SEZZE – La guerra delle farmacie finisce con una maxicondanna. Accade a Sezze (Latina) dove, i titolari delle sedi III e VI si sono combattuti per anni a colpi di carte bollate. Fino alla sentenza di oggi che ha stabilito una volta per tutte che la nuova perimetrazione delle strade di pertinenza delle singole farmacie voluta dalla giunta comunale di Sezze e recepita dall’Asl di Latina era corretta.
In base al provvedimento la sesta farmacia aveva potuto spostare la propria sede e servire una zona, quella della periferia di Sezze scalo, oggetto fino a quel punto di molte lamentele. In particolare i giudici del consiglio di Stato hanno riconosciuto che la sede farmaceutica di via Calabria “non si trova nel centro di Sezze Scalo, ma in una zona marginale del suo centro abitato, che va perfettamente a coprire le necessità della popolazione compresa tra la stessa Sezze Scalo e Ceriara, popolazione nel suo complesso, come emerge dai dati ufficiali forniti dal Comune di Sezze, accresciutasi nel tempo sino al numero di 7.240 abitanti”.
Agglomerato urbano rimasto progressivamente isolato dal resto del territorio a causa di un viadotto, di una galleria e di un nuovo percorso più a valle, “che determina una sorta di cesura rispetto al resto del territorio”. Tanto è vero che poi successivamente, con l’introduzione delle sedi VII ed VIII il comune si premurò di coprire meglio quella zona. Ma nonostante tutti questi elementi fossero già chiari fin dal primo grado e la predisposizione nel frattempo di una nuova riperimetrazione che rende il piano organizzativo precedente praticamente privo di valore, il ricorso, dichiarato ieri improcedibile, è andato avanti anche in appello.
Comportamento censurato dal collegio presieduto dal magistrato Carlo Deodato col maxi risarcimento di 12.000 euro, oltre agli accesssori, da suddividersi in parti uguali tra la Regione Lazio, il comune di Sezze, l’azienda Usl di Latina e la farmacista controinteressata.