MINTURNO – La lista civica Con Noi Donne di Minturno, nella persona del coordinatore signora Vanda Anselmi, ha inviato una lettera al prefetto di Latina, al sindaco ed al comandante della polizia urbana di Minturno per trovare una soluzione al fenomeno dell’accattonaggio che vede ogni spazio pubblico, ogni esercizio commerciale, adottato da un questuante con evidenti ricadute sul decoro della città e sul senso di sicurezza messo a disagio dalla non soluzione dei piccoli e ripetuti attacchi alle leggi, alla civile coabitazione, all’identità del nostro territorio.
“Nella rassegnata accettazione dell’amministrazione (se si escludono i primi atti del nuovo comandante della polizia urbana) ma anche nel silenzio correo della minoranza in consiglio – dichiara Vanda Anselmi – ci si avvia a dare la stura alla teoria della finestra rotta dei criminologi James Q. Wilson e George Kelling, che recita che non intervenire su piccole trasgressioni può generare fenomeni di emulazione e di impunità che portano a spirali di reati più gravi. Evitando di fare solo denuncia abbiamo ritenuto di essere utili anche nel dare una possibile soluzione al problema affidando alle istituzioni preposta la verifica della fattibilità della stessa.
Nello specifico riteniamo che si possa, nel regolamento di polizia urbana, aggiungere l’obbligo di autorizzazione a qualsiasi attività nel centro storico, davanti a cimiteri, scuole, ospedali, esercizi commerciali o altri luoghi di passeggio la necessità di una autorizzazione. Un regolamento dettagliato che di fatto, ribadendo la necessità delle autorizzazioni di legge, obbligherebbe ad una non gradita necessità (forse insormontabile) da parte dei questuanti, di chiedere un’autorizzazione alla raccolta di elemosine”.
Di seguito il testo della lettera:
Ch.mo dr. Pierluigi Faloni
Prefetto città di Latina
Ch.mo dr. Gerardo Stefanelli
Sindaco di Minturno
Ch.mo dr. Mario Vento
Comandante polizia urbana
Minturno
Un fenomeno dei nostri territori, spesso minimizzato o favorito da un buonismo generico e poco utile, è certamente quello dell’accattonaggio nei centri urbani. Ogni esercizio commerciale, ogni luogo di ritrovo, ogni strada di passeggio ha il suo petente ufficiale che, peraltro, non cambia nel tempo e nei luoghi quasi ad avvalorare una ragionata occupazione degli spazi dovuta ad una regia sovrastrutturata. Un’ipotesi, quella di un settore specifico delle associazioni a delinquere, che spesso è stata confermata da indagini e sentenze e che diviene difficile perseguire visto la depenalizzazione della raccolta di elemosine.
L’accattonaggio non è mai una libera scelta: mamme e bimbi e giovani sono costretti a chiedere l’elemosina per sopravvivere, spesso obbligati a raccogliere una precisa quota giornaliera. Il loro destino è segnato: povertà ed esclusione sociale li rendono spesso vittime della criminalità, della tratta degli esseri umani e di ogni tipo di sfruttamento. Ecco perché l’elemosina può trasformarsi da atto di generosità e di solidarietà in una condanna, in un circolo vizioso di schiavitù, dove il futuro non esiste o comunque vale zero.
Se per l’esclusione sociale si chiede l’intervento delle istituzioni che si occupano di politiche sociali, non è possibile accettare l’aumento e la sistematica occupazione degli spazi nella nostra città di Minturno da parte di questuanti. D’accordo con la teoria della finestra rotta dei criminologi James Q. Wilson e George Kelling, riteniamo che non intervenire su piccole trasgressioni può generare fenomeni di emulazione e di impunità che portano a spirali di reati più gravi. Questo senza minimizzare l’impatto sul decoro della città e sul quel senso di sicurezza dei nostri territori rispetto alla presenza di numerosi extracomunitari o nomadi.
Gli scriventi si affidano ai destinatari affinchè si possa incidere sul fenomeno dell’accattonaggio e sulle tante piccole trasgressioni che noi cittadini osserviamo o subiamo giornalmente.
Nello specifico riteniamo che si possa, nel regolamento di polizia urbana, aggiungere l’obbligo di autorizzazione a qualsiasi attività nel centro storico, davanti a cimiteri, scuole, ospedali, esercizi commerciali o altri luoghi di passeggio. Un regolamento dettagliato che di fatto, ribadendo la necessità delle autorizzazioni di legge, obbligherebbe ad una non gradita necessità (forse insormontabile) , da parte dei questuanti, di chiedere un’autorizzazione alla raccolta di elemosine.
In attesa di un cortese riscontro, inviamo cordiali saluti
Dott. Francesco Cremona
Portavoce lista civica Con Noi Donne – Minturno