Minturno / Commemorazione decennale dalla morte della promessa dello sport Paolo Orlandi

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Era considerata una promessa di quella “cantera” di vita e di sport che è sempre stato il settore giovanile del Basket Scauri. Lunedì, 14 ottobre, saranno dieci anni esatti che il mondo della palla a spicchi è più povero da quando a soli 50 anni, Paolo Orlandi se n’è andato, in punta di piedi, vinto da un male incurabile. A voler bene ancora a Paolo non sono soltanto le sue donne, l’adorata moglie Manuele e le figlie Giorgia e Sveva, ma l’intera comunità di Scauri che lunedì sera lo ricorderà in due distinti momenti.

Il primo, alle 18.30, in occasione di una Messa in suffragio presso la Parrocchia dell’Immacolata, il secondo in cui la commozione si taglierà con il coltello nella seconda casa, forse la prima, di quello che sarebbe diventato un apprezzato imprenditore nel settore delle due ruote, il parquet del PalaBorelli. E’ la struttura di via Cristoforo Colono, dalle 20, grazia alla disponibilità della Fortitudo Scauri, ospiterà una partita speciale, aperta ai giocatori di ieri, di oggi e anche di domani del movimento cestistico scaurese. Sarà assolutamente un momento di condivisione, affetto e amicizia a cui Paolo, con il suo inconfondibile sorriso, assisterà da lassù.

Paolo Orlandi era un ragazzo pieno di vita . Divideva il suo tempo tra sport , lavoro, famiglia . Era l’amico di tutti . Sempre presente . L’amico che all’improvviso – raccontano ora i suoi amici, pronti a commemorarlo lunedì sera – decideva di andare a Napoli per un caffè piuttosto che in qualsiasi città per un evento sportivo oppure musicale. Altruista , generoso , ironico , sorridente . Un glioblastoma, un devastante tumore al cervello, ce lo portò via in poco tempo ma non da sottrarsi ad una terapia sperimentale a vantaggio e servizio della scienza”.

La folla, numerosa e commossa presente al suo funerale, forse ha confermato la testimonianza della bontà di Paolo. Il suo senso dell’umorismo, l’attaccamento al lavoro, la passione per i motori , il basket e l’Inter lo rendevano speciale. La ricerca e l’ apprezzamento del bello, poi, lo rendevano elegante ma contestualmente sobrio. La discrezione ed il forte senso della solidarietà , della famiglia , dell’amicizia e dell’appartenenza consentiranno a 10 anni dalla sua scomparsa, a quanti lo vorranno , di giocare per divertirsi e divertirsi giocando in un palazzetto dello sport come amava fare .

“Pur avendo lo scrupolo di essere arrivati in ritardo a quest’appuntamento , l’entusiasmo e l’incoraggiamento riscontrato in tanti quando abbiamo lanciato questa provocazione – ha concluso con gli occhi gonfi di lacrime il cognato, Pasqualino Forte – ci ha avvicinato ancora di più a lui ed al suo sorriso”.