LATINA – «Ci sono vicende come la mia che spesso si consumano nel silenzio e nel dolore per l’offesa alla dignità ed il torto subito e magari si trascinano nelle aule dei tribunali senza alcun clamore mediatico. Ma la mia vicenda, – afferma Marrigo Rosato – per le modalità del licenziamento “in tronco” avvenuto il 14 marzo scorso, cioè “senza preavviso e senza giusta causa”, ha assunto da subito una veste “pubblica” per le reazioni che ha suscitato nel mondo imprenditoriale della Provincia di Latina, nelle Istituzioni e nella opinione pubblica, tra cui – si ricorderanno – quelle del Campione del Mondo Francesco, “Ciccio”, Graziani e del Maestro Ambrogio Sparagna a cui sono legato da lunghe ed intense amicizie.
Non starò qui a ricordare ciò che è avvenuto nei mesi scorsi, – prosegue Rosato – durante il quale ho dovuto persino subire dalla Confcommercio stessa una “ formale diffida” a svolgere attività sindacale in proprio perché concorrente alla loro attività. Dunque, la Confcommercio di Latina dopo aver deciso del mio presente voleva decidere anche del mio futuro. Ma non gli bastava, perché la loro arroganza non ha limiti.
Ed oggi voglio rendere pubblico il fatto che dopo ben 4 mesi dal mio licenziamento la Confcommercio Provinciale di Latina non ha ancora provveduto al versamento delle somme da me maturate a titolo di TFR ed altro e che nella giornata di lunedi i miei legali depositeranno al Tribunale di Latina il Decreto Ingiuntivo per ottenere la immediata liquidazione delle somme spettanti. Ci sono volute persino lettere di sollecito dei miei legali per conoscere, soltanto agli inizi di luglio, la mia ultima busta paga.
Ma sembra normale a voi che una Organizzazione che decide di licenziare un proprio dipendente non metta nel conto che a costui debba essere versato quanto dovuto nei tempi dovuti, cioè secondo regole di buon senso e secondo quanto persino stabilito dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, che tra l’altro prevedono un tempo massimo di 45 giorni entro cui ciò debba avvenire? Sembra normale a voi che a questo ex dipendente – soltanto agli inizi di luglio – gli venga proposto di ottenere le somme dovute (circa € 32.000,00) in 15 (quindici!!) rate mensili?
Sembra normale a voi che una Organizzazione che sta attraversando delle presunte difficoltà economiche da mesi e mesi, e che sa di dover versare quelle somme dovute ad un proprio ex dipendente, decida nel contempo di patrocinare eventi in alcuni Comuni (il Formia Film Festival ed altro), di partecipare (cosa mai fatta prima d’ora) a Convegni Nazionali a Cernobbio e a Venezia o che apra nuove sedi, decida di organizzare in “pompa magna” una Assemblea Organizzativa al Castello di Sermoneta, o che nelle settimane appena precedenti al mio licenziamento abbia addirittura nominato il Direttore Generale ed abbia attribuito aumenti di livello e di stipendi ad altri dipendenti?
Sembra normale che costoro – come dice la “vox populi” – abbiano deciso di utilizzare parte dei soldi pubblici che la Camera di Commercio trasferisce al CAT – Confcommercio per attribuire una lauta indennità di carica (di circa € 20.000) al Presidente del CAT, più eventuali rimborsi spese, oltre ad indennità per la Carica di Presidente Provinciale della Confcommercio ora divenuto anche (udite, udite!) Presidente della Confcommercio Lazio Sud?
Delle due l’una: o costoro stavano, e stanno, in crisi ed allora si vietavano feste, viaggi, indennità e promozioni; oppure non erano in crisi ed allora tutto era permesso… ma non licenziare me invocando una presunta “crisi”, ed agendo con modalità corrette e legittime.
E non ha dell’incredibile il fatto che una Organizzazione che ambisce – per le ambizioni smodate di alcuni suoi rappresentanti, Presidente in primis – a governare un Ente pubblico come la Camera di Commercio non rispetti i Contratti Collettivi Nazionale di Lavoro e le Leggi dello Stato Italiano?
Ma come è possibile che una Organizzazione che svolge un ruolo di rappresentanza delle imprese verso la Pubblica Amministrazione e che si presume lo faccia “nel rispetto delle Leggi” costringa un proprio ex dipendente a far depositare al Tribunale di Latina un Decreto Ingiuntivo per ottenere quanto dovuto in base alle Leggi?
Infine: sembra nomale a tutti voi che costoro – che non hanno alcun rispetto dell’etica pubblica – possano far credere alle Istituzioni della nostra Regione di essere degni di rivestire ruoli di rappresentanza “pubblica”, ovvero di Enti della Repubblica Italiana, ove mai ne avessero l’occasione, e qualcuno gliene offra persino l’occasione, per farlo?
Ci sono fatti di questa storia che saranno sicuramente oggetto di un ulteriore approfondimento in sede giudiziale – poiché dovranno essere ancora valutati i motivi del mio licenziamento avverso il quale si stanno preparando gli atti rivendicativi da parte dei miei legali – ma ci sono dei fatti che assumono una valenza di tipo etica, “morale”, che appartengono al modo di vivere ed ai comportamenti delle persone e delle Associazioni, che per la loro valenza pubblica non possono essere sottaciuti.
Perché nessuno possa dire domani, io non sapevo chi erano costoro o non conoscevo ciò che facevano e come si comportavano. Ed è per questo che – dopo il mio licenziamento che ha già leso la mia dignità e la mia persona privandomi del mio lavoro – ho deciso di informare di questo gravissimo comportamento la Regione Lazio, le Camere di Commercio del Lazio, il Prefetto di Latina, la Presidente della Amministrazione Provinciale di Latina e tutti i Sindaci della nostra Provincia.
Così potranno valutare con cognizione di causa chi sono, come agiscono e come si comportano quotidianamente gli attuali dirigenti della Confcommercio Provinciale di Latina. Essi – gli attuali dirigenti della Confcommercio della Provincia di Latina – sono questo, si comportano così; ritengono di poter decidere del presente e del futuro delle persone e degli Enti Pubblici (vedi vicenda della CCIAA di Latina) fregandosene delle Leggi e delle procedure.
Sono fatti così: strafottenti nella vita e sprezzanti delle regole nel modo di essere. Tutto con la normalità della faccia di bronzo che caratterizza le persone false ed arroganti. Gente mediocre che per le loro smodate ambizioni diventa persino pericolosa.»