LATINA – Gli uomini della Divisione Anticrimine di Latina al termine di una lunga indagine stanno dando esecuzione ad una maxi confisca delle proprietà di un imprenditore del sud pontino.
Dalla conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sala riunioni della Questura di Latina, si apprende che l’imprenditore in questione è di Cisterna di Latina e si chiama Fabrizio Perrozzi.
A suo carico un’indagine iniziata nel 2011 che ha portato alla confisca avviata stamattina di un lungo elenco di beni, ben 55 pagine di provvedimento formulato dalla Polizia.
Ad occuparsi dell’ingente operazione di confisca dei beni sono stati Annabella Cristofaro, dirigente dell’ufficio anticrimine, Walter Dian in qualità di dirigente del commissariato di Cisterna e il vicequestore vicario Antonio Mannoni.
Le proprietà sottoposte a sequestro sono per lo più a Cisterna, ma ci sono anche altri possedimenti a Latina, San Felice e Terracina. Altri beni fuori dalla provincia di Latina sono stati confiscati ad Arezzo e Padova. Nell’elenco anche due ville faraoniche in due località d’elite della Sardegna, a Porto Cervo e Porto Rotondo; infine 22 automobili di lusso, tra cui due Porsche, una Aston Martin e una Daimler. Confiscate anche le partecipazioni societarie nella Fabris Yacht, nella Posillipo srl, e nella Rizzardi srl.
Il maxi sequestro è scattato a seguito dell’indagine che prese piede proprio grazie allo stesso Perrozzi che fece denuncia alla Polizia per aver ritrovato un ordigno esplosivo vicino alla sua abitazione. Gli inquirenti hanno così scoperto tramite intercettazioni telefoniche che l’uomo aveva un ingente giro di affari usando lo stratagemma dei prestanome.
Il Tribunale di Latina ha quindi disposto la confisca di tutti i beni dell’imprenditore pontino, che è stato condannato a 3 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale attraverso l’emissione di fatture inesistenti e ha disposto anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni che l’uomo sconterà in una città del nord d’Italia.
