FONDI – Le comunità di Monte San Biagio, Campodimele, Itri e Fondi si sono riuniti al monastero di San Magno sabato scorso e poi a piedi hanno raggiunto il palazzo Caetani, nel centro cittadino di Fondi dove hanno assunto, assieme ai loro professori, l’impegno con i referenti delle quattro amministrazioni locali a comporre una relazione sui miglioramenti da apportare al “cammino” che hanno fatto e al patrimonio culturale che hanno visitato lungo il percorso.
È una nuova tecnica quella adottata, si chiama “progettazione partecipata”, applicata questa volta al tema della Via Francigena. La Regione Lazio ha al riguardo concesso un piccolo cofinanziamento per migliorare le condizioni di transito su quella che è la Via Francigena del Sud . Il tratto finanziato è quello che va da Monte San Biagio a Minturno e poi corre, trasversalmente, fino a raggiungere l’abbazia di Montecassino.
Il programma coinvolge ben quattordici Comuni e ha come capofila il comune di Formia. Ne è responsabile l’Assessore Eleonora Zangrillo.
Il primo tratto del percorso, quello che va da Monte San Biagio a Itri, passando da Fondi e congiungendosi a Campodimele, è dunque la prima occasione dove sperimentare questa tecnica. Ciascuna Amministrazione ha coinvolto i rappresentanti della propria comunità e ha organizzato il percorso che le ha portate a riunirsi al Santuario per poi fare insieme il cammino, fino a Palazzo Cajetani, al centro di Fondi.
In realtà pochi sono stati i cittadini che si sono cimentati con il “cammino”, perché la cultura “del cammino” è ancora poco diffusa, mentre la cultura dell’accoglienza sembra aver caratterizzato da secoli il territorio fondano.
Molti sono stati invece gli studenti che hanno preso parte al cammino. Vi erano quelli dell’Istituto Tecnico Libero de Libero e del Liceo Classico Piero Gobetti. Con essi hanno camminato alcuni esponenti dell’Associazione del Gruppo dei Dodici che, assieme a dei camminatori provenienti da diverse parti dell’Europa, stavano dirigendosi a Roma per la manifestazione del giorno 8 di ottobre, quando si celebrerà la “giornata del cammino” a San Paolo.
Lungo la “via” il folto gruppo di giovani camminatori ha avuto il piacere di incontrare tre importanti figure dell’Arcidiocesi di Gaeta, don Francesco Fiorillo, al monastero di San Magno, don Sandro Guerriero, alla chiesa di Santa Maria e don Erasmo Matarazzo, direttore dell’ufficio pastorale del turismo, parroco alla chiesa San Paolo di Fondi, al convento di San Tommaso. Da don Francesco hanno avuto lo sprone ad accettare ed amare se stessi e ad apprezzare il camminare anziché sforzarsi di raggiungere necessariamente una meta. Da don Erasmo hanno avuto lo sprone a guardare, non solo con i piedi e con gli occhi, ma anche con il cuore, da don Sandro hanno avuto la benedizione dopo aver assieme con lui pregato.
La visita del Museo ebraico di Fondi, guidati dai referenti del Parco Naturale dei Monti Ausoni e del lago di Fondi, è stata una tappa importantissima del “cammino” . Li, assieme a Guido Orticelli, essi hanno potuto toccare con mano l’ospitalità storica di Fondi verso popoli e religioni diverse, esattamente come richiede la Via Francigena che stimola persone di tutto il mondo a trovarsi e camminare assieme per conoscere e apprezzare le comunità e i luoghi che attraversano.
Le conclusioni le hanno tratte gli amministratori dei diversi Comuni organizzatori, il vicesindaco di Fondi, Beniamino Maschietto, il presidente del Consiglio di Monte San Biagio, Annamaria Ferreri, e l’assessore Arcangelo Di Cola. Con loro Alberto Alberti del Gruppo dei Dodici, il prof. Renato Di Gregorio di Impresa Insieme, responsabile della segreteria dell’associazione dei Comuni SER.A.L. e partner dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, e la dott.ssa Maria Ausilia Mancini, presidente dell’Associazione Ti Accompagno, che ha seguito l’organizzazione della giornata.
Essi hanno condiviso con i giovani e i camminatori la constatazione dell’importanza del patrimonio che il territorio possiede e delle bellezze paesaggistiche, culturali e storiche che si possono ammirare. Si sono però anche presi un impegno preciso: i giovani segnaleranno i miglioramenti da apportare lungo il percorso e gli amministratori investiranno i soldi in dotazione tenendone fortemente conto. Questo all’insegna del riconoscimento che ora i giovani sono “progettisti” del loro futuro.