GAETA – In forse il nuovo stadio comunale. La richiesta di valutazione di impatto ambientale strategica del consorzio industriale si è infatti inceppata negli uffici della Regione Lazio per due dei tre comparti oggetto di variante. Se per “Arzano Sud” (Panapesca) dopo un travagliato iter comune e consorzio l’avevano spuntata, non altrettanto può dirsi per i comparti “Vivano” e “Zinnone”. Nel primo caso era stata infatti valutata positivamente la riduzione di volumetria, l’impatto occupazionale dovuto alla trasformazione della fabbrica dismessa in centro commerciale ed infine il miglioramento dell’assetto viario con l’allargamento della sede stradale e le piste ciclabili. Fattori non trascurabili che hanno contribuito ad escludere la necessità di aprire una procedura di Vas, in una zona dove il livello delle polveri sottili ha superato, secondo le indagini Arpa Lazio, il livello di guardia.
Diversamente la regione ha invece ritenuto la necessità di applicare la lunga procedura di valutazione strategica di impatto ambientale per quanto riguarda gli altri due comparti ricadenti nell’ambito consortile di Gaeta. L’iter dovrà essere dunque riaperto ed i pareri da acquisire sono molti. E non è detto che arrivino. In particolare la vicinanza con il deposito Eni di Casalarga pone dubbi circa la compatibilità ambientale in caso di incidente, da valutare in base al dettato della legge “Seveso”. Ci sono poi altre valutazioni che riguardano la mobilità.
Un privato, lo stesso che durante l’amministrazione Raimondi aveva presentato un progetto sull’area della Canzatora, si era accordato con consorzio e comune per la realizzazione di un grande centro commerciale, in cambio del nuovo stadio ed altri servizi. Con un successivo comunicato era stata annunciata anche l’apertura entro dicembre 2016. A questo punto l’intera operazione, correlata alla bonifica e riqualificazione dell’area del deposito Eni di Arzano si allunga notevolmente.