunco Antonietta Lonigro di sfrattare di fatto la Pro Loco di Itri.
Fargiorgio nell’ultima consiliatura, nonostante una valanga di richieste di accesso agli atti (“non ho mai ricevuto un qualsiasi riscontro da parte degli amministratori o degli stessi uffici”), aveva posto il problema di utilizzazione dei locali, di proprietà comunale, già storicamente sede del bar Centrale, per destinarli ad una fruibilità pubblica “per soddisfare la pressante domanda, proveniente dalla cittadinanza, di nuovi spazi culturali, di un point turistico, di una sala espositiva per mostre, per la presentazione di libri e per incontri su tematiche dall’impatto culturale e sociale”. L’ex sindaco Fargiorgio è sobbalzato sulla sedia quando nei giorni scorsi ha letto e riletto un avviso pubblico firmato dal commissario Lonigro circa il futuro di questi locali comunali.
Si tratta di una procedura che, qualora venisse perfezionata, “porterebbe inevitabilmente ad abdicare per almeno 12 anni alla possibilità di una sociale e davvero pubblica utilizzazione dell’immobile, privando le prossime Amministrazioni della facoltà, anzi del diritto, di ipotizzare un diverso destino per quei locali”. L’ex sindaco di Itri non mette in discussione naturalmente la regolarità formale della procedura o della sua valenza economica, “essendo essa foriera di nuove entrate per le casse comunali. Ma, in tutta sincerità, mi domando e le domando se la redditività di un immobile pubblico – scrive l’ex sindaco alla dottoressa Lonigro – debba necessariamente ed imprescindibilmente essere legata al concetto di mero ricavo economico; se davvero tutto possa sempre e soltanto essere ricondotto al semplice introito di somme, che andrebbero peraltro a confluire nelle casse comunali senza alcun vincolo di destinazione e quindi senza essere collegate (imputate) ad un’operazione di reale soddisfacimento del bene pubblico. La mia risposta, convinta, a queste domande non può che essere negativa”.
L’avvocato Fargiorgio ritiene, invece, come l’interesse pubblico ben possa essere soddisfatto utilizzando i beni pubblici con la creazione di spazi a disposizione della collettività per esposizioni di quadri, presentazioni di libri, per attività di associazioni no profit. Se si riduce la gestione di un bene comunale ad una semplice operazione economica, ad una partita contrattuale di dare/avere, non si soddisfa realmente – continua l’ex capogruppo di “Itri Facciamo Futuro” – quell’interesse pubblico che deve essere primario ed ispiratore di una efficiente ed efficace azione amministrativa. Ciò vale in particolar modo per i locali di Piazza Incoronazione, oggetto della procedura avviata; locali che sono intrisi della storia della nostra cittadina, le cui mura davvero trasudano del passato di Itri. Basterebbe documentarsi su questo e spiace che chi doveva magari predisporre il lavoro propedeutico all’espletamento della gara non si sia preoccupato – è un dettagliato attacco dell’ex sindaco – di rispettare la Storia (utilizzo volutamente il carattere maiuscolo) della nostra amata cittadina. Ma tant’è…
Firmatario di interrogazioni “senza alcuna risposta”, l’ex sindaco di Itri chiede al commissario Prefettizio di fermare la procedura avviata per la locazione di questi storici locali che “invece meritano un diverso utilizzo soddisfacendo la domanda culturale che, forte, sale dalla nostra Comunità”.