CASTELFORTE – All’inizio si era pensato al furto di ostie da utilizzare per le messe nere, pratica diffusa nel sud della provincia. Poi, dopo una dettagliata ricostruzione dei fatti, ci si è accorti che si era trattato di un furto perpetrato ai danni dell’altare maggiore della chiesa di San Michele Arcangelo di Suio centro, una frazione del comune di Castelforte. A rendersi conto del gesto blasfemo è stato il parroco, don Natalino Di Rienzo, il quale, nell’aprire la chiesa per i riti religiosi del lunedi santo, aveva notato segni di effrazione sulla porta.
Appena entrato, il sacerdote, da tre anni parroco a Suio, dopo l a precedente guida pastorale scolta a Campodimele, ha subito notato il tabernacolo dell’altare maggiore privo della porticina dorata e della pisside contenente le particole consacrate durante la celebrazione della precedente Messa.
Man mano che si è avvicinato all’altare, il prete, che, dopo l’ordinazione da sacerdote Trinitario (tonaca bianca con croce rosso-azzurra sul petto), era stato nominato cappellano sulle navi della Marina e che in un certo senso ha anticipato lo spirito di disponibilità ecumenica di papa Bergoglio, accogliendo divorziati, accostando omosessuali per confortarli senza mai giudicare, promuovendo nell’ambito della parrocchia un’intensa attività a favore dei giovani e degli emarginati, si è accorto che le ostie consacrate erano sparse per terra e che mancava, oltre allo sportello dorato del tabernacolo, la pisside in ottone che il maldestro ladro aveva trafugato, scambiandola per un oggetto in oro.
Subito del fatto è stato informato l’arcivescovo di Gaeta, competente per questa forania, e i Carabinieri della stazione di Castelforte. Il tutto mentre la notizia faceva il giro dell’intera frazione, tra la comprensibile indignazione della gente ferita dal gesto sacrilego. Nel corso delle indagini i militari dell’Arma hanno interrogato, tra gli altri, un giovane che, secondo i bene informati, già un mese e mezzo fa sarebbe stato sentito, sempre insieme ad altri, in merito al furto del cassettino delle offerte della chiesa che conteneva, in base a quello che il parroco aveva casualmente controllato la sera prima, la misera somma di sei euro, giovane del quale sono in parecchi a ipotizzare le generalità per via dei suoi noti trascorsi nel procurarsi gli occasionali “spiccioli” per la sua dipendenza dagli stupefacenti.
Orazio Ruggieri
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