Il Comune di Minturno

Minturno / Impianto essiccazione fanghi, i Consiglieri d’opposizione chiedono il blocco della realizzazione

Ambiente Attualità Minturno Top News

MINTURNO – Il Comune di Minturno blocchi, prima che sia troppo tardi, il progetto Acqualatina che, cofinanziato con fondi del Pnrr, prevede la realizzazione di un impianto di essiccamento solare dei fanghi generati dai depuratori della Provincia pontina. La richiesta è stata formalizzata dai consiglieri comunali di opposizione Massimo Moni, Nicolò Graziano, Barbara Sardelli, Pino D’Amici, Francesco Larocca e Mino Bembo che, presentando una proposta di delibera, hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario. La struttura è prevista non molto lontano dal complesso archeologico di Minturnae e dalla riva laziale del fiume Garigliano. Le minoranze di centro destra hanno chiedono al presidente di Forza Italia del consiglio comunale di Minturno Massimo Signore una moratoria al progetto che prevede la realizzazione di sito, in acciaio ed in vetro, prevede una superfice di quasi 6400 metri quadrati che, se realizzata, potrebbe comportare l’esproprio di numerosi terreni agricoli e un’alterazione del paesaggio.

Ma c’è dell’altro. Lo studio preliminare ambientale evidenzia l’ubicazione dell’impianto in una zona a rischio esondazione con implicazioni idrogeologiche e paesaggistiche, in prossimità di insediamenti residenziali, di attività sensibili, come una scuola di equitazione e, soprattutto, come detto del teatro romano e del complesso archeologico di Minturnae, uno dei punti di forza – sottolineano i cittadini riunitisi nel comitato – dell’economia turistica di Minturno.

“L’area di intervento ricade in una zona di pregio paesaggistico, vincolata ai sensi del Decreto legislativo 42/2004, e fa parte del contesto di bellezze naturali e panoramiche della fascia costiera di Minturno, decretata di notevole interesse pubblico – fanno sapere i consiglieri Moni, Graziano, Sardelli, D’Amici, Larocca e Bembo – Sono previsti impatti ambientali relativi a rumore, emissioni odorigene, traffico e occupazione di suolo, mitigabili solo in parte con le misure proposte”. Se i “fanghi” sono formalmente classificati come rifiuti secondo quanto prevede il Codice dell’Ambiente e possono contenere sostanze organiche, residui inorganici e tracce di contaminanti, a seconda delle caratteristiche dei reflui originari, “il progetto prevede il trattamento di 6.500 tonnellate annue di fanghi, ubicato in un’area agricola adiacente al depuratore esistente e prossima a zone residenziali e attività economiche – hanno aggiunto i consiglieri di minoranza nella proposta di deliberazione consiliare – L’area ricade in prossimità di rinvenimenti archeologici e ipotetici resti localizzati mediante foto aree e satellitari, il tutto come meglio descritto nella documentazione tecnica finalizzata alla realizzazione dell’impianto. La vicinanza alle abitazioni e alle attività economiche rischia di compromettere la qualità della vita dei cittadini, la salubrità dell’aria e il valore immobiliare delle proprietà circostanti”.

Insomma il turismo e l’agricoltura, “settori chiave per l’economia locale”, potrebbero subire ripercussioni negative a causa dell’impianto. “La necessità di svolgere un momento di confronto in consiglio comunale è dettata anche dalla circostanza – fa osservare il centro destra minturnese – dall’assenza “di adeguati processi di consultazione pubblica o coinvolgimento della cittadinanza e degli stakeholder locali nella pianificazione del progetto. Non risultano analizzati siti alternativi o tecnologie diverse che minimizzino gli impatti sull’ambiente e sul territorio di Minturno. L’andamento ipotizzato dei flussi dei rifiuti destinati all’impianto di essiccamento prevede un incremento significativo nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, con un picco stimato di circa 650 tonnellate mensili nel pieno della stagione estiva. Questo progetto è platealmente antitetico alla forte vocazione turistica del Comune di Minturno, soprattutto quando, durante i mesi estivi, si registra un aumento considerevole della popolazione dovuto all’afflusso di visitatori, alla presenza di seconde case e alle attività ricettive e balneari. La gestione di quantità così elevate di rifiuti durante la stagione estiva può generare criticità significative, quali incremento del traffico pesante su strade locali già congestionate, con conseguenze sulla sicurezza e sulla qualità della vita dei cittadini e dei turisti, potenziali emissioni odorigene derivanti dal trasporto e dalla lavorazione dei fanghi, incompatibili con il contesto turistico del territorio, nonché ripercussioni negative sull’immagine di Minturno come meta turistica, con possibili danni al settore economico-ricettivo, che rappresenta una risorsa fondamentale per il Comune”.

Per le minoranze è un onere da parte del comune di Minturno “di proteggere il territorio da interventi che potrebbero comprometterne il paesaggio, la sostenibilità ambientale e il benessere dei cittadini” nel momento in cui lo stesso studio preliminare ambientale “non ha fornito sufficienti garanzie circa l’assenza di rischi per la salute pubblica e l’ambiente, né ha approfondito adeguatamente il contesto idrogeologico e le ricadute economiche e sociali. Durante la Conferenza dei Capigruppo del 17 febbraio 2022 – ricordano le minorazne – il Dirigente Pianificazione e Controllo dell’Egato 4, I’ngegnere Umberto Bernola, dichiarò espressamente come “il parere del Comune di Minturno sarà considerato determinante nella valutazione e nella realizzazione del progetto, riconoscendo il ruolo fondamentale dell’amministrazione comunale nella salvaguardia degli interessi del territorio e della comunità locale”. La qualità turistica del territorio rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della comunità minturnese. Da qui la richiesta inviata all’amministrazione comunale del sindaco Gerardo Stefaneli di promuovere “un’azione coordinata e strutturataper esprimere una posizione chiara e motivata, in modo da influenzare concretamente le decisioni sul progetto”.

Il centro destra è chiaro quando sostiene come il comune aurunco – il sindaco Gerardo Stefanelli in qualità di presidente della Provincia è anche presidente della conferenza dei sindaci dell’Egato 4, dunque dovrebbe tutelare il suo territorio di origine – debba “assumere una posizione attiva, affinché le istanze del territorio siano prese in debita considerazione rispetto al progetto”. Al momento non risultano verificate alternative localizzative e progettuali e la compatibilità con gli obiettivi di tutela e di miglioramento della qualità del paesaggio individuati dal Ptpr per i beni paesaggistici interessati dalle trasformazioni”.

La proposta di delibera dei consiglieri comunali Massimo Moni, Nicolò Graziano, Barbara Sardelli, Pino D’Amici, Francesco Larocca e Mino Bembo chiede all’intero consiglio comunale di esprimere formalmente il proprio dissenso alla realizzazione di centro di essicamento dei fanghi , di conferire mandato al Sindaco e alla Giunta Comunale di adottare ogni azione e/o atto idoneo ad impedirne la realizzazione; di chiedere uno studio approfondito sull’impatto viabilistico da parte del progetto, verificandone la relativa compatibilità con il vigente piano urbano traffico e, infine, di affidare a un legale esperto “il compito di esaminare la documentazione progettuale per avviare, qualora necessario, azioni legali a tutela della Città di Minturno”.

Questa proposta di deliberazione sul piano politico offre uno spunto importante: le elezioni amministrative si svolgeranno tra meno di due anni ed il centro destra, dopo il successo ottenuto l’altra domenica dagli “Stati Generali” organizzati presso l’albergo Teatro Romano, sta dimostrando di essere pronto al “dopo Stefanelli”. Nello schema politico e partitico manca soltanto Forza Italia, il cui dominus locale, il presidente d’aula Massimo Signore, è ironia della sorte il destinatario della proposta di questa delibera. Ora è solo una curiosa coincidenza…