FORMIA – Lo aveva annunciato circa quindici giorni fa l’Avvocato Cardillo Cupo, difensore di Pasqualino Fabbricatore, insieme all’avvocato Roberto Salvatore Palermo, che la situazione delle baby squillo era tutt’altro che chiara e prossima a profondi stravolgimenti. Oggi, dopo aver depositato fiumi di documenti nuovi che dimostrano per la difesa l’innocenza del giovane Pasqualino Fabbricatore, è arrivata dalla DDA di Roma la prima conferma all’importante lavoro di investigazioni difensive messe in piedi in questi 15 giorni: la scarcerazione del giovane.
“Abbiamo depositato – afferma Cardillo Cupo – un’imponente mole di documenti ed allegati, tra cui numerosi messaggi scambiati sui social network nei periodi di interesse, in cui le giovani ragazze coinvolte nella vicenda erano tutt’altro che sfruttate….
Appuntamenti dati ai giovani coetanei, anche in compagnia di amici “opportunamente selezionati” dalle stesse ragazze per mero piacere, tutt’altro che a pagamento e richiesti e sollecitati dalle stesse nei luoghi pubblici della città di Formia, senza alcuna remora ed anche alla presenza dei fidanzati ufficiali.
E se uno degli sfruttatori si fosse permesso di criticare l’atteggiamento fin troppo libertino delle giovani, ecco arrivare minacce esplicite di essere presi a calci nelle parti intime da loro stesse, “fino a sfondartele”.
Questi i messaggi delle vittime soggiogate e sottomesse ai loro aguzzini! Altro che protettori, facoltosi clienti e favole costruite a tavolino.
Tra le prove prodotte dalla difesa al PM della DDA anche una rivelazione choc dell’assai presunto testimone che avrebbe ammesso di aver incontrato e preparato le ragazze molto prima che le stesse andassero in Polizia a fare la denuncia per “incastrare” l’odiato Fabbricatore, termine utilizzato a più riprese anche in messaggi riservati, entrati in possesso della difesa e sui quali si evitano commenti impietosi nella ferma certezza della buona fede di chi ha operato in una vicenda in apparenza torbida e che nella realtà si sta palesando clamorosamente falsa ed inventata a tavolino da giovani senza scrupoli. Mentre la Città attendeva i nomi dei facoltosi Professionisti che andavano “sugli scogli” o nei “tuguri” e qualcuno cercasse di darsi un tono di Legalità, si acquisivano le prove della falsità dei racconti.
E così lo stupratore Marocchino si scopriva essere un padre di famiglia, sposato, con due figli ed una ben avviata attività imprenditoriale da anni in quel di Minturno, scagionato dalla stessa accusatrice che in occasione di un pestaggio punitivo dei suoi familiari proprio a danno del Marocchino – prontamente denunciato ai Carabinieri alla presenza di vari testimoni – confessava che non fosse lui l’autore della fantomatica violenza.
Fabbricatore, con il semplice deposito, peraltro solo parziale, delle prove raccolte dalla difesa è agli arresti domiciliari senza neanche bisogno di richiederli alla DDA di Roma, avendoli autonomamente disposti il GIP.
Questo provvedimento tuttavia – secondo i difensori – non basta minimamente a fare Giustizia ; ad ore il Ricorso al Tribunale della Libertà per restituire dignità al giovane, vittima delle calunnie di giovani senza scrupoli ancor prima che di scarsa morale.
Serva questa vicenda di monito, soprattutto quando è in gioco la vita di giovani adolescenti, nello specifico di un ragazzo che mentre secondo le favole guadagnava 1.000,00 euro al giorno con le sue protette cercava, nella realtà, lavoro a Roma come barista o come commesso, come provato con documenti incontestabili ….
Intanto – conclude l’avvocato Cardillo Cupo – ci si rassegni: i nomi dei facoltosi Professionisti e dei ricchi imprenditori da “scoglio” o da “tugurio” non arriveranno mai perché non sono mai esistiti”.
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