FORMIA – “Si parla insistentemente di un ritorno da parte di Trenitalia e della Regione Lazio ai vecchi orari dei treni, in quanto i geni in questione hanno preso atto che i nuovi orari – hanno peggiorato – come hanno da subito denunciato i comitati dei pendolari – le condizioni di viaggio soprattutto delle tante persone che utilizzano le stazioni minori per i loro spostamenti da e verso la capitale, così come i percorsi intermedi. Ovviamente non solo auspichiamo che ciò avvenga rapidamente, ma speriamo che sia da lezione e che la politica di palazzo la smetta di giocare con la vita delle persone, perché di questo si è trattato, con migliaia di persone costrette a fare i salti mortali per prendere il treno e arrivare a destinazione senza alcun ritardo”. Lo dichiara il Circolo “Enzo Simeone” del partito della Rifondazione Comunista.
“Eppure i politici di centosinistra che governano la Regione Lazio – prosegue la nota – erano stati avvisati ripetutamente del disastro a cui sarebbero andati incontro i pendolari, ma evidentemente non c’è “peggior sordo di non vuol sentire” e hanno voluto imporre la loro decisione, senza nessun vero confronto né con i comitati né tanto meno con i comuni che vengono serviti dalla linea regionale FL7 (da Roma Termini a Formia). E questo nonostante che lo stato della nostra linea ferroviaria sia uno dei peggiori d’Italia.
Lo conferma la lettura del rapporto “Pendolaria 2016” di Legambiente, nel quale proprio un ampio capitolo l’è dedicato. Vengono elencati i disastri che sono stati perpetrati a danno dei pendolari della linea regionale FL7.
Quello del trasporto è un mondo che non può non essere finanziato da soldi pubblici e le risorse vanno trovate quanto prima per evitare il collasso del sistema.
Lo stesso vale per il trasporto pubblico su gomma, che è sempre più sofferente nonostante gli annunci di ingenti investimenti da parte del presidente della regione Lazio.
Ci troviamo in una situazione veramente catastrofica, dove gli interventi fatti sono volti a tamponare temporaneamente ciò che non funziona, mancando una visione a medio e a lungo termine e soprattutto trascurando colposamente che il potenziamento del trasporto pubblico è l’unica arma per combattare il congestionamento delle nostre città e facilitare gli spostamenti da e verso altre mete, dovendo fare i conti con la realtà e cioè che non è possibile realizzare più strade di quante ce ne sono, anche per evitare di continuare a perdere quei meravigliosi polmoni di verde di cui sono ricche, ma non solo.
Secondo uno studio realizzato sempre da Legambiente la qualità dell’aria delle nostre città è pessima, a causa di fattori le emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento.
I soli trasporti stradali, ad esempio, producono più di un quarto del totale delle emissioni nocive.
Per questo è indispensabile adottare politiche che incentivono l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico e disincentivino il trasporto privato. Cosa mai fatta fino ad ora, nonostante i tanti proclami, ma che poi si sono dimostrati nella pratica inutili se non dannosi.
Nemmeno il nuovo piano integrato della mobilità ci pare risponda compiutamente alla necessità di liberare la città dal traffico, tant’è che ha nella pedemontana leggera – se e quando si farà – la soluzione ai mali endemici di Formia.
E’ però questa una scelta di cui la politica deve farsi carico, non fosse altro per salvare la faccia, dopo i tanti buchi nell’acqua di una politica colposamente distratta, occupata più a saziare i propri appettiti che a tutelare gli interessi della collettività e dei lavoratori dei servizi pubblici.
Proprio a questi ultimi vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, in quanto si fanno carico di sopperire – con grossi sacrifici e stipendi da fame – alle mancanze di chi dovrebbe invece organizzare il loro lavoro, dirigenti che sono pagati profumatamente per farlo e che ripetutamente si dimostrano non essere all’altezza del compito assegnato loro”.