GAETA – Si fa pesante la situazione degli ex lavoratori dei cantieri navali Italcraft, non riassorbiti dalla nuova proprietà. Scaduta il primo marzo la mobilità semestrale, le maestranze si trovano ora senza alcuna rete di protezione. Una situazione insostenibile, contestata dagli operai a causa delle mancate riassunzioni già prima dei termini di scadenza.
Dopo gli accordi di giugno tra la curatela fallimentare e la “Nuova Italcraft”, società che fa riferimento all’imprenditore romano Giorgio Bocchi, solo in 8 sono stati assunti. Violata invece la clausola che prevedeva l’assunzione di altri ed 8 entro il 31 dicembre. In concomitanza con l’estromissione da tutti gli ammortizzatori sociali dei lavoratori, l’azienda ha intensificato le proprie attività, stando al continuo viavai di mezzi segnalato dal presidio permanente di lotta presente vicino ai cancelli. Alcuni operai riferiscono della visita in cantiere di Gianfranco Rizzardi, l’imprenditore che aveva gestito i cantieri di Gaeta insieme a quelli di Sabaudia, prima di essere travolto dal fallimento.
L’Italcraft era poi passata nelle mani di Fabrizio Perozzi prima del sequestro delle sue quote all’interno di un’inchiesta per truffa ed evasione fiscale. In quel caso autorità portuale e consorzio industriale avevano premuto per il rispetto delle regole, tra cui i lavori di bonifica e messa in sicurezza dei capannoni. Cosa che invece non sarebbe avvenuta nei confronti dell’attuale proprietà.
Tanto che, nonostante esplicita richiesta di revoca della concessione da parte dei sindacati, inoltrata all’autorità portuale, il comitato portuale del network dei porti di Roma e del Lazio riunitosi la scorsa settimana a Civitavecchia, non è approdato ad alcuna decisione sull’argomento.
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