FORMIA – Paolo Pietropaolo, il 40enne di Pozzuoli che lunedì ha tentato di uccidere con l’alcool Carla Ilenia Caiazzo, la compagna 38enne all’ottavo mese di gravidanza, deve rimanere in carcere perché soggetto pericoloso, può fuggire e reiterare il reato. Il gip del Tribunale di Cassino, Angelo Valerio Lanna, dopo tre ore di camera di consiglio, ha convalidato il fermo giudiziario di Pietropaolo con le accuse di tentato omicidio pluriaggravato e, ora, anche di procurato aborto. Pietropaolo resta in isolamento nel carcere di Cassino ma gli atti dell’indagine sono stati trasmessi alla Procura di Napoli. Nelle motivazioni del Gip a giustificare la necessità della detenzione, sono elencati – com’è prassi – il pericolo di fuga e il timore della reiterazione del reato. Intanto gli atti dell’indagine sono stati trasmessi alla Procura di Napoli, alla sezione di competenza dell’aggiunto Luigi Frunzio mentre nessun esame tossicologico è stato disposto su Pietropaolo ma appare probabile che l’avvocato difensore possa chiedere un accertamento psicologico sulla compatibilità dello stato di depressione dell’uomo con il carcere.
Pietropaolo, provato, è comparso per un’ora davanti il Gip Lanna assistito dal suo legale, l’avvocato Gennaro Razzino, lo stesso che lo aveva affiancato l’altra sera durante il primo interrogatorio, quello della piena confessione, presso la Caserma dei Carabinieri della Compagnia di Formia. Il 40enne di Pozzuoli ha confermato la versione raccontata l’altra sera ai carabinieri e al magistrato della procura di Cassino, il sostituto procuratore Roberto Bulgarini: “Ho fatto una sciocchezza, ho perso la testa. Non tolleravo che lei, nonostante aspettasse una figlia nostra, continuasse ad avere una relazione con un altro”. Si parla di un uomo sposato, separato e padre di tre figli. Poi, ha ripetuto altri particolari sulla successione dell’aggressione, in particolare evidenziando un elemento per escludere una sua premeditazione: la bottiglietta d’alcol era tra gli attrezzi nel garage, non era stata acquistata poco prima dell’aggressione a Carla. E ancora, ha aggiunto Paolo Pietropaolo: “Non le ho mai fatto del male, mai sono stato violento con lei. Ho fatto un gesto d’impeto. Avrei potuto investire Carla e non l’ho fatto….”.
Negli atti inviati che la procura di Cassino ha inviato al gip Valerio Lanna e da questi trasmessi ora alla procura di Napoli, emergono nuovi particolari sulle dichiarazioni di Paolo Pietropaolo nell’interrogatorio di due sere fa a Formia. Sono i dettagli delle due ore e mezza, tra interruzioni e vuoti, di risposte dinanzi al pm Roberto Bulgarini e ai carabinieri di Pozzuoli e Formia. Pietrapaolo non sentiva sua la bambina, Giulia Pia, che Carla portava in grembo prima del parto prematuro: «Non avevo intenzione nemmeno di riconoscerla, non la sentivo mia». E le ragioni Pietropaolo le ha confessate al magistrato inquirente: Giulia Pia, che Carla voleva proprio da lui nonostante un conflittuale rapporto di amore-odio, era stata ottenuta con l’inseminazione artificiale all’estero.
Negli atti depositati, anche il riferimento ad alcune lettere scritte da Paolo Pietropaolo che aveva esternato la volontà di farla finita, di suicidarsi ma anche la volontà di uccidere Carla, nonostante fosse all’ottavo mese di gravidanza: “L’avrei fatto, nonostante i miei familiari mi invitassero a superare questa crisi, cercando di rifarmi una vita nuova». Da qui la seconda imputazione, procurato aborto, legata legato alla manifestata volontà dell’uomo di voler uccidere anche la figlia e alla noncuranza verso il suo destino. Intanto i Carabinieri hanno diffuso un video, ripreso da un cellulare di un automobilista, in cui Pietrapaolo a bordo della sua Lancia Y è in fuga sulla Variante Formia-Garigliano, all’altezza dello svincolo di Scauri-Minturno: tenta un sorpasso e va a sbattere contro il guard-rail, fortunatamente senza coinvolgere altre persone. Subito veniva soccorso e fermato dai Carabinieri.
Saverio Forte