MINTURNO – E’ mancato il coraggio o forse la venuta del commissario era talmente ineluttabile che nessuno si è deciso a presentare le proprie dimissioni. Questa mattina sono rimasti quasi tutti i consiglieri comunali della maggioranza nell’atrio del palazzo comunale fino alle 14 (orario di chiusura dell’ufficio protocollo), confrontandosi al fine di decidere di compiere questo passo. Ma tale drastica decisione non è arrivata. Meglio tornare a casa, disertando anche il consiglio comunale delle 18. Già, perché molti hanno già annunciato di non volersi presentare in aula consiliare visto che non verrà approvato il bilancio di previsione. Da quanto si apprende, forse solo Mario Ruberto ed Elena Conte saranno presenti per leggere un documento, mentre l’opposizione consiliare dovrebbe essere al completo, pronta a far mancare il numero legale sulla votazione del bilancio.
In mattinata i consiglieri di maggioranza hanno tenuto un’ultima riunione per contarsi e capire se vi fossero i numeri per approvare il bilancio di previsione. Ma le posizioni sono rimaste le medesime del precedente consiglio comunale andato deserto: da una parte un gruppo di consiglieri che ha spinto fino all’ultimo per votare il documento previsionale, sostenuti anche dagli assessori comunali; dall’altra i colleghi del Nuovo Centrodestra, che hanno ribadito per l’ennesima volta di votarlo solo con il sindaco in aula, dopo aver ritirato le dimissioni. In mezzo i due dissidenti Americo Zasa e Francesco Sparagna, sebbene quest’ultimo sia stato convinto ad andare in aula oggi pomeriggio solo per mantenere il numero legale ma si sarebbe astenuto. A conti fatti, in tutto sette i consiglieri di maggioranza che sarebbero stati in consiglio comunale: Mino Bembo, Domenico Riccardelli, Maurizio Faticoni, Massimo Ferrara, Filippo Corrente e Mario Cardillo, ai quali si è aggiunto Sparagna. Mancavano all’appello due persone e si sperava nella “stampella” proveniente dall’opposizione, così come già capitato in occasione della Tosap, ovvero i consiglieri Giuseppe Tomao e Pino Russo. In questa maniera ci sarebbero stati i numeri ma da quanto si apprende la minoranza non ha voluto fare sconti.
Anche ieri sera, nel corso del vertice del Nuovo Centrodestra, presieduto dal segretario provinciale Enrico Tiero, sono emerse volontà contrastanti, ma è prevalsa la linea dei consiglieri comunali Mario Ruberto, Elena Conte e il presidente del consiglio comunale Gianni Izzo, che non se la sono sentita di approvare un bilancio dichiarato “non attendibile” dal Collegio dei Revisori dei Conti. E questa mattina, tra i consiglieri di maggioranza c’era ancora qualcuno che sperava in un ripensamento del sindaco Paolo Graziano, insistendo nell’approvare il bilancio al fine di spronare il primo cittadino.
Troppo profonda la frattura in una maggioranza che in questi tre anni si è dimostrata disarmonica, non compatta, con vedute diverse. Lo si è visto quasi subito, con il defenestramento prima dell’assessore Aristide Galasso, poi di Roberto Lepone, senza che nessuno dei consiglieri chiedesse spiegazioni al primo cittadino (a parte Zasa). Poi la scomparsa della lista Galasso diventata “Minturno Viva”. In seguito, la nascita del gruppo consiliare del Nuovo Centrodestra snaturando di fatto la base civica della coalizione. E poi ancora la scomparsa della Lista stessa del sindaco Graziano e la formazione di altri due gruppi civici. Insomma, uno “spezzatino” che ben spiega la disomogeneità delle varie fazioni.
Salvo miracoli dell’ultim’ora, quello che andrà in scena oggi, dunque, sarà l’ultimo atto della terza amministrazione Graziano. Dopo di che si attenderà il 31 agosto, giorno ultimo per il primo cittadino per revocare le dimissioni, ma senza un bilancio approvato ormai la venuta del commissario prefettizio è ormai sicura.
Giuseppe Mallozzi