CASSINO – Importante azienda del cassinate simula stato di dissesto ed omette versamento di imposte per milioni di euro ed il pagamento degli stipendi ai dipendenti per diverse mensilità. In realtà i titolari avevano costituito nuove società presso cui erano stati trasferiti tutti i beni dell’impresa in crisi.
A scoprirlo sono stati i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Cassino con un’articolata indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino che ha permesso, allo stato, di sottoporre a controllo 5 società e di indagare 2 persone sospettate di gravi reati, quali bancarotta fraudolenta, truffa ed omessa o infedele dichiarazione fiscale.
Le indagini, durate circa un anno, hanno posto in evidenza come gli imprenditori indagati, padre e figlio di 75 e 42 anni, di origini umbre ma residenti a Cassino, siano riusciti a veicolare importanti appalti, ottenuti su tutto il territorio nazionale, a favore nelle nuove società, a discapito della precedente azienda, che ha strumentalmente palesato uno stato di insolvenza nei confronti di fornitori, dipendenti e fisco, al fine di occultare buona parte del patrimonio aziendale e dei profitti derivanti da tali appalti.
Una grande quantità di materiali, attrezzature e beni strumentali dell’azienda portata al collasso, risulta non più reperibile, in quanto mai rientrata alla sede principale dai molteplici cantieri operativi, posti in diverse aree del territorio nazionale ed anche in qualche Paese estero.
Su ordine della Procura della Repubblica di Cassino, le Fiamme Gialle hanno eseguito la perquisizione di oltre venti tra cantieri e sedi legali di imprese dislocate in varie località, quali Cassino, Roma, Bari, Catania, Lucca, Avellino, Domodossola, Fabriano e San Miniato, nell’ambito delle quali sono stati sottoposti a sequestro: 8 fabbricati industriali ed aree annesse per complessivi 46.000 mq, n. 208 tra autovetture e mezzi di trasporto di varia natura, n. 27 mezzi d’opera pesanti (gru, muletti, ecc), n. 49 containers contenenti materiali ed attrezzature, n. 15 macchinari industriali di grandi dimensioni (piegalamiere, banchi da lavoro, piegatubi ecc.), n. 29 personal computers, oltre ad una cospicua quantità di materiale elettrico, idraulico e di utensili da lavoro per un valore complessivo pari a oltre 8 milioni di euro.
Gli accertamenti della Guardia di Finanza proseguono per determinare l’esatto ammontare dei debiti tributari non versati e della base imponibile illecitamente sottratta a tassazione.