MINTURNO – Immediato reintegro alle dipendenze del Comune di Minturno. E’ la sentenza emessa nel tardo pomeriggio dal giudice del Tribunale del Lavoro di Cassino, che ridefinisce nuovamente la pianta organica dell’ente. Un provvedimento che era già nell’aria, in quanto una sentenza simile, la n. 625/2015, era stata desisa lo scorso 9 novembre per gli ex Lsu del Comune di Sora, che versavano in una situazione praticamente uguale ai colleghi minturnesi.
Si tratta di una vera e propria “bomba” per il Comune di Minturno che si troverà a pagare non solo il risarcimento dei 35 dipendenti comunali per il periodo per il quale sono rimasti senza lavoro, ovvero dal 1 aprile 2014, ma ora dovrà reintegrarli. Sulle casse comunali, sempre più aride, il commissario prefettizio Bruno Strati dovrà prevedere anche le ulteriori spese sul personale. Difficile stabilire come farà a far quadrare i conti e si paventa il dissesto finanziario.
Come si ricorderà, l’affaire giuridico degli ex Lsu è iniziato con l’invalidità del protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e i Comuni con i quali è stato stipulato, in conseguenza della quale oltre mille lavoratori socialmente utili sono rimasti in mezzo alla strada, compresi i dipendenti minturnesi.
Di qui ricorsi e controricorsi, compresa la prima vittoria dei dipendenti comunali dopo la sospensione decisa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Graziano. Una vicenda spinosa, quasi kafkiana, dai risvolti sociali, economici, giuridici, ma anche politici.
Davanti al giudice del lavoro, l’avvocato Carlo Bassoli ha sostenuto fondamentalmente l’illegittimità dell’annullamento in autotutela compiuto dal Comune di Minturno contro diritti ormai acquisiti. Risultato: i 35 ex Lsu del Comune di Minturno dovranno essere reintegrati nel loro posto di lavoro con effetto immediato. Inoltre, l’ente dovrà versare loro i contributi a far data dal giorno del licenziamento e in più dovrà risarcire ognuno di loro con 12 mensilità.
Giuseppe Mallozzi