CASSINO – “Nella giornata di ieri l’assistente sociale del Comune di Cassino ha avuto un nuovo incontro con il responsabile della Prefettura di Frosinone riguardo al rimborso delle quote che spettano al nostro Ente per l’accoglienza dei minori extracomunitari non accompagnati. Una situazione che soprattutto nell’ultimo periodo ha fatto registrare un incremento a cui diventa veramente difficile far fronte. In tal senso i dati dell’ultimo anno sono emblematici. Basti pensare che con cadenza anche settimanale, uno o due minori extracomunitari non accompagnati, prevalentemente di nazionalità egiziana, si fermano alla stazione di Cassino da dove, così come prevede la legge, vengono prelevati dalla Forze dell’Ordine ed affidati alla tutela del sindaco.
Nella nostra provincia, Frosinone e Cassino sono le città maggiormente interessate da questo fenomeno che ha generato un incremento notevole delle spese a carico degli enti. Il Comune di Cassino impegna circa 500 mila euro l’anno per l’accoglienza di minori extracomunitari non accompagnati. Costi che sono dovuti alle elevate rette giornaliere applicate dalle strutture di accoglienza distribuite sull’intero territorio e che si aggirano da 70 a 90 euro al giorno a minore. Di questa somma, e nella giornata di ieri nel corso dell’incontro in Prefettura se ne è avuta conferma, sola la metà viene rimborsata dallo Stato. Questo significa che la spesa corrente per il comune è di 250 mila euro l’anno.
Una situazione, come dicevo prima, a cui è veramente difficile far fronte. È vero che il problema riguarda l’intero Paese, ma è altrettanto vero che si ripercuote principalmente su quei comuni, come Cassino, più facilmente raggiungibili dalla rete ferroviaria ed autostradale. Nessuna forma di razzismo o di intolleranza, quindi, ma la presa d’atto di un fenomeno di carattere nazionale per cui va trovata una soluzione urgente, considerato che ad oggi, come denunciano tutti i Sindaci che si trovano ad affrontare questa situazione, rischia di mettere in ginocchio i bilanci degli Enti Locali e di penalizzare gli altri servizi che l’assessorato alle politiche sociali deve garantire. Lo Stato garantisce la giusta accoglienza ma senza la relativa copertura finanziaria, lasciando agli Enti Locali il compito di provvedere al reperimento delle risorse economiche aggiuntive.
Bisogna, inoltre, specificare per i non addetti ai lavori che il minore anche se trasferito in una casa famiglia che si trova in un’altra località rimane fino alla maggiore età a carico del comune cui originariamente è stato affidato. Tutto questo determina una difficoltà oggettiva nell’affrontare i costi per l’accoglienza. Un primo passo da compiere sarebbe la rinegoziazione dei costi giornalieri con le case famiglia cui vengono affidati i minori extracomunitari non accompagnati. Allo stesso tempo occorre, tuttavia, una soluzione ad ampio raggio che riveda a livello nazionale i criteri di accoglienza dei minori non accompagnati. Un’accoglienza più equa sull’intero territorio provinciale, regionale e nazionale che coinvolga tutti i comuni e non si ripercuota solo e soltanto quelle città come Cassino o Frosinone che per le ragioni sopracitate sono quelle in cui il fenomeno si manifesta maggiormente. Bisogna rivedere il sistema di prima accoglienza, soprattutto in considerazione del fatto che siamo costretti a fare i conti con sbarchi numericamente sempre più imponenti, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva.
Intanto, come soluzione a breve termine, l’intenzione è quella di arrivare allo sottoscrizione di un ‘patto’ con le varie strutture che attualmente accolgono i ragazzi che preveda e specifichi le caratteristiche dell’accoglienza (che va dall’alfabetizzazione all’apprendimento di un lavoro) e una rivalutazione quali-quantitativa delle quote giornaliere. Lo stesso discorso vale anche per quanto concerne gli immigrati adulti e della famiglie la cui accoglienza andrebbe garantita attraverso una distribuzione degli stessi sul territorio nazionale in maniera proporzionale al numero degli abitanti dei bacini di destinazione al fine di consentire una integrazione effettiva.” È quanto emerge in una nota a firma dell’assessore alle politiche sociali Stefania Di Russo.