ITRI – Processo riaperto in appello per Giuseppe Ruggieri, l’operaio condannato all’ergastolo in primo grado perché ritenuto responsabile della morte del suo datore di lavoro, l’enologo di Itri Ulrico Cappia, trovato senza vita nel settembre 2013 all’interno della sua auto che era stata data alle fiamme.
La I Corte d’assise d’appello ha ritenuto necessario al fine della sua decisione disporre una perizia balistica sulla regolarità dei prelievi e sulla presenza di eventuali agenti contaminanti sul luogo del delitto. La prossima settimana sarà convocato il professore Francesco Romolo, ai quale i giudici formalizzeranno i quesiti peritali. Era la sera del 4 settembre 2013 quando un appuntato dei carabinieri sentì improvvisamente due colpi di arma da fuoco provenire dalla montagna di fronte casa e, subito dopo, il rumore di un clacson che suonava in maniera continuativa. Inizialmente pensò potesse trattarsi di un cacciatore; successivamente però l’idea fu esclusa, vista l’ora tarda.
I carabinieri successivamente si recarono nell’azienda agricola di un notaio del posto, dove sembrava stesse sprigionandosi un incendio. E nelle vicinanze trovarono un’autovettura avvinta dalle fiamme, all’interno della quale c’erano resti umani, poi identificati in quelli dell’enologo Ulrico Cappia, unico dirigente dell’azienda del notaio. Dalle investigazioni emersero rapporti non proprio amichevoli tra la vittima e Ruggieri, il quale pare non sopportasse la presenza dell’enologo e le sue direttive sul lavoro.
La decisione di Cappia di non chiamare più l’operaio come lavoratore stagionale fece ancor più scaldare gli animi. Ruggieri (che fin da subito si è dichiarato innocente) fu ritenuto responsabile di quell’omicidio e mandato a processo. Fu condannato all’ergastolo (il giudice ritenne certa la sua volontà di vendetta, non solo per non essere stato da lui più chiamato al lavoro, ma anche per avergli fatto perdere davanti agli altri operai la sua posizione di supremazia); oggi l’inizio del processo d’appello.
Saverio Forte
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