GAETA – Si è svolta domenica 13 novembre presso la pinacoteca comunale d’arte contemporanea di Gaeta la presentazione in anteprima nazionale di “45 GIRI”, nuovo lavoro discografico di Mario Maglione. Due brani raccolti per ora in un cd, concepito graficamente come un vecchio “vinile” (proprio come accadeva fino agli inizi degli anni ’80, è provvisto di un “Lato A” e di un “Lato B”), anticipazione del prossimo album dell’artista di Mergellina in cui troveranno spazio diversi classici napoletani. Sono stati ascoltati per la prima volta in versione “studio” in una sala conferenze riempita da un pubblico composto da giornalisti, artisti ed associazioni culturali. A cui Maglione ha voluto regalare a anche un piccolo saggio della sua bravura, imbracciando la chitarra a grande richiesta per ben due volte.
“Te voglio bene ancora” (4:09, testo e musica di Massimo Burzi) e “O’ tiempo” (2:25, Testo M. Burzi, Musica M. Burzi e Tommaso Scuccimarra) sono stati registrati nella sala d’incisione “Native Sound” con l’accompagnamento di Enzo Di Giuseppe (piano, tastiere e basso), Tommaso Scuccimarra ( chitarre), Tato Illiano (bateria), Antonio Palladino (sassofono) che si sono alternati ed hanno dato sostanza al progetto ideato e coordinato da Giacomo Carlucci. Mescolano in una straordinaria alchimia una “base” fatta di accordi jazz e l’inconfondibile voce, vellutata e duttile allo stesso tempo. Dando luogo ad un’interpretazione propria che “coniuga l’antico con il moderno” in cui solo l’ambasciatore per antonomasia della canzone napoletana nel mondo si poteva cimentare. I testi non sono da meno. Radicano tra le ferite del cuore e lo scorrere frettoloso del tempo in una sorta di “esperanto” dell’anima che scorrazza tra italiano, napoletano ed un pizzico di inglese.
Indicato da Roberto Murolo quale suo “erede” spirituale, Maglione ha in realtà coniato una cifra artistica propria, apprezzata oggi in tutto il mondo, con un sound equilibrato, senza fughe o salti improbabili, ma con la voglia di mettersi sempre in gioco, come dimostra l’apertura di questo straordinario capitolo.
MARIO MAGLIONE
Parlare di musica napoletana è un po’ come parlare di immortalità. L’interagire con il prossimo cambia, a seconda delle epoche, della velocità della comunicazione, delle culture dei popoli. Ma i sentimenti, più o meno pronunciati ci sono e ci saranno sempre, perché connaturati alla natura umana. Per questo la musica che affonda le radici nella tradizione napoletana è destinata a varcare le soglie degli anni, rinnovandosi ma rimanendo sempre uguale a sé stessa.
“Quando ho ascoltato i brani di Massimo – ha detto Maglione – ho capito da subito che si inseriva nel solco della tradizione, con un particolare stile che ho apprezzato alla mia maniera, dando l’impronta della mia voce. L’atmosfera “fatata” che si respira Gaeta, indissolubilmente legata a Napoli da una storia comune, ha fatto il resto. Grazie a Giacomo Carlucci, che mi ha seguito in tutte le fasi di questo percorso, ed alla professionalità dei musicisti che mi hanno accompagnato, sono entrato in sala di registrazione sentendomi praticamente a casa”.
“Si tratta di una musica concepita per essere suonata con pochi strumenti. Una musica d’ensamble, “da camera”. Del resto i brani napoletani hanno proprio quest’origine “povera” ma di un nitore inconfondibile, sia che intrattenessero i “signori” nei palazzi dell’alta società, sia che fossero strimpellati, ma sempre con la leggiadria che contraddistingue gli artisti napoletani, presso i tavolini dei caffè e delle pizzerie tipiche. Oggi si parla di versione “acustica”, ma in realtà le origini sono più lontane…”
MASSIMO BURZI
“Molti ritengono che ci siano assonanze con Pino Daniele ed Edoardo De Crescenzo. Non lo nego ma percepisco la melodia della chitarra come la fiamma di una candela, assolutamente raccolta e da non disperdere”.
I testi invece riflettono una poetica intimistica, Autobiografica. Sembra di cogliere dentro quella “corda pazza” che solo i grandi cantautori della musica italiana posseggono…
“In effetti c’è molto di me e delle mie esperienze. In “Te Voglio bene Assaie” si parla di un ritorno di fiamma. Un amore tornato improvvisamente possibile con tutte le contraddizioni e le paure che riemergono insieme alla voglia di superarle. La speranza di superare la frattura, quella “faglia del cuore” si traduce in una “poetica delle stagioni” che in maniera tutt’altro che retorica tenta di descrivere lo stato d’animo. In maniera diretta, come gli autori ed il dialetto napoletano ci hanno abituato a fare anche se in questo caso supportato dalla lingua italiana e da un pizzico di inglese. Si tratta di una canzone scritta di getto dopo una telefonata ed i sentimenti si sa, non tradiscono mai.
Nell’altro brano invece è protagonista lo scorrere del tempo. Un tema con il quale ognuno si confronta. A me è capitato “sopra un letto senza cielo, con una luna senza stelle” ed ho pensato di non tenerlo per me…”
Biografia
Con Mario Maglione la canzone classica napoletana trova, come accadde con Roberto Murolo, di cui il geniale cantante è l’erede spirituale, grande affermazione nel panorama della melodia napoletana di tutti i tempi. L’espressione musicale, per Maglione, vulcanico interprete della cultura canora partenopea, è sentimento e passione, che esprime al meglio attraverso il canto. Napoletano verace, Mario Maglione nasce a Mergellina, luogo deputato da sempre ad essere ricordato e immortalato, con la sua immagine poetica, nei versi delle più famose canzoni partenopee. Ed è proprio la Mergellina dei pescatori quella alla quale Mario si sente più legato. Non mancano infatti, in alcune sue incisioni, brani di sua composizione, dove è viva, presente e più che mai radicata l’ispirazione alla figura paterna – quasi un mito per Maglione – e l’omaggio a quei pescatori di Mergellina che tanto profondamente ama. Gli esordi musicali di Mario si hanno quando, ancora adolescente, incontra i Padri Cappuccini che, intuendo nel giovane grande talento, ne favoriscono i primi passi proprio nel teatrino del convento. Perfezionati gli studi sulla canzone classica napoletana, già per certi versi sicuro interprete di questa branca della cultura partenopea, Maglione partecipa al ” Masaniello” di Elvio Porta per la regia di Armando Pugliese, valicando, così, con i primi recitals, i confini nazionali. Giappone, Ungheria, Inghilterra, Germania, Emirati Arabi, Svizzera Australia, Olanda, Canada e Argentina sono frontiere valicate e ” Conquistate “.Apprezzato dalla critica e dal pubblico, ha inciso diversi CD: “Suonno”, “Novecento Napoletano”, “Mario Maglione”, “Scapricciando”,”Ricordi di Napoli”,” Napule Doceamare,”Napule e na Canzone”, Napoli in Smoking, Na voce na chitarra e…. e varie compilation sulla canzone Napoletana in cui canzoni del repertorio classico napoletano vengono interpretate con grande enfasi e bravura. Numerose sono state le apparizioni televisive al “Maurizio Costanzo Show”, nel corso delle quali lo stesso Costanzo, di certo grande conoscitore del mondo dello spettacolo, ha manifestato più volte stima e ammirazione nei riguardi di questo straordinario interprete.Partecipazioni di rilievo sono sicuramente quelle che si sono avute in seno a “Mamma Rai”: “Domenica In” (Rai Uno);Napoli prima e dopo (Rai Uno) “Ciao Week-End” (Rai Due);”Radio Anchio” (Rai Due), “Fantastica Età” (Rai Tre); e ancora: per Canale 5, “7 scenari per il 2000”, “Buon Compleanno” e per TMC “Tappeto Volante”. Per finire, si può ben dire che il riconoscimento maggiore alle straordinarie capacità tecnico-artistiche di Mario Maglione proviene da un giudice che è la più alta espressione della profonda poetica musicale della canzone napoletana: Roberto Murolo. Il grande, artista, che considerava Maglione suo erede spirituale, nutriva infatti la più incondizionata stima nei confronti dell’eclettico cantante. Presentando il suo Lp, Murolo ha specificatamente dichiarato che la meritatissima popolarità di cui gode Maglione è il risultato congiunto di un suo originale e singolare modo di ” comunicare “, saldamente sorretto da una sperimentata tecnica e dal pregio di una voce dagli accenti vocalmente potenti e armoniosamente espressi. Convinto di poter affidare al futuro della Canzone Napoletana un eccezionale interprete, Murolo ha pure affermato che Mario Maglione è in grado di offrire in chiave agile e moderna, il pregio e il fascino della più pura tradizione classica napoletana. Non sarebbe potuto essere più lusinghiero il giudizio espresso dal grande maestro, né alcun altro giudizio – si può esserne certi – potrebbe risultare più alto e più autorevole. Il che, per Maglione, è quanto di meglio si possa desiderare.