Formia / Grande partecipazione e commozione ai funerali Attilio Franzini, operaio travolto da un treno

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FORMIA – “Ciao…puntì”. Con un cuore al centro. Questa affettuosa frase stampata su una maglietta bianca indossata da tantissimi amici di infanzia residenti nel quartiere di Rio Fresco Scacciagalline ha sintetizzato il carattere popolare dei funerali di Attilio Franzini, l’operaio di 47 anni di Formia deceduto in un cantiere di Rete Ferroviaria italiana venerdì all’alba in prossimità della stazione di San Giorgio di Piano, nel bolognese, travolto dal treno intercity Roma-Trieste. E come da previsione la chiesa dei santi Lorenzo e Giovanni Battista non è riuscita ad accogliere tutti coloro, del quartiere di Rio Fresco e di altri rioni della città, che si sono stretti attorno a papà Gino e ai fratelli di Emanuele e Andrea di “puntina”. Così era conosciuto Attilio nel quartiere in cui era nato e cresciuto per via del suo fisico asciutto ma anche per la capacità e bravura di eseguire interventi manuali soprattutto per eseguire traslochi e la sistemazione di arredi d’interni.

In occasione dello svolgimento delle esequie di Franzini, curate dall’agenzia “La Comune”, la città si è fermata per un pomeriggio e ad esternare il suo cordoglio è stata la partecipazione del sindaco Gianluca Taddeo, confuso in maniera discreta tra i tanti cittadini comuni che hanno presenziato ai funerali officiata da don Carlo Lembo. Il parroco, esprimendo parole di vicinanza nei riguardi dei familiari dell’operaio deceduto, ha rimarcato come lo stesso Franzini sia stato in grado di rialzarsi dopo qualche caduta di gioventù e di riscattarsi pur  costretto ad ingoiare tanti bocconi amari  che gli ha riservato la vita, a cominciare dalla prematura scomparsa di mamma Rita.

Il 47enne stava finalmente vivendo una tanto desiderata tranquillità soprattutto avendo trovato lavoro da qualche mese presso la ditta “Salcef” di Roma impegnata a svolgere in subappalto interventi  della manutenzione dell’infinita ed obsoleta rete di Rfi. Quest’ultima vittima sui luoghi di lavoro stava trovando un po’ di serenità anche sul piano sentimentale. Una settimana fa Franzini era stato a Napoli per riallacciare positivamente rapporto sentimentale con una donna, la stessa che, distrutta dal dolore, ha voluto assistere ai funerali di Attilio. Il suo feretro era giunto a Formia domenica mattina e, prima di arrivare in chiesa, aveva effettuato un pellegrinaggio per testimoniare affetto e vicinanza al padre e ai fratelli Andrea ed Emanuele, l’ultimo della famiglia a messaggiarlo giovedì sera a poche ore dalla tragedia per la quale la Procura della repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

In quest’ottica sono stati avviati gli accertamenti da parte della polizia ferroviaria di Bologna finalizzati a capire la dinamica e le cause del terribile infortunio sul lavoro costato la vita all’operaio di Formia, da nove mesi assunto dalla Salcef Group, una delle principali società appaltatrici dei lavori di Rete Ferroviaria Italiana. A giorni dovrebbe iniziare la perizia sulla scatola nera del convoglio (per stabilire la sua velocita al momento dell’investimento) così come si stanno ricostruendo i movimenti di Franzini che – secondo una prima ricostruzione-  stava attraversando i binari da solo per riportare il materiale del cantiere sul camion della ditta parcheggiato oltre il binario su cui si è consumata la tragedia.

I primi accertamenti hanno stabilito come la squadra di operai addetti alla manutenzione di quel tratto ferroviario avesse quasi ultimato il lavoro previsto nella notte tra giovedì e venerdì quando stavano smontando le apparecchiature e il materiale utilizzato per portarlo sui mezzi della ditta. Le prime verifiche hanno accertato come Franzini fosse fuori dall’area specifica delle operazione di trasporto dei materiali del cantiere, mansione che Attilio non avrebbe dovuto fare da solo, bensì sotto il controllo del responsabile della sicurezza, che era presente sul posto ma non nei pressi del binario, dove era necessario “scortare” il lavoratore in uscita.

Un fatto è certo: il cantiere sarebbe dovuto essere riconsegnato e, di conseguenza, ci sarebbe stato il via libera per il passaggio degli altri treni. La Procura di Bologna vuole verificare il rispetto o meno dei protocolli di sicurezza degli operai e se quest’ultimi abbiamo o meno seguito corsi di  formazione. Sul piano sindacale la Fiom Cgil ha già annunciato che chiederà di essere ammessa come parte civile nell’eventuale processo ai responsabili di questa ennesima morte sul lavoro e lunedì i lavoratori del sindacato dipendenti della Salcef group incroceranno le braccia per quattro ore.

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