LATINA – Enrico Forte risponde alla lettera aperta che i parroci e i viceparroci della Forania di Latina hanno indirizzato ai candidati alle prossime elezioni amministrative.
“Sono grato – dichiara Forte – perché ritengo che la Chiesa sia un interlocutore ineludibile per la politica la quale, in nome di una sana laicità, non può, pregiudizialmente, escludere dal dialogo civico e civile quanti operano in favore dell’Uomo e della Città.
Nella nota si richiamano tre disposizioni interiori, tre «passioni», quali caratteristiche richieste ai prossimi amministratori di Latina: una grande passione per la città; una grande passione per la legalità; una grande passione per l’impegno comune per le cause comuni. Ne aggiungo una quarta che, a mio parere, ingloba le altre: una grande passione politica, «arte nobile e difficile», e non «per» la politica.
La passione politica ha accompagnato la mia vita fin dall’adolescenza. Essa è, per me, una disposizione interiore, direi innata: è il divieto all’indifferenza, al ripiegamento nel privato.
La passione politica mi vieta di essere indifferente alla vita della città nella quale abito e mi impone di condividere il carico delle storie di quanti abitano accanto a me. La passione politica mi spinge a trasformare la disposizione interiore in impegno attivo, in atti concreti:
- Perché la Città sia di tutti e di ciascuno: infatti il mio progetto è quello di lavorare sulla coesione sociale, sulle pari opportunità.
- Perché in essa la legalità e la trasparenza siano il linguaggio comune, condiviso da amministratori e cittadini: il patto della Trasparenza con la città l’ho già siglato, sarà l’asse portante della prossima amministrazione comunale. Voglio un municipio trasparente, a partire dall’agenda del sindaco, che sarà resa pubblica. Come pubblici saranno tutti gli atti e le spese.
- Perché in essa le differenze non siano motivo di divisione: solo una reale convivialità delle differenze è capace di divenire forza comune che sa coagularsi intorno a quei valori condivisi che consentono ad ogni uomo e ad ogni donna di condurre una esistenza degna. Creare momenti di incontro, favorire nuovi spazi di aggregazione – sfruttando i tanti luoghi della città e dei borghi male utilizzati – sarà compito del prossimo sindaco.
Raccolgo e ricambio volentieri l’augurio di buon lavoro con il quale si conclude la missiva e raccolgo altrettanto volentieri l’invito al dialogo, con l’auspicio che questo diventi lo stile ordinario e condiviso di tutti coloro che non hanno timore a sporcarsi le mani con la Storia.”