TERRACINA – Si è svolto il 4 novembre a Terracina, presso la sede dell’associazione Rete Solidale, l’incontro dedicato al tema dell’adozione organizzato da ‘Progetto Fenice’ durante il quale è stato presentato il libro “Un viaggio chiamato adozione” di Alessia Maria di Biase, responsabile del Centro per le Adozioni Internazionali del Comune di Gaeta e Delegata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Oltre all’organizzatrice e relatrice dell’evento Layla Perroni (giornalista) è intervenuto il Dirigente Scolastico dell’I.O. ‘Giulio Cesare’ di Sabaudia Prof.ssa Miriana Zannella. Il Dirigente ha sottolineato come ad oggi il suo istituto, che è uno dei più grandi della provincia, sia stato il primo e al momento anche l’unico istituto della città di Sabaudia a sottoscrivere il ‘Protocollo per il diritto allo studio degli alunni adottati’. Un tema, quello dell’adozione molto caro alla Dirigente Zannella poiché a suo avviso è di fondamentale importanza sensibilizzare gli studenti sul tema dell’adozione iniziando proprio dai più piccoli.
L’incontro è proseguito con la lettura di alcuni passi del testo a cura dell’autrice che si occupa da anni ormai del tema dell’adozione nazionale, internazionale e anche dell’affido grazie al servizio di cui è referente per il Comune di Gaeta. Nel libro sono raccolte solo alcune delle testimonianze delle coppie che hanno affrontato il percorso dell’adozione, molte delle quali sono state assistite anche legalmente dall’avvocato Di Biase.
“Questo libro – spiega la Di Biase – che porta la mia firma in realtà è stato scritto a più mani e si lega a doppio filo a tante storie, tante famiglie e tanti cuori. Alcuni di questi racconti sono stati scritti da famiglie che ho seguito personalmente nel loro percorso dal momento zero fino all’arrivo del bambino. Altre, ho avuto la fortuna di incontrarle lungo il mio cammino e mi hanno fanno dono di condividere con me la loro esperienza”.
L’incontro si è concluso con le parole della Perroni che ha raccontato il mondo dell’adozione da diversi punti di vista sia personale (come figlia adottiva) sia professionale dato il lavoro e le attività che svolge.