FORMIA – “Acqualatina ha 90 milioni di debiti e sul comune di Formia si potrebbe riversare circa il 3,5%, cioè la quota di partecipazione del comune di Formia”. Così il sindaco Sandro Bartolomeo, davanti alle rimostranze di parte delle opposizioni sull’affidamento alla Formia Rifiuti Zero del servizio di nettezza urbana del comune di Formia.
“Quando sono arrivato – ha ricordato nel suo intervento conclusivo al consiglio comunale di Formia – i rifiuti erano affidati con semplice ordinanza alla Latina Ambiente, con una gara sbagliata. Abbiamo pagato l’autore di un piano industriale farlocco che non abbiamo potuto utilizzare. E abbiamo dovuto imbarcarci in un servizio che così ci costava un milione di euro in più. Volevo solo chiarire come stanno le cose e le condizioni in cui dobbiamo agire. Abbiamo fatto una scelta preannunciata in campagna elettorale. Non facciamo altro che applicare il nostro programma elettorale. Se andrà bene, ce ne riconosceranno il merito. Altrimenti, la colpa.
Ci siamo chiesti come far funzionare la società che nulla ha a che fare con Formia Servizi ed Acqualatina, perché interamente pubblica. Abbiamo discusso a lungo e anche in modo aspro, ma su cose concrete. Siamo arrivati a questa sintesi. La maggioranza è impegnata a sostenerla. Io penso che stiamo facendo una cosa buona. Stiamo dando più mezzi e più strumenti alla società per funzionare. Non abbiamo fatto consigli di amministrazione. Abbiamo scelto un amministratore unico. Raphael Rossi è un grande manager, uno dei più grandi esperti in materia che ha operato anche in realtà molto più importanti della nostra. Noi non abbiamo fatto come ha fatto Acqualatina che ci ha messo rappresentanti vostri. Noi non abbiamo mai avuto nostri rappresentanti in Acqualatina, una società carica di debiti. Il giorno in cui ci mostrerà i debiti per ogni Comune saranno dolori”.
A sorpresa il consigliere Amato La Mura (Udc) ha dichiarato di essere favorevole all’uscita da Acqualatina.
“Approfitto per fare un appello alla mia maggioranza – ha detto Enrico Paone (Sel) affinché adesso passiamo ad altro, ossia alla gestione del servizio idrico. Fare l’impossibile per uscire da Acqualatina. Con il referendum del 2011, i cittadini senza possibilità di una diversa interpretazione hanno detto che l’acqua è un bene comune e inalienabile. C’è una richiesta di convocazione di un consiglio straordinario da parte del Comitato contro Acqualatina. Invito la mia maggioranza a fare un lavoro per tentare il possibile e uscire dalle semplici intenzioni”.